Risate di gioia,
o dell’amore per il teatro di Elena Bucci e Marco Sgrosso
Elena Bucci e Marco Sgrosso, due artisti di straordinaria sensibilità, uniti da una profonda
amicizia che sul palco diventa una meravigliosa sintonia rodata con gli anni, portano in scena Risate di gioia – storie di gente di teatro, spettacolo che ha debuttato all’Arena del Sole di Bologna dopo le prime rappresentazioni in forma di studio a Brescia e Capodimonte.
Ispirato alle opere Il teatro all’antica italiana di Sergio Tofano detto Sto, Antologia del grande attore di Vito Pandolfi e Follie del varietà a cura di Stefano De Matteis, Martina Lombardi, Marilea Somarè, nonché a numerose biografie ed epistolari di “gente di teatro”, lo spettacolo nasce da un’idea di Elena Bucci.
Come si evince dall’interessante percorso di approfondimento editoriale ad’opera degli stessi artisti, l’epifania per lo spettacolo arriva in seguito alla visita dell’abbandonato e fatiscente Teatro Comunale di Russi. Tra ragnatele, calcinacci, resti di sculture a terra e nidi di gabbiani, questo polveroso luogo parla agli attori di un tempo che fu, e che reclama di essere riportato “alle luci della ribalta”. Come erano gli spettacoli del passato? Possiamo immaginarli? E gli artisti? Come risuonavano le voci? E i gesti? […] Che energia si sprigionava in quelle sale illuminate a candele, a gas, nei teatri di pietra al tramonto, nelle piazze, quando il teatro era un crocevia vibrante della vita sociale, culturale, politica delle comunità?
Da questi interrogativi nasce Risate di gioia. In un luogo sospeso nel tempo, lasciato all’incuria e alla dimenticanza, in scena vediamo solo Elena Bucci e Marco Sgrosso, ma in realtà attraverso essi rivivono sulle assi del palcoscenico una miriade di attori, suggeritori, trovarobe, comici. Due figure eteree, fianco a fianco, due artisti, due personaggi liberamente ispirati alla coppia cinematografica composta da Anna Magnani e Totò De Curtis nell’omonimo film di Mario Monicelli che da il titolo allo spettacolo. Gioia Fabbricotta detta Tortorella e Umberto Pennazzuto detto Infortunio passano in rassegna repertori classici e comici, antichi e moderni. Servendosi ora di uno straccio ora di una maschera, incontrano i fantasmi della loro fantasia riportando in vita aneddoti, lettere, storie vere di chi ha reso grande il teatro dell’ultimo secolo. Mestieranti votati all’arte teatrale come si è votati ad una religione, si esibiscono durante un’immaginaria notte di Capodanno passata la quale non sanno bene che mondo troveranno fuori. Ma in fondo, quel che conta è il presente, il magico qui e ora teatrale in cui tutto può succedere.
Risate di gioia prende per mano e ci accompagna in un’epoca in cui il teatro era al centro del mondo e della vita degli esseri umani, ricordandoci, in questo nostro difficile e controverso presente, la sua eterna e infinita ricchezza.
Erika Di Bennardo