Se il circo è il più grande spettacolo del mondo, come titolava un celebre film dei primi anni Cinquanta, il “Rony Roller Circus” ne è un esempio luminoso. Un circo “tradizionale” (come loro stessi si definiscono), con i clown, i trapezisti, il domatore, i giocolieri. È davvero un appuntamento da non perdere quello con lo chapiteau della famiglia Vassallo, impreziosito dalla presenza di Stefano Orfei, visibile a Roma fino a martedì 14 febbraio (in via di Boccea, angolo via di Torrevecchia).
Lo spettacolo, diviso in due parti e presentato da Alessia Dell’Acqua (erede di una storica famiglia circense), si apre in modo molto teatrale e dal sapore felliniano: l’ouverture è affidata ai clown Gyula Saly e sua moglie Elisa Pellegrini, che propongono un breve concerto di canzoni popolari (come “O sole mio” e “O sarracino”) eseguite con strumenti anche improbabili, come le bottiglie o la sega da falegname.
Gyula Saly, figlio del celeberrimo clown Vittorio (in arte “Patata”), è stato introdotto all’arte del pagliaccio fin da bambino. Una lunga esperienza che si traduce in una grazia e in una maestria davvero notevoli: il divertimento è assicurato. Da sottolineare, tra i tanti interventi dei clown Saly nel corso dello show, lo sketch delle “campanelle”, realizzato con il coinvolgimento del pubblico, particolarmente apprezzato da adulti e bambini.
Altrettanto gradite, con ripetuti applausi a scena aperta, sono state le esibizioni dei trapezisti. Piroette, doppi salti mortali, lanci da un pilone all’altro: un campionario di straordinari volteggi in cui si sono distinti Shaune Errani (alle cinghie aeree), la troupe dei Flying Camus (provenienti dal Cile), il giovanissimo Aris Martini (ai tessuti aerei), infine le sorelle Valentina e Maria Camus, che hanno dato vita a un fantastico esercizio di bambù acrobatico.
Grande successo anche per i giocolieri. Il ventenne Victor Saly si è esibito in una velocissima giocoleria a terra, seguita da un’eccezionale performance in cui ha suonato la batteria facendo rimbalzare (con le mani e con la bocca) palline colorate su tom tom e rullante. Nel corso dello spettacolo, inoltre, sono state ammirate le acrobazie d’aria dell’antipodista Michael Babic Vanacore e l’ipnotica giocoleria in bouncing della quindicenne Nicole Errani, premiata ai primi di gennaio con il Gold Award al Festival internazionale di circo per bambini “Yaskrava Arena Dnipro”.
Nello show del “Rony Roller Circus” (guidato dai fratelli Daniela, Alberto e Rony Vassallo) ha trovato spazio anche uno spassoso e sorprendente numero di trasformismo, eseguito da Riccardo Orfei e sua moglie Isabella Zavatta, che hanno dato vita a cambi di abiti così rapidi da suscitare nel pubblico continui gridolini di meraviglia.
Infine, gli animali. Il quattordicenne Manfredi Orfei Nones (nipote dell’indimenticata Moira Orfei) e suo padre Stefano Orfei, tra i più importanti addestratori al mondo e noto al grande pubblico per le numerose apparizioni televisive, si sono esibiti con cammelli, cavalli, pony, lama, con la “storica” elefantessa Katya e con gli immancabili tigri e leoni, per la gioia dei tantissimi bambini presenti.
E l’ultima annotazione da fare è proprio sul pubblico: numeroso, attento, molto partecipante. Ma soprattutto “multietnico”: famiglie del Senegal e della Cina, dell’India e dell’Ecuador, delle Filippine e della Romania, oltre ovviamente alle tantissime famiglie italiane. A dimostrazione che il linguaggio del circo – e il “Rony Roller” ben s’inscrive in questa tradizione – è universale, parla a tutti, e tutti possono intenderlo e goderne.
Marco Togna