Firenze, 13 marzo 2023 – Gli orizzonti sonori del Musicus Concentus si ampliano ancora. Sabato 25 marzo e sabato 13 maggio torna Glorytellers, la rassegna che propone alcuni dei nomi più stimolanti della musica contemporanea, guardando a movimenti come il neo folk e alle sue contaminazioni.
Nella prima data, in Sala Vanni il 25 marzo alle 21:15, va in scena il canadese Eric Chenaux, musicista che negli ultimi dieci anni ha rivoluzionato il mondo e il senso del songwriting di matrice jazz. I suoi dischi affrontano la relazione tra struttura e improvvisazione, in modi molto particolari e unici, senza cinismo ma con amore. Perché in fondo quelle di Chenaux sono canzoni d’amore, che canta con voce dolce e limpida, mentre la chitarra si piega delicatamente, diverge e scompone. A dispetto di un’innegabile vena iconoclasta, la sua musica rimane meravigliosamente calda, generosa e in ultima istanza accessibile.
Da qualche anno Eric Chenaux vive in Francia, ma è stato un caposaldo della musica DIY e sperimentale a Toronto negli anni ‘90 e 2000, leggenda del post-punk locale con Phleg Camp (assolutamente da recuperare se amate gli Shellac) e Lifelikeweeds. Dal 2006 incide per Constellation Records: una discografia geniale che spazia dal folk più avventuroso, sontuoso, languoroso e decostruito, al jazz, fino a ballate di influenza pop. Eric compone anche colonne sonore e musica per la danza, e collabora regolarmente con altri artisti: tra di essi Marla Hlady, con la quale ha realizzato numerose installazioni sonore, e il regista Eric Cazdyn, con cui ha realizzato il film Play the Cube nel 2014. Ha fatto inoltre parte della band del musicista canadese Sandro Perri partecipando a vari suoi album, e ha suonato, tra gli altri, con Radwan Ghazi Moumneh (Jerusalemin My Heart), Martin Armold, Pauline Oliveros, John Oswald, Michael Snow, Han Bennink, Michael Moore e molti altri ancora. Say Laura è il suo ultimo disco solista, acclamato dalla critica (secondo miglior disco del 2022 per la rivista Blow Up). Prima c’era stato Slowly Paradise (2018), altro capolavoro, che gli era valso (tra le altre cose) la copertina di The Wire.
Su tutt’altro fronte musicale è invece il secondo appuntamento di Glorytellers, previsto per sabato 13 maggio, sempre in Sala Vanni con i Dictaphone. Formatesi a Berlino sul finire degli anni Novanta, i Dictaphone sono un progetto del polistrumentista di Bruxelles Oliver Doerell e del sassofonista berlinese Roger Döring che spazia dal dark jazz all’elettronica minimalista. Grazie al contributo di diversi musicisti ospiti (ad esempio Stephan Wöhrmann degli SWOD e Malka Spigel dei Minimal Compact), negli anni successivi il duo pubblica l’acclamato m.= addiction (2002), l’EP Nacht (2004) e Vertigo II (2006) tramite l’etichetta City Centres Offices di Thaddeus Herrmann e Shlom Sviri (Boomkat, Modern Love). Nel 2009 si è unito alla band il violinista Alex Stolze. Nel corso dei due decenni di esistenza i Dictaphone hanno suonato in più di 20 paesi e partecipato a importanti festival come Mutek, Transmediale, Unsound, Benicassim e altri.
I dischi del gruppo sono ormai una garanzia di qualità, una certezza, piccoli gioielli di elettronica cine (fantas) matica. Non fa eccezioni il recente Goats & Distortions 5, uscito sulla sempre ottima Denovali.
Inizio concerti ore 21:15
Sala Vanni (Firenze) – Piazza del Carmine 14
Ingresso 13 € + d.p – 20 € alla porta se disponibili
maggiori informazioni www.musicusconcentus.com