Un capitolo a parte nella programmazione dell’Istituzione Universitaria dei Concerti meritano i superduo, ovvero alcuni concerti che segnano l’incontro tra prestigiosissimi solisti. È il caso della violinista moldava Patricia Kopatchinskaja e del pianista turco Fazil Say, straordinari artisti, entrambi fuori dagli schemi consueti, che si esibiranno, in Aula Magna martedì 6 dicembre alle 20.30, in un programma che prevede la Sonata per violino e pianoforte di Leoš Janáček, la Sonata per pianoforte e violino n. 3 di Johannes Brahms e la Sonata per pianoforte e violino n. 1 di Béla Bartók.
“Con Patricia creiamo i nostri nuovi programmi lavorando intensamente per ore, – racconta Fazil Say – a volte per giorni e settimane. Soprattutto le sonate che suoneremo a Roma sono opere che abbiamo provato per molto tempo. Credo che riusciamo ad esaltare bene ogni partitura. Sono molto felice di suonare con Patricia e sono entusiasta di incontrare il pubblico a Roma con queste opere”.
“Un tempo ero intimorita dalla sonata per violino e pianoforte di Leoš Janáček – racconta Kopatchinskaja – avevo paura di scoppiare da quanto è intensa e toccante questa musica. Janáček compone autentiche melodie vocali che parlano e urlano dolorosamente: va dritto al cuore, portando ciascuno di noi fuori dalla propria mente – e parlando di Fazil Say aggiunge – Fazil è un vulcano con una forza e un’energia indomabili e con il suo tocco spontaneo che trasuda libertà, in ogni concerto crea un personaggio diverso e racconta una nuova storia”.
Infatti su questo particolare repertorio i due artisti hanno anche inciso un CD l’estate scorsa, di seguito le note al programma di Fazil Say: Janacek ha iniziato a comporre la sua Sonata nel 1914, poi ne ha interrotto la composizione per un lungo periodo, apportandovi tuttavia molti cambiamenti e completandola soltanto sette anni più tardi, nel 1921. Prima di affrontare la Sonata ho inciso molti dei suoi brani. Penso che Janacek abbia un linguaggio musicale molto interessante e unico. Vediamo molto spesso melodie e folklore ceco nella sua musica. Sappiamo che è stato molto ispirato dalle melodie ceche, vivendo nella regione morava, da molti temi folk, temi che spesso ha usato nella sua musica. Lo sentiamo nella Sonata. Abbiamo cercato di interpretarla con profonda comprensione e contrasti. Uno degli ultimi lavori di Brahms, la Sonata in re minore, è una delle sue composizioni più belle e conosciute. Sentiamo la infinita sensibilità musicale di Brahms in ognuna delle quattro parti. La Sonata di Bartok è un capolavoro. E’ stata composta nel 1921, più o meno 100 anni fa, agli inizi del XX secolo. E’ un brano straordinariamente contemporaneo, moderno, pioneristico nella sua struttura ritmica e armonica, nelle sue melodie e astrazioni folcloristiche. Sebbene Bartok componga della musica così moderna, sentiamo che essa si basa sulla musica folk.
Straordinaria combinazione di profondità, brillantezza e umorismo, Patricia Kopatchinskaja dona al suo far musica un inimitabile senso teatrale. Che suoni Caikovskij, Ligeti o Schoenberg o presenti un proprio progetto musicale decostruendo Beethoven, Ustwolskaja o Cage, il risultato raggiunge sempre il cuore della musica.
Ospite delle più prestigiose sale da concerto, festival e orchestre, è stata ed è spesso protagonista di prime esecuzioni fra cui il Concerto per violino di Morton Illes, e quello di Francisco Coll. Intensa anche l’attività cameristica in duo con Polina Leschenko ma anche in Trio con la Leschenko e Reto Bieri.
Associate Artists al South Bank Centre di Londra nel 2021 continuerà a presentare nuovi Concerti di compositori viventi fra cui Luca Francesconi, Gyorgy Kurtag, Marton Illes. Nella stagione 2021/22 è stata ospite delle più importanti orchestre europee – fra cui i Berliner Philharmoniker – e americane.
Fra i progetti da lei creati: l’innovativo Bye Bye Beethoven; la registrazione video del Poema dadaista di Kurt Schwitters URSONATE; DIES IRAE, la decostruzione di una esperienza concertistica tradizionale ispirata dalla crisi climatica. Il progetto PIERROT LUNAIRE portato in tournée e inciso in disco. così il progetto VIVALDI con il Giardino Armonico, progetto che include nuove opere di compositori viventi. Più di recente ha inciso un programma con la violoncellista Sol Gabetta e la Camerata Bern dal titolo LES PLAISIRS ILLUMINES.
Con il suo straordinario talento, da più di 25 anni Fazil Say cattura l’attenzione di critica e pubblico: i suoi concerti sono qualcosa di diverso dal solito: più diretti, più aperti, più eccitanti, in breve arrivano direttamente al cuore.
Say ha studiato con Mithat Fenmen, a sua volta allievo di Cortot, che lo spinse ad improvvisare ogni giorno su temi quotidiani ed è probabilmente questo esercizio che ha fatto di Say il pianista e compositore che è oggi. Come compositore, ha avuto commissioni, tra gli altri, dal Festival di Salisburgo, dalla WDR di Colonia, dalla Konzerthaus di Vienna, dalla Fondazione Vuitton e da molti altri importanti festival e orchestre.
Nel 1994 gli è stato assegnato il Primo Premio al Concorso Internazionale Young Concert Artists. Da allora Say suona in tutto il mondo, con le più importanti orchestre e direttori e nelle più famose sale da concerto,costruendo un vasto repertorio ma non trascurando la musica da camera: ha collaborato, tra gli altri, con Patricia Kopatchinskaia, Maxim Vengerov, Nicolas Altstaedt e Marianne Crebassa.
E’ stato artista in résidence alla Konzerthaus di Dortmund, alla Konzerthaus di Berlino, al Festival dello Schleswig Holstein, poi ancora a Parigi, Tokyo, Merano, Zurigo, Amburgo, Istanbul, alla Hessischer Rundfunk di Francoforte, al Festival di Rheingau. Nella stagione 2015/16 è stato composer in résidence alla Dresdner Philharmonie.
Biglietti: € 25 – 20 – 15
Under 30 € 8
Under 18 € 5
Aula Magna della Sapienza
Piazzale Aldo Moro 5
Città Universitaria, Palazzo del Rettorato
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Per la stagione 2022-2023 la IUC ha rinnovato l’accordo di media partnership con Radio Vaticana, che si ringrazia.
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