Eccellenza della musica da camera, il Prometeo esegue del compositore russo i Quartetti n. 6, 7, 8. Il concerto si inserisce nella rassegna “La musica da camera dal barocco al contemporaneo” sostenuta dalla Regione Lazio con il Fondo Unico 2023 sullo Spettacolo dal Vivo
L’anno nuovo all’Accademia Filarmonica Romana si apre all’insegna di Dmitrij Šostakovič e del progetto dedicato all’integrale dei suoi Quartetti per archi che il Quartetto Prometeo – Giulio Rovighi primo violino, Aldo Campagnari secondo violino, Danusha Waskiewicz viola, Francesco Dillon violoncello –, fra le più rinomate formazioni da camera in Italia ed Europa, ha avviato con successo dallo scorso anno. L’appuntamento è al Teatro Argentina giovedì 26 gennaio (ore 21), con il terzo dei sei concerti programmati nell’arco di tre stagioni, che vedrà l’esecuzione dei Quartetti n. 6 in sol maggiore op. 101, n. 7 in fa diesis minore op. 108, n. 8 in do minore op. 110.
Composti fra il 1938 e il 1974, i quindici Quartetti per archi di Šostakovič attraversano uno spaccato importante della storia del Novecento che va dalla Seconda Guerra Mondiale ai primi segni di distensione della guerra fredda. La storia e l’esperienza personale di Šostakovič rivivono e si intrecciano in queste composizioni che diventano preziosa testimonianza di un’epoca storica e di un particolare sentire musicale.
Seguendo l’ordine cronologico di composizione, nel concerto del prossimo 26 gennaio verranno proposti i tre quartetti scritti nell’arco di cinque anni, fra il 1956 e il 1960. Il Quartetto n. 6 op. 101 si caratterizza dall’uso di melodie spensierate e ispirate a danze tradizionali; è insolitamente breve (poco più di dieci minuti) e di intenso lirismo il Quartetto n. 7 op. 108, composto nel 1960 e dedicato alla memoria della prima moglie Nina Vasil’evna Varzar, scomparsa nel 1954. Scritto in soli tre giorni a Dresda, fra il 12 e il 14 luglio 1960, fra i più celebri di tutta la sua produzione quartettistica, il Quartetto n. 8 op. 110, estremamente compatto e concentrato in cinque movimenti, è dedicato, come si legge sullo spartito, “alle vittime del fascismo e della guerra”. Un lavoro dal sapore tragico in cui si cela la profonda depressione di quegli anni di Šostakovič, pressato dal regime che lo voleva iscritto al Partito comunista. La prima del Quartetto si tenne nella Sala Piccola della Filarmonica di Leningrado il 2 ottobre 1960. Il successo fu eclatante, il pubblico applaudì l’autore in piedi, il bis vide la riesecuzione per intero della partitura. Tutti e cinque i movimenti si susseguono senza interruzione, un monolite di gravi pensieri, ricordi pesanti, flusso di emozioni e riflessioni sulla propria esistenza, in cui ritornano melodie e temi di precedenti suoi lavori, fra cui la citazione dell’aria di Katerina da Lady Macbeth del Distretto di Mcensk, eseguita dal violoncello. A ritornare, fra le righe dei tre lavori il motivo DSCH, la firma musicale di Šostakovič. Tutti e tre i Quartetti vennero eseguiti per la prima volta dal Quartetto Beethoven, la formazione cameristica sovietica alla quale Šostakovič ha destinato quasi tutta la sua produzione quartettistica.
Il secondo concerto di stagione dedicato ai Quartetti sarà il 20 aprile, sempre al Teatro Argentina, con l’esecuzione del Quartetto n. 9 op. 117 e del Quartetto n. 10 op. 118, entrambi del 1964.
Vincitore della 50ª edizione del Prague Spring International Music Competition nel 1998 che gli ha aperto le porte verso una carriera internazionale, il Quartetto Prometeo ha ottenuto per due volte il premio speciale Bärenreiter al Concorso ARD di Monaco e il Leone d’Argento alla Biennale di Venezia 2012, confermandosi una delle formazioni più importanti della scena musicale internazionale.
Nel 1998 è stato eletto complesso residente della Britten Pears Academy di Aldeburgh, nel 1999 ha ricevuto il premio Thomas Infeld dalla Internationale Sommer Akademie Prag-Wien-Budapest per le “straordinarie capacità interpretative per una composizione del repertorio cameristico per archi”, ed è risultato secondo al Concours International de Quatuors di Bordeaux.
Si è esibito nelle più importanti sale tra cui Concertgebouw di Amsterdam, Musikverein di Vienna, Wigmore Hall di Londra, Aldeburgh Festival, Prague Spring Festival, Mecklenburg Festival, Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, Società del Quartetto di Milano, Amici della Musica di Firenze, Teatro La Fenice di Venezia.
Collabora con musicisti quali Mario Brunello, David Geringas, Veronika Hagen, Alexander Lonquich, Enrico Pace, Stefano Scodanibbio, Quartetto Belcea, Enrico Bronzi, Mariangela Vacatello, Lilya Zilberstein. Particolarmente intenso è il rapporto artistico con Salvatore Sciarrino, Ivan Fedele e Stefano Gervasoni.
Ha inciso per Ecm, Sony e Brilliant.
Dal 2013 è Quartetto in residence all’Accademia Chigiana di Siena in collaborazione con la classe di composizione di Salvatore Sciarrino, dal 2019 tiene corsi di quartetto presso l’Accademia Musicale Santa Cecilia di Portogruaro e dal 2020 a Roma nell’ambito di Avos Project.
Biglietti: Teatro Argentina da 16 a 26 euro, ragazzi fino a 14 anni 9 euro.
Info: filarmonicaromana.org, tel. 342 9550100, promozione@filarmonicaromana.org
::::::::::::::::::::::::::::
TEATRO ARGENTINA
giovedì 26 gennaio 2023 ore 21
QUARTETTO PROMETEO
Giulio Rovighi primo violino
Aldo Campagnari secondo violino
Danusha Waskiewicz viola
Francesco Dillon violoncello
Dmitrij Šostakovič
Quartetto per archi n. 6 in sol magg. op. 101 (1956)
Quartetto per archi n. 7 in fa diesis min. op. 108 (1960)
Quartetto per archi n. 8 in do min. op. 110 (1960)