C’è attesa al caratteristico teatro del Grillo di Soverato (Catanzaro) per domenica prossima 5 febbraio, di cui è direttore artistico Claudio Rombolà, per “Bestie rare” di Angelo Colosimo per la regia di Roberto Turchetta che racconta la storia di un bambino che si trova catapultato in una situazione paradossale.
Da una semplice marachella dai risvolti tragicomici, emerge un substrato culturale cinico e spietato di un piccolo paesello della Calabria, pronto a giudicare e condannare senza remore anche se l’ imputato del “tribunale popolare” è poco più di un bambino.
Quello che all’inizio può sembrare un semplice gioco “pericoloso” da ragazzini, fatto per ammazzare il tempo, si rivelerà un gesto calcolato di vendetta. Una vendetta dovuta a soprusi, stupri e storie di pedofilia consumate da un Prete, uomo apparentemente virtuoso e rispettato dalla comunità, che servendosi di persone con disturbi mentali, adesca bambini per i suoi giochi viziosi.
“Le bestie rare erano quegli animali – si legge in una nota di regia – che un tempo girovaghi esibivano proprio perché rari, esotici, provenienti da zone lontane. Come una tigre, un coccodrillo, una scimmia è per me questo testo, appunto. Qualcosa che m’affascina proprio per la sua estraneità quasi preistorica, per il suo dis-ordine misterioso.
La lingua di “Bestie rare” racconta un modo di vivere in via d’estinzione, una cultura secolare meridionale che Angelo Colosimo ha incamerato durante la sua infanzia e che esplode qui dischiudendo tutti i suoi luoghi comuni, le sue gergalità, i suoi modi prosaici e poetici. Il testo è così affollato di metafore, così spalancato alle immagini vive che, da regista, mi son messo a fare semplicemente un po’ d’ordine qua e là, lasciando che le parole facessero tutti gli incantesimi del caso.
L’idea di regia, che il testo ha naturalmente ispirato, è quella del dromos, del corridoio. In questo caso, un corridoio circolare. Quindi un circo, un’arena dove dilagherà, spontanea come le mimose a primavera, la comunità intera d’un paese di Calabria, ritrovandosi a compiere un antico rito di catarsi; un piccolo Colosseo dove a fare giustizia non sarà mai la verità ma la voglia di violenza che ogni comunità crea, quasi per natura”. Domenica 5 febbraio è prevista, come al solito, una doppia rappresentazione teatrale alle 17 la prima ed alle 20,45 la seconda. Da non perdere!
Angelo Colosimo, nasce in Calabria a Lamezia Terme il 04/08/1980.
Si laurea nel 2008 al Dams, sessione cinema, alll’università di Bologna.
Dal 2001 inizia a frequentare corsi di Improvvisazione teatrale con l’associazione culturale “Belleville” e a fare le sue prime esperienze con il pubblico. Nella stessa associazione entra a far parte della compagnia del “Teatro ragazzi” portando in scena più di dieci spettacoli l’anno.
Nel 2007 entra a far parte della scuola attori presso il Teatro Due di Parma che gli permette di lavorare con: Valerio Binasco, Claudio Longhi e Walter Le Moli. Sempre nel 2007 inizia la collaborazione con Francesco Brandi.
Con quest’ultimo dal 2007 al 2011 porta in scena “Tutta colpa degli uomini” con Margot Sikabonij.
Tantissime altre sono state le esperienze in dieci anni di professione. Da E.Sanguineti con “Storie Naturali”, a F.Mangolini “Il vecchio innamorato”, fino al 2011 con la realizzazione dello spettacolo per la città di Bologna “Bologna 150” con F. Mazza e V. Franceschi , e lo spettacolo “Dozza un Uomo (al) Comune”.