CRUDO FESTIVAL
danza contemporanea e performing art
INdivenire
seconda edizione
a cura di Leggere Strutture Art Factory
dal 13 al 20 aprile 2023
Teatro Dehon (via Libia 59, Bologna)
13|14|18|19|20 aprile 2023 ore 21.00
Parco 11 settembre (via Azzo Gardino, Bologna)
16 aprile 2023 ore 17.00
Dal 13 al 20 aprile 2023
la città di Bologna accoglie la seconda edizione di CRUDO, Festival di danza contemporanea e performing arts, a cura di Leggere Strutture Art Factory e ospitato il 13, 14, 18, 19, 20 aprile al Teatro Dehon (via Libia 59), che per il Festival Crudo diventa un vero e proprio centro di sinergia, curiosità e nuove idee sul mondo della danza contemporanea; e domenica 16 aprile al Parco 11 Settembre per lo spettacolo in urbano Secondo compendio Guerra partiture fisiche di Anna Albertarelli, che apre una nuova dimensione del Festival, ospitando una performance di integrazione di danza e disabilità, dal laboratorio CorpoPoetico® www.corpopoetico.com.
Crudo Festival ha il patrocinio del Comune di Bologna ed è in collaborazione con il Teatro Dehon di Bologna.
Il Festival nasce e si sviluppa per mettere in luce artisti emergenti del panorama della danza contemporanea nazionale ed internazionale, portando in scena nuove energie creative, che intraprendono un percorso innovativo ed esperienziale, con tecniche e focus inediti. La seconda edizione ha per sottotitolo INdivenire, così come sono in divenire e crudi gli spettacoli di danza contemporanea e performing arts, che hanno come primo debutto il palco del Teatro Dehon, con l’obiettivo di valorizzare nuove produzioni, individuare nuovi contesti nascenti che in piena lavorazione si presentano nella loro più compiuta creazione all’interno del Festival.
Inoltre CRUDO 2023 pone uno sguardo sui progetti di produzione selezionati dal Bando “CRUDO. e non solo” che hanno ottenuto un periodo di residenza artistica all’interno dello spazio crudo e restituzione pubblica in forma di anteprima nella Rassegna CRUDO nel periodo invernale (ottobre-dicembre 2022).
Particolare attenzione alle compagnie, coreografi e danzatori del territorio con l’intento di creare delle connessioni importanti tra la città e gli artisti. Ha l’obiettivo di creare un maggior interesse nel pubblico sensibilizzando al coinvolgimento dello spettacolo e alla conoscenza degli artisti locali, scoprendone il valore e il lavoro artistico presenti nella città di Bologna.
Numerosi anche gli eventi e le performance di grande intensità che hanno come protagonisti artisti già noti del mondo della danza contemporanea, creando così un’opportunità di scambio e dialogo tra giovani talenti, professionisti affermati, esuberanti creatori e pubblico curioso e attento.
Programma giorno per giorno
Giovedì 13 aprile (dalle ore 21.00, Teatro Dehon) il Festival si apre con Quintetto del talentuoso coreografo e danzatore Marco Chenevier, noto a livello internazionale. Il lavoro coreografico è incentrato sulla figura simbolica del numero 5, una cifra dell’uomo, a cui gli uomini hanno attribuito significati trascendentali fin dalla notte dei tempi. Marco Chenevier, vive e lavora tra Francia e Italia, coreografo, danzatore, regista e attore, sviluppa, in qualità di autore, una ricerca che attraversa i codici linguistici, ne esplora i limiti e mette in discussione forma e struttura, creando originali ibridi nati dalla fusione tra danza, teatro, circo, cabaret, giochi di società e tecnologia. Ha firmato oltre quindici importanti produzioni e ha collaborato come danzatore con diverse compagnie tra Italia e Francia (Romeo Castellucci e Cindy Van Acker, Cie CFB451 in seno al CCN di Roubaix – Carolyn Carlson, Cie Lolita Espin Anadon…).
Venerdì 14 aprile (dalle ore 21.00, Teatro Dehon) va in scena Pós- Sacre, intenso assolo del coreografo e danzatore brasiliano Lucas Delfino. Lo spettacolo fa parte di un ciclo di ricerca condotto dal regista e coreografo Ricardo Gali della Compagnia Perversos Polimorfos (San Paolo – Brasile) che durante la pandemia ha commissionato a 8 dei suoi performer collaboratori uno studio di movimento partendo dalla Sagra della Primavera, opera-simbolo con la coreografia di Nijinsky e la musica di Strawinsky. Lucas Delfino nato nel 1988 a Belo Horizonte (Brasile), dopo gli anni formativi in Brasile con la Compagnia Perversos Polimorfos, nel 2015 si trasferisce in Europa, passando dal Portogallo e stabilendosi in Italia a Bologna. Approfondisce gli studi nel programma Art Factory International, per poi collaborare con Lara Russo, con la Compagnia Artemis Danza di Monica Casadei, con Manfredi Perego, e attualmente oltre l’insegnamento collabora con Luna Cenere e la compagnia ASMED – Balletto di Sardegna.
A seguire il coreografo Mattia Gandini debutta con lo spettacolo Un Solo forte al piano, una produzione Leggere Strutture. Un’ironica e autobiografica investigazione corporea sul fattore contrastante, la forza, la delicatezza, la velocità, la lentezza, la soggettiva e l’oggettività. La musica del pianista Marco Paganucci accompagna dolcemente e con disappunto le note di questa piccola visione di vita in un percorso intrigante e a tratti ironico e leggero. Mattia Gandini nato ad Alessandria, è coreografo e insegnante di composizione coreografica e danza contemporanea in diversi centri e scuole di danza in Italia e all’estero. Ha studiato musica al Conservatorio Antonio Vivaldi e formato come professionista all’Accademia Internazionale Rosella Hightower a Cannes. Successivamente, ha lavorato come danzatore al Teatro alla Scala di Milano, all’Arena di Verona, al Teatro Carlo Felice in Genova, e in altri importanti teatri e compagnie nazionali ed internazionali. Nel 1994 crea le sue prime produzioni come coreografo. Nel 2004 fonda a Bologna la Compagnia Leggere Strutture, dove lavora come coreografo e direttore artistico. Nel 2008 ha co-fondato il Centro Artistico Culturale Leggere Strutture Art Factory, nel 2016 ha fondato Art Factory International, Centro e Programma di formazione internazionale di danza contemporanea per giovani danzatori.
Domenica 16 aprile (ore 17, ingresso gratuito) il Festival si sposta al Parco 11 settembre per lo spettacolo, in urbano Secondo Compendio guerra, partiture fisiche di Anna Albertarelli, assistente Jacopo Desiato, performance di integrazione di danza e disabilità elaborata dal percorso CORPO POETICO® Ricerca per altri movimenti DanzaTeatroDisabilitàIntegrazi
Martedì 18 aprile (dalle ore 21.00, Teatro Dehon) va in scena Cross Road, primo studio di e con giovani coreografi Laura Chieffo e Giovanni Zoffoli. Progetto selezionato dal bando di residenza SpazioCrudo 2022 presenta a CRUDO, la forma più compiuta del lavoro di ricerca. Il progetto pone l’attenzione sull’incontro tra due corpi, verso il concetto di legame, inteso come incontro e fiducia, ma anche scontro, tensione e lotta, accompagna i due performers nel loro lavoro, esplorando la relazione a due, in un continuo scambio vitale in evoluzione, alla ricerca di un equilibrio condiviso che si rimodula per tutto il tempo, attraverso un dialogo intimo e giocoso. Giovanni Zoffoli nasce a Bologna nel 1993 iniziando il suo percorso di studi con hiphop e house dance. Dopo gli studi di danza contemporanea e teatro fisico e numerose collaborazioni come danzatore, dal 2020 risiede a Bologna e in concomitanza con gli studi in osteopatia presso la scuola CRESO, sviluppa e insegna con Laura Chieffo un metodo di ricerca/pratica chiamato TABO-Movement practice. Laura Chieffo danzatrice, performer, docente. Si forma con la danza contemporanea in Italia (Opus Ballet, Simona Bertozzi, Loris Petrillo) e in Francia con l’Hip Hop e il Breaking. Artista associata alle Compagnie Sosta Palmizi e Dé Jà Donné. Docente in centri di formazione e impegnata in progetti di integrazione e inclusione per le nuove generazioni: Jungle Kids, Sottosopra, sostenuti dal Comune di Bologna e DancER un progetto di LaborArtis. Dal 2020 sviluppa e insegna ‘TABO-movement practice insieme a Giovanni Zoffoli, attraverso diversi workshop e seminari.
Conclude la serata lo spettacolo White Noise, regia e coreografia di Elisa Pagani /Compagnia DNA, in scena due danzatrici, primi o ultimi esseri umani sulla Terra, che compiono un viaggio, un ciclo vitale, un’era geologica. Lasciano il brodo primordiale, i due Liocorni, questa volta in grado evolversi, adattarsi, sopravvivere, fallire e raccogliersi, infine designare la fine di uno dei viaggi possibili. DNA, compagnia di danza contemporanea con base a Bologna, fondata nel 2009 dalla danzatrice e coreografa Elisa Pagani che ne cura anche la direzione artistica. L’ensemble è caratterizzato da uno stile distinto e riconoscibile, in grado di unire forte fisicità, emozione e istinto, mostrando una perfetta sincronia tra forma e sostanza.
Mercoledì 19 aprile (dalle ore 21.00, Teatro Dehon) è in scena M e t a m o r p h o s i s, Atti Di Metamorfosi Contemporanea, creazione originale e interpretazione di Carlo Massari tra i più significativi e sorprendenti coreografi del panorama nazionale e internazionale, una Produzione C&C Company. Un nuovo, delicato progetto di ricerca sul sottile confine tra uomo e bestia; un’indagine sulle trasformazioni, sul cambiamento, l’alterazione fisica e spirituale dell’essere, la ricerca della propria natura, identità, forma. Partendo dal concetto di uomo come animale pensante e dotato di una coscienza individuale, lo si va a scoprire, denudare, mettere in relazione con i suoi istinti più veri, le paure che rendono impotenti, la sua faccia più animalesca, la pura verità del corpo. Questa nuova creazione, è incipit del percorso di ricerca triennale site-specific sulla Metamorfosi compiuto dalla C&C Company e segna un‘importante affermazione del linguaggio compositivo identitario della Compagnia. La Compagnia C&C Company denota fin dagli esordi una vocazione per l’ibridazione tra danza e physical theater e con altri codici artistici. Ha sempre cercato, attraverso un linguaggio necessario e privo di sovrastrutture, di raccontare la società contemporanea nelle sue molteplici sfaccettature e la profondità delle relazioni interpersonali, affrontando tematiche universali e nelle quali lo spettatore, anche con ironia, possa riconoscersi e riflettere.
Finale di serata con il lavoro della giovane coreografa Elena Bolelli che presenta La Famiglia, primo studio, progetto selezionato dal bando di residenza SpazioCrudo 2022. La Famiglia è una creazione provocatoria, un percorso in progress. “Famìglia s. f. (lat. famĭlia, che – come famŭlus «servitore, domestico», da cui deriva – è voce italica, indicò dapprima l’insieme degli schiavi e dei servi viventi sotto uno stesso tetto, e successivamente la famiglia nel significato oggi più comune).” Elena Bolelli è originaria di Bologna. Nel 2017/2018 è entrata a far parte della compagnia post-laurea Verve sotto la direzione di Matthew Robinson. Dopo importanti collaborazioni all’estero, nel 2020 Elena ha iniziato una collaborazione con Nunzia Picciallo. Attualmente è freelance nel Regno Unito, in Italia e in Europa, lavorando come insegnante di Gaga per diverse istituzioni e come creatrice e performer per diversi coreografi.
Giovedì 20 aprile (dalle ore 21.00, Teatro Dehon) per l’ultima giornata di Festival ancora spettacoli in divenire e debutti. Apre la serata il coinvolgente Lying in a field of thorns di Yotam Peled, coreografo israeliano, che sperimenta con i danzatori di Art factory International programme 22/23, la sua ricerca dei lavori di creazione ENTROPIA (2018) e fauna futura (2021) che indagano e ruotano intorno al tema del selvaggio e dell’addomesticato, ai rituali contemporanei e ai cicli di costruzione e distruzione. Yotam Peled è nato Israele nell’89. Dopo varie esperienze nel mondo della danza e del circo contemporaneo nel 2015 si trasferisce a Berlino e da allora ha lavorato come artista freelance con diversi coreografi europei, tra cui Maura Morales, Yann L’Hereux, Troels Primdahl, Jill Crovisier e Mitia Fedotenko.
Si conclude con lo spettacolo, in prima nazionale, Akmè della Compagnia La casa Oscura di Sabino Barbieno e Núria Argilés, artisti che si sono formati artisticamente a Leggere Strutture Art Factory costituendo una Compagnia autonoma che sta iniziando a fare i primi passi nel mondo della danza. Akmé racconta di come siamo esseri limitati che vivono in spazi limitati e per un tempo limitato. Forse abbiamo bisogno di creare nuovi limiti, siano essi mentali, biologici, sociali. Sabino Barbieno ha una formazione come regista teatrale presso l’Università Nazionale Sperimentale delle Arti (UNEARTE) in Venezuela. Ha studiato musica al conservatorio di musica Simón Bolívar. Si è formato a Modena Danza e Art Factory International in Italia. Ha lavorato nella compagnia di danza contemporanea del teatro Teresa Carreño, DRAMO (la drammaturgia del movimento), Artemis Danza e altre. Ha vinto il Festival Miradas (2017) per i nuovi registi presso la casa dell’artista a Caracas. Vincitore di altri premi come il concorso internazionale di danza delle città di Rieti e Spoleto. Allo stesso tempo, è insegnante di yoga presso l’Associazione Internazionale di Yoga e Yoghismo. Fondatore della compagnia di danza La Casa Oscura. Núria Argilés Macià, si è formata in danza contemporanea presso Art Factory International in Italia. Ha una formazione in danza classica, ottenendo fino Advanced 1 dalla Royal Academy of Dance. Si è esibito dal 2015 al 2019 nel gruppo di danza urbana MovementiCS e duetto Akrúa. Recentemente ha fatto parte della compagnia austriaca Connecting Arts. Fondatrice della compagnia di danza La Casa Oscura. Allo stesso tempo, lavora come personal trainer e fitness trainer e sta sviluppando uno studio sulla preparazione fisica per i ballerini professionisti.
Per info: https://www.spaziocrudo.com/
http://www.leggerestrutture.
Biglietto unico: 12,00 euro
Abbonamento per le 5 serate a prezzo intero: 50,00 euro
Ingresso gratuito – Secondo Compendio Guerra – Parco 11 settembre
Biglietti online disponibili sul circuito Vivaticket.
I biglietti si possono acquistare presso la biglietteria del Teatro Dehon dal martedì al sabato, ore 15-19, oppure un’ora prima dell’inizio di ogni spettacolo