Nuovo debutto di un direttore italiano a Santa Cecilia: per il concerto in programma il 27 aprile alle ore 19.30 (con repliche venerdì 28 aprile alle ore 20.30 e sabato 29 ore 18, Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone) sarà il torinese Antonello Manacorda, classe 1970, a salire per la prima volta sul podio dell’orchestra ceciliana.
Dopo un inizio di carriera come violino di spalla della Mahler Jugendorchester, è stato tra i fondatori della Mahler Chamber Orchestra quindi, incoraggiato da Claudio Abbado e da Simon Rattle, ha iniziato a dedicarsi alla direzione d’orchestra. Dal 2010 è Direttore artistico e Principale della Kammerakademie Potsdam, con la quale ha vinto importanti premi discografici, e nelle ultime stagioni ha debuttato con i Berliner Philharmoniker, Staatskapelle Dresden ed è stato ospite del Metropolitan di New York, Fenice di Venezia, Bayerische Staatsoper di Monaco e numerosi altri teatri.
Manacorda aprirà la serata con la suite op. 60 del Borghese gentiluomo di Richard Strauss (ultima esecuzione a Santa Cecilia nel 2006). In origine Le bourgeois gentilhomme era nata come comédie-ballet nella quale al testo di Molière erano inframmezzate le musiche di Lully e Strauss, nel preparare le sue musiche per il suo Borghese gentiluomo, ne tenne conto rielaborandone alcune. La partitura straussiana è di un fascino e di un’eleganza straordinari che conquista con la freschezza dei temi e il vivido colore orchestrale, ottenuto nonostante le dimensioni ridotte dell’orchestra.
Per il secondo brano, al direttore e all’orchestra si unirà Alessandro Carbonare, Primo clarinetto di Santa Cecilia, per la Sonata op. 120 n. 1 di Brahms (originariamente scritta per clarinetto o viola e pianoforte), trascritta nel 1986 per orchestra, su richiesta della Los Angeles Orchestra, da Luciano Berio. «Per molti anni» scrive lo stesso Berio, «parecchi amici, virtuosi della viola e del clarinetto, mi hanno espresso il rammarico che il loro strumento non potesse giovarsi di un repertorio con orchestra sufficientemente ampio. Gli amici, dunque, con la complicità di un mio vecchio amore di gioventù (la Sonata op. 120 n. 1 in fa minore per clarinetto o viola e pianoforte di Brahms) mi hanno convinto. Non è poi tanto semplice trasformare in orchestra il pianoforte di Brahms, in maniera tale da farlo dimenticare e dare l’impressione che il lavoro sia stato concepito per orchestra. La Sonata diventa quindi quasi un Concerto e, “quasi come” fossi Brahms, ho scritto una breve introduzione al primo movimento e una, brevissima, al secondo».
Chiude il programma la Sinfonia n. 6 (1818) composta dall’allora ventunenne Franz Schubert, che spicca per la raffinatezza della scrittura orchestrale e in cui il compositore prova a liberarsi dei modelli di Mozart e Haydn, mentre Beethoven sembra affacciarsi nello Scherzo e il Finale rende omaggio a Rossini, in un clima quasi da opera italiana. www.santacecilia.it, biglietti da € 19 a € 52
giovedì 27 aprile ore 19.30, venerdì 28 aprile ore 20.30, sabato sabato 25 marzo ore 18
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone – Sala Santa Cecilia
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
direttore Antonello Manacorda
clarinetto Alessandro Carbonare
Molière in musica
Strauss Il borghese gentiluomo
Brahms/Berio Sonata per clarinetto op. 120 n. 1
Schubert Sinfonia n. 6
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www.santacecilia.it
biglietti da € 19 a € 52