Julyen Hamilton, un artista eclettico
Non è la prima volta che il Teatro della Contraddizione di Milano collabora con Julyen
Hamilton, figura eclettica e nota nel panorama inglese e attiva sulla scena internazionale.
Coreografo, poeta e musicista, da anni collabora anche con musicisti di fama internazionale come Barre Phillips, Fred Frith, giusto per citare alcuni nomi. The Eclipse of Reason è andato in scena al Teatro della Contraddizione il 3 e 4 dicembre 2022, mentre dal 30 novembre al 4 dicembre il Teatro
ha ospitato il laboratorio The Space Issue tenuto da Julyen Hamilton, incentrato sui temi dello spazio radiale e cartesiano e su come influenzano il corpo in movimento e lo spazio teatrale, inteso come luogo di incontro tra pubblico e interprete.
Un’improvvisata partitura stratificata per corpo e voce Dentro l’ccogliente e intrigante home theatre in stile vintage, contenitore di cultura e sperimentazione, spazio di passaggi e incontri – che è il Teatro della Contraddizione – ALLEN´S LINE (the Julyen Hamilton Company, composta da Paolo Cingolani, Claudia Pelliccia, Barbara Pereyra, Maya M. Carrol, Julyen Hamilton) crea un’intima composizione coreografica in work in progress. Un’improvvisata partitura stratificata per corpo e voce, dove il corpo utilizza la tecnica in maniera naturale e spontanea, la voce diventa strumento e suono dello spettacolo a partire dai frammenti di testi poetici – evidentemente preesistenti – e su cui si contruiscono le relazioni tra i danzatori. Voce e corpo si condizionano vicendevolmente, dentro uno spazio lunare dove i corpi sembrano sospesi e dominato dal caos – the Eclipse of Reason – il disordine della mente, l’eclissi della ragione – you have a lot of confusion in your head – recita uno dei personaggi. In scena si dialoga in versione multilingua: si parla in inglese, italiano, spagnolo e si crea un linguaggio proprio di forte impatto sonoro e sperimentale.
Tematiche filosofiche sono trattate con la leggerezza dell’umorismo inglese, come in una sitcom con le risate programmate. L’atmosfera è wild e libera, i danzatori sembrano i membri di una tribù multietnica con i volti dipinti, dove riti di svecchiamento e incantesimi d’amore sono presidi d’eternità. I corpi si muovono come mossi da forze esterne, interagiscono con presenze invisibili, dialogano con lo spazio indicando qualcosa che noi non vediamo e che è immaginato. Del resto Hamilton è fautore dell’dea dell’uomo come esistenza tridimensionale che può essere espansa in forma e suono. Propende la linea verticale di movimento “up and down” (“Una scala per il Paradiso…ma da che parte andare? Verso l’alto o verso il basso?”) alternata a “slides” orizzontali che creano traiettorie molteplici in uno spazio scenico / zona-limbo, quasi un mondo post-atomico dove si attende l’arrivo di una nuova era.
The Eclipse of Reason si distingue per l’originalità dell’idea, per le pecurialità artistiche di ciascun membro della compagnia, di grande maturità artistica e di forte interesse ai fini di un approfondimento. Resta tuttavia quello stampo laboratoriale – evidentemente legato all’aspetto improvvisativo – che, in questa occasione, non ha sortito gli esiti migliori.
Lavinia Laura Morisco