IL TEATRO e/è LA CITTÀ
performance itinerante tra apparizioni, illusioni, citazioni e fantasie
per far vivere, raccontare, animare i luoghi del Teatro San Ferdinando
con gli attori diplomati alla Scuola del Teatro di Napoli, Triennio 2018 -2021
coordinamento artistico di
ANTONELLO COSSIA
visita guidata a cura di
ARTÈPOLIS
Da sabato 26 novembre riprendono le visite teatralizzate al Teatro San Ferdinando: un percorso, inedito e originale, per raccontare e far scoprire il Teatro di Eduardo coinvolgendo i diversi spazi, dal Foyer al sotto palco, fino al famoso camerino dell’attore. Una vera e propria performance artistica itinerante che in occasione delle festività natalizie partirà dai luoghi simbolo per raccontare il rapporto inscindibile che lega il teatro San Ferdinando, il suo fondatore Eduardo e la città. Tutto è nato da un laboratorio creativo coordinato dall’attore Antonello Cossia in cui gli ex allievi, oggi attori, diplomati alla Scuola del Teatro di Napoli – triennio 2018 -2021, hanno partecipato attivamente alla fase di elaborazione del progetto, scegliendo insieme i testi da recitare ed elaborandoli per immaginare una performance originale a metà tra visita guidata e teatro. La visita guidata, legata alla performance, sarà curata da Artèpolis.
Esistono luoghi cui l’energia delle persone che li ha attraversati nel tempo, vi resta imprigionata, impregnata nelle mura, donando a quegli spazi una particolare atmosfera intensa, rendendoli elettrici e carichi di suggestioni. Il teatro, più di ogni altro spazio architettonico, è quello che contiene in sé l’idea di questa magia della sospensione, della sensazione che il tempo sia fermo seppure in continuo movimento e progressione. Quante cose accadono all’interno delle mura di un teatro, quante vite si succedono l’una all’altra mischiandosi, confondendosi tra loro, vite che penetrano i significati dell’esistenza nell’esercizio del ‘gioco’ in palcoscenico e allo stesso tempo si stratificano negli spazi che le contengono, che le vedono passare, trasformarsi, moltiplicarsi quasi all’infinito come in una lente caleidoscopica, in cui l’immagine pur restando unica, si ripropone in tante altre riproduzioni di sé stessa. Se l’oggetto di questa riflessione diventa il teatro San Ferdinando, quale altro esempio può tornare più immediato per chiarire il senso di
queste affermazioni. In quell’ambito viene addirittura ospitata la splendida e necessaria esposizione permanente dedicata all’Attore Napoletano; un vero e proprio museo, allestito e curato da Giulio Baffi, che racconta la storia del teatro dal café-chantant all’avanspettacolo, dalla sceneggiata alla commedia fino al teatro sperimentale d’avanguardia attraverso, costumi, oggetti, manoscritti, circa 400 cimeli. Un solido e corposo strumento di memoria e restituzione della gloria e ricchezza del patrimonio artistico sviluppatosi all’ombra del Vesuvio. Il San Ferdinando diventa così un simbolo, uno spazio sacro nella laicità della pratica teatrale contemporanea, un riferimento per esaltare la forza e l’ostinazione di una maestria artigianale, sviluppatasi lungo l’arco di una intera vita, quella di Eduardo De Filippo. Qui prendono corpo i fantasmi delle personalità, delle donne e degli uomini che appunto vi abitarono. “Io non credo ai fantasmi. Questo è tutto. Muore un parente, ci mettiamo in lutto e aspettiamo il fantasma del parente. Se ci credete li vedete voi, io credo che i fantasmi siamo noi. I fantasmi li vede chi ci crede e Pasquale Lojacono li vede”. Così Eduardo introduce la messa in onda televisiva, negli anni sessanta, della sua spassosissima e umana commedia – Questi Fantasmi, che sviluppa, articolandoli proprio i temi dell’illusione, della credenza, – del credere – a ciò che non si vuol vedere o che si vede ma si fa finta di ignorare, che ci illude, che ci cattura, che ci seduce, proprio come accade a teatro. Io partendo dal felice suggerimento di un bel film del 1961, diretto da Antonio Pietrangeli, ho immaginato che da alcune opere di Eduardo De Filippo, venissero fuori i fantasmi dei suoi personaggi, liberi di circolare in tutti gli spazi del teatro, non solo di essere rappresentati su quel meraviglioso palcoscenico, ma di accompagnare in una visita gli spettatori\visitatori, ingaggiandosi a giocare con gli ospiti, sul tema del falso e del vero, in cui la finzione scenica riproduce la realtà restituendo ciò che teatro non è ma lo alimenta… La vita. Antonello Cossia
Le visite teatralizzate si terranno sabato e domenica
26 novembre, 3 – 4 dicembre, 10 – 11 dicembre, 17 – 18 dicembre
Il sabato ci sarà una doppia recita ore 11 e 12.15
la domenica ore 11
ingresso euro 5,00
Biglietti in vendita online su vivaticket.it
e presso le biglietterie del Teatro di Napoli
Per info e orari: teatrodinapoli.it