Dramma intimo che si dipana fra amore e politica, l’Aida di Giuseppe Verdi torna in scena al Teatro Costanzi di Roma con la direzione musicale del Maestro Michele Mariotti in un nuovo allestimento che porta la firma di Davide Livermore: la prima di martedì 31 gennaio (ore 20) sarà trasmessa in diretta su Radio3 Rai, poi repliche, sei recite in totale, fino al 12 gennaio.
Un debutto personale per Mariotti che affronta per la prima volta in pubblico il celeberrimo titolo verdiano del 1871, commissionato al compositore per l’apertura del Canale di Suez nel 1870 su un libretto di Ghislanzoni e che sviluppa una trama abbozzata in francese da Camille du Locle proposta da Auguste Mariette, primo direttore del Museo Egizio del Cairo.
“Affronto Aida per la prima volta con il pubblico e in teatro – spiega Mariotti – dopo averla diretta in forma di concerto all’aperto, in piazza del Plebiscito a Napoli nell’estate 2020, e pochi mesi dopo in forma scenica all’Opéra di Parigi ma a porte chiuse, con trasmissione in streaming. Entrambe le esecuzioni si svolsero in momenti molto duri della pandemia”.
Mariotti esalta l’aspetto intimo, ma al tempo stesso il valore politico di questa partitura. “Voglio partire dai sentimenti nascosti dei personaggi che emergono dalla musica, oltre che dal libretto, per esaltarne le innumerevoli sfumature. Il Trionfo, momento finale del secondo atto, è magnifico, ma è un momento musicale bellissima e travolgente, ma non è la cifra dell’opera che viaggia invece su binari completamente diversi – spiega Mariotti – In quest’opera viene usato un linguaggio diverso perché c’è una volontà politica con un’accusa: i ricchi che sono sempre più ricchi e i poveri sempre più schiacciati e c’è la posizione di Verdi di accusare l’uomo e la sua incapacità di non sapere abbracciare la diversità. Questa accusa diventa un inno alla diversità che diventa un arricchimento” con ferma Mariotti.
Al centro della trama, estremamente popolare, l’amore contrastato fra Aida, figlia del re etiope, fatta schiava in Egitto, e Radames, generale delle truppe egiziane, erede al trono e promesso sposo di Amneris, figlia del faraone. Tradimento e ragione di Stato, segneranno il destino di Radames e Aida che condivideranno lo stesso destino e moriranno sepolti vivi.
“L’immensa partitura di Aida si lascia leggere naturalmente come un dramma intimo prima ancora che glorioso e patriottico, ma è un’opera che non si finisce mai di scoprire e di amare e credo che non sia stata ancora del tutto compresa” spiega Mariotti esaltando l’aspetto più evidente, ma spesso tralasciato dell’opera verdiana che nell’allestimento romano punta su un cast di grandi interpreti verdiani.
Nel ruolo di Aida, la principessa etiope, il soprano bulgaro Krassimira Stoyanova (si alterna con Vittoria Yeo, 2, 5 e 11 febbraio), interprete verdiana che ha interpretato lo stesso ruolo nei maggiori teatri lirici del mondo, dalla Scala a Madrid.
Da registrare una variazione nel cast: a causa di un’indisposizione Fabio Sartori deve rinunciare al ruolo di Radamès che sarà interpretato dal tenore statunitense Gregory Kunde, acclamato interprete del belcanto italiano e francese, ma anche esponente di spicco del repertorio verdiano. Si alterna con Kunde, Luciano Ganci nelle recite del 2, 5, 7 e 11 febbraio. Il ruolo di Amneris è affidato al mezzosoprano Ekaterina Semenchuk, grande interprete verdiana nello stesso ruolo anche al Festival di Salisburgo e all’Arena di Verona e che si alterna con Irene Savignano, giovane diplomata di“Fabbrica”, lo Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma (recite del 2, 5, 7 e 11 febbraio). Amonasro è il baritono Vladimir Stoyanov, il basso Riccardo Zanellato è Ramfis. Veronica Marini è la sacerdotessa, Giorgi Manoshvili è il Re, Carlo Bosi è il Messaggero. Il Coro dell’Opera di Roma è diretto da Ciro Visco.
L’allestimento è affidato alla fantasia immaginifica di Davide Livermore,
“Verdi parla della straordinarietà dell’amore che riesce a mettere insieme due persone che fanno parte di due etnie diverse, che appartengono a due mondi diversi, a due popoli che sono in guerra – spiega Livermore – Con Aida, Verdi riesce a raccontare le pieghe dell’umana fragilità in maniera straordinaria, tanto intimo quanto anche dell’uomo pubblico all’interno dell’establishment, dello stato”.
Livermore, che firma anche i movimenti coreografici, sarò affiancato dai suoi abituali collaboratori Giò Forma che cura le scene, Gianluca Falaschi che realizza i sofisticati costumi, Antonio Castro per le luci e D-Wok per i video, immancabili negli allestimenti del regista.
“Immedesimarsi in qualcun altro significa migliorarsi anche come essere umani e capendo le ragioni dell’altro apriamo il cuore, la mente e l’anima e per questo tutti saremo truccati nonostante gli egizi siano sempre stati mostrati con la pelle più chiara rispetto agli etiopi. Tutto abbiamo bisogno di uscire dalla comfort zone per essere artisti” spiega il regista.
Il debutto è come sempre preceduto dall’anteprima giovani in programma oggi, domenica 29 gennaio alle ore 16.30. Dopo la prima del martedì 31 gennaio (ore 20), Aida sarà replicata giovedì 2 febbraio (ore 20), venerdì 3 (ore 20), domenica 5 (ore 16.30), martedì 7 (ore 20), giovedì 9 (ore 20), sabato 11 (ore 18) e domenica 12 (ore 16.30). Info e dettagli su operaroma.it.
Fabiana Raponi