La leggerezza fatua e struggente di Franco Califano in:
“Qualche estate fa”
Teatro Vittoria dall’11 al 13 novembre 2022
Il concerto-spettacolo andato in scena al Teatro Vittoria a Roma, che vede
Claudia Gerini sul palco accompagnata dal Solis String Quartet in qualità di
attrice e di cantante, rappresenta un omaggio al femminile al maestro Franco
Califano, uno degli interpreti più puri della romanità.
Personaggio chiacchierato per la vita sfrenata, “spericolata”, come cantava
Vasco Rossi, per la fama di playboy, alla Aznavour per intenderci, le macchine
veloci e le nottate brave vissute fino all'alba, che sono state il simbolo della
trasgressione anni 60/70.
I testi e la regia dello spettacolo, affidati a Stefano Valanzuolo e Massimiliano
Vado, rappresentano in dodici quadri, dodici figure femminili immaginarie,
ciascuna delle quali introduce una tra le canzoni di maggiore successo,
accompagnando gli spettatori in un viaggio tra vita ed arte del Maestro.
Un’agile raccolta chiosata, insomma una specie di “greatest hits” commentato
mescolato a vari elementi biografici, Tripoli, Milano e Amalfi, e soprattutto
Roma, l’ultimo messaggio di Luigi Tenco, il carcere, reality show e poesia che
delineano un ritratto intimo e autentico del Califfo, chiamato così
affettuosamente per i suoi natali nei cieli della Sirte.
Claudia Gerini, l’ex ragazza di “Non è la Rai”, visibilmente emozionata, si
distingue come artigiana delle cover, personalizzandole con cura e rispetto
delle versioni originali, grazie al lavoro meticoloso realizzato da Antonio Di
Francia in termini di arrangiamento, abbracciando sonorità che richiamano la
cantabilità della tradizione romanesca mescolata a “sprezzature” pop.
Missione ardua ma compiuta grazie a un quartetto che, con gusto,
affiatamento e preparazione tecnica ci trasporta in una dimensione
sonora/testuale fuori dall'ordinario, che elegantemente dà respiro, piena
dignità al dialetto romanesco in forma di canzone, evitando sapientemente
tutti i cliché e le più ovvie didascalie del caso.
In scaletta brani storici, alcuni dei quali sono stati cantati negli anni dalle più
belle voci della canzone italiana, come La mia libertà, La musica è finita, e
due pezzi che lui stesso definisce «i più belli che abbia mai scritto», Minuetto,
che tutti ricordano nell'interpretazione di Mia Martini e Tutto il resto è noia,
«la canzone che mi rappresenta di più». Suo è anche il testo di Un'estate fa,
versione italiana di Une belle histoire, del cantante francese Michel Fugain.
Il risultato è un ritratto artistico di qualità che riesce a fondere il sentimento e
il rigore, la lucidità e lo smarrimento, la passione e il rancore che ben si sposa
con “l’antimoralità” di Califano espressa perfettamente in uno stile ironico,
ruvido ma al contempo allegro e a tratti malinconico. di un cantautore che in
una sua limpida dichiarazione d’intenti ha detto di se stesso: “comincerò a
invecchiare cinque minuti prima di morire”.
Roberta Daniele