“TESTIMONE D’ACCUSA”
Con VANESSA GRAVINA, GIULIO CORSO e PAOLO TRIESTINO
Regia di GEPPY GLEIJESES
Teatro Orazio Bobbio – Trieste
Un dramma giudiziario magistrale, messo in scena per la prima volta in Italia è stato
presentato al Teatro Bobbio di Trieste dal 23 al 26 febbraio. “Testimone d’accusa”,
con la regia di Geppy Gleijeses e interpretato da Vanessa Gravina, Giulio Corso e
Paolo Triestino, è tratto dal racconto di Agatha Christie pubblicato nel 1925. Puntuale
nel serrato avvicendarsi degli eventi giudiziari, la pièce, supportata da un imponente
allestimento si snoda, con toni drammatici e incalzanti dialoghi, fino a giungere ad un
doppio colpo di scena. Gli attori principali attraverso un’intensa interpretazione che
caratterizza con forza le peculiarità dei propri personaggi accompagnano lo svolgersi
della vicenda. La storia prende spunto da una variazione sul tema dell’uomo adultero,
Leonard Vole, interpretato da Giulio Corso (conosciuto per “Il silenzio dell’acqua 2”,
girato a Trieste, e “Il paradiso delle signore”). Al centro degli avvenimenti troviamo sua
moglie, Romaine, interpretata da Vanessa Gravina (impeccabile nella recitazione austera
della straniera fredda e calcolatrice) e l’avvocato di lui, Sir Wilfrid, incarnato da Paolo
Triestino (veemente, determinato, definito perfettamente nelle vesti dell’avvocato
difensore che crede nell’innocenza del proprio cliente). In scena anche Yaser Mohamed,
Antonio Tallura, Sergio Mancinelli, Bruno Crucitti, Paola Sambo, Michele Demaria,
Erika Puddu, Lorenzo Vanità. La compagnia inoltre si avvale della collaborazione del
pubblico in quanto, ogni sera vengono scelti dei giurati che salgono sul palco per
partecipare allo spettacolo. Un classico del giallo intramontabile che regala allo spettatore
l’emozione e la magia del teatro.
Note di regia:
Esiste la “commedia perfetta”? Forse sì. Secondo alcuni critici è “Il matrimonio di
Figaro” di Beaumarchais, secondo altri è “L’importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar
Wilde. Sul più bel dramma giudiziario però non ci sono dubbi: “Testimone d’accusa” di
Agatha Christie. Il gioco non verte tanto sulla psicologia dei personaggi (ci aggiriamo tra
simulatori occulti, assassini, grandi avvocati) quanto sulla PERFEZIONE del
meccanismo. È infernale questo meccanismo, con un colpo di scena dopo l’altro, in un
crescendo raveliano, una battuta dopo l’altra. E la costruzione “giudiziaria”?
Impressionante per precisione e verità, come se l’avesse scritta il più grande giudice
inglese del secolo scorso. Lo spunto, come spesso accade nelle opere della Christie, parte
dalla storia di una donna tradita dal marito più giovane; ed è uno spunto
autobiografico. L’autrice fu tradita dal primo marito (di cui però portò sempre il
cognome) e sposò poi un uomo molto più giovane di lei. Ma bastasse questo… Il film
capolavoro che ne trasse Billy Wilder era assai liberamente tratto -la Christie lo
considerava il miglior adattamento cinematografico della sua opera-. Il testo teatrale è
assai più asciutto, non concede tregua alla tensione, affonda come una lama di coltello
affilatissima (letteralmente) nella schiena di chi osserva. Considerare la “maestra del
brivido” un’autrice di consumo è come valutare Hitchcock un cineasta di serie B. Agatha
è un genio e tale per sempre resterà. E qui, più che in “Trappola per topi”, più che in
“Dieci piccoli indiani” questo diamante luccica in tutto il suo splendore. Naturalmente
metterlo in scena richiede un cast di livello superiore e un realismo (non certo
naturalismo) rigidissimi. E una dovizia di mezzi scenografici e recitativi. Io l’ho messo in
scena con Vanessa Gravina, bella, bravissima e impossibile, Giulio Corso, uno dei
migliori dell’ultima generazione, e altri 9 attori, tutti perfettamente aderenti ai ruoli. Per
chiudere (ed essere più chiaro) vi anticiperò due particolari: in scena avremo lo
stenografo che scriverà -con il particolare ticchettio- tutti i verbali del processo su una
macchina stenografica autentica del 1948 (la commedia è del ‘53), i sei giurati saranno
scelti tra il pubblico sera per sera, e chiamati a giurare e ad emettere il verdetto.
Buoni brividi a tutti!
Geppy Gleijeses
Foto di scena PINO LEPERA
TESTIMONE D’ACCUSA
Di Agatha Christie
Traduzione di Edoardo Erba
Regia di Geppy Gleijeses
Con Vanessa Gravina, Giulio Corso, Paolo Triestino e Yaser Mohamed, Antonio Tallura,
Sergio Mancinelli, Bruno Crucitti, Paola Sambo, Michele Demaria, Erika Puddu,
Lorenzo Vanità
Scene Roberto Crea
Costumi Chiara Donato
Artigiano Della Luce Luigi Ascione
Musiche Matteo D’amico
Aiuto Regia Norma Martelli