“Accendi, accendi voglio vedere se qui in prima fila c’è ancora qualcuno sotto gli ‘80”. Non appena guadagna, tra gli applausi, il palcoscenico, a Enrico Beruschi gli vien subito voglia di scherzare, facendo riferimento all’età degli spettatori presenti, non mancando di suscitare le immancabili prime risate del pubblico in platea e sui palchetti.
Un Beruschi sempre uguale a se stesso come d’altro canto è sempre stato nel suo stile inconfondibile e con quel suo sorriso sornione ed accattivante. Inizia cosi lo spettacolo al teatro sociale di Bergamo Alta che vede come protagonisti assoluti l’Orchestra filarmonica italiana ed il Beruschi nazionale che racconta don Camillo nel 70esimo anniversario della proiezione del primo film intitolato proprio a questo illustre personaggio frutto della fantasia dello scrittore Giovannino Guareschi. Ma è stato anche un modo semplice per ricordare anche e soprattutto l’autore delle musiche di tutti i film della saga “Don Camillo e Peppone”: quell’Alessandro Cicognini che ha rappresentato indubbiamente una delle figure più talentuose ed importanti nel panorama musicale del’900 italiano.
Ed è stato proprio Beruschi a volerne tracciare un sintetico profilo prima di presentare e far guadagnare l’entrata in scena, tra gli applausi, del direttore d’orchestra Marcello Rota. Oltretutto Cicognini la sua fama se l’era già conquistata negli anni ‘40 – ‘50 per aver composto le famose colonne sonore di film di eccellenti registi quali Alessandro Blasetti e Vittorio De Sica. E se si pensa a quest’ultimo, basterebbero soltanto pellicole come quelle di “Sciuscià” o “Ladri di biciclette” entrati di diritto nella storia del cinema e che hanno contraddistinto il neorealismo italiano di quegli anni.
Lo spettacolo musicale s’è dunque snodato in un unico atto in un’alternanza tra le letture dei racconti di Guareschi con Beruschi e le parti musicali di Cicognini da deliziare gli spettatori presenti in un crescendo di situazioni esilaranti da farli letteralmente divertire. Una menzione speciale va fatta all’Orchestra filarmonica italiana, a tutti i suoi componenti gran parte dei quali molto giovani, al maestro Rota naturalmente che ha creduto fortemente in questo progetto che era stato ideato nel 2009 dall’allora direttore del conservatorio di Alessandria Federico Ermirio, rimasto affascinato dal talento musicale di Cicognini, nonché estimatore dei film del duo “don Camillo – Guareschi” con il quale spesso il suo personaggio principale veniva identificato con il suo autore.
Ebbene, facendo un pò di cronistoria, – da quanto si apprende in una nota dello spettacolo – ecco dunque come Ermirio decide d’intesa con l’editore Bixio di riscostruire tutte le musiche della serie (essendo le originali completamente perdute); il lavoro della ri-orchestrazione viene affidato al bravo musicista e raffinato arrangiatore Fabrizio Francia che ben ha compreso e reinterpretato la partitura dell’autore. Cosicché ne è seguita un’originale registrazione con l’orchestra del conservatorio diretta da Rota ed una testimonianza in cd di oltre 60 minuti da cui è stato tratto un vero e proprio poema sinfonico in cui s’alternano le vicende ed i sentimenti dei personaggi descritti nei lungometraggi della saga, a tal punto da rendere onore all’arte del maestro Cicognini.
Alla fine, c’è tempo per un bis con la Polka annunciata da Beruschi e che, naturalmente, non poteva non lasciare indifferente la nostra voce recitante per quella che sarebbe stata una sua intuibile battuta al riguardo tra le fragorose risate del pubblico oramai entusiasta.