Nel libro di L. Frank Baum “Il meraviglioso mago di Oz”, su cui si basa lo spettacolo, Dorothy viveva in una fattoria nella prateria del Kansas con suo zio Henry e zia Em, una coppia sconfitta che “non sapeva cosa fosse la gioia”. Inizia così, inaspettatamente, il viaggio della giovane adolescente la quale viene spazzata via dalla sua casa dopo essere stata travolta da un tornado. Dorothy si ritrova in The Land of Oz un mondo popolato da ogni sorta di esseri e creature, alcune delle quali hanno poteri magici.
All’inizio, si prova un po’ di delusione nell’assistere alla scena iniziale senza aver ascoltato il celebre brano Somewhere Over the Rainbow interpretata per la prima volta nel 1939 dalla sedicenne Judy Garland. Proprio per via del suo messaggio positivo, questo brano è stato spesso utilizzato come vero e proprio “inno” di vari movimenti per i diritti civili e, in più, è stato oggetto di innumerevoli cover. “Da qualche parte, sopra l’arcobaleno, i cieli sono blu / E i sogni che osi sognare si avverano davvero”.
Poi, nel corso dello spettacolo, si resta affascinati dal suggestivo allestimento portato in scena dalla Compagnia Romanov Arena, per gli effetti visivi con trucchi, costumi e scenografia ben curati, con immagini di animazione proiettate sullo sfondo che evocano, con sfumature da trip psichedelico, mondi bizzarri e fantasiosi che portano con sé lo stupore e l’incanto delle favole. La musica originale scritta e diretta dal giovane compositore Andrei Zubets, che spazia dalle melodie liriche alla vivace musica circense, si integra perfettamente con gli altri elementi dello spettacolo, come le coreografie e le acrobazie circensi.
In tutto il cinema occidentale, esiste un’immagine più riconoscibile di Dorothy nel suo abito blu avio, a braccetto con lo Spaventapasseri, il Leone e l’Uomo di Latta, che saltella per la Città di Smeraldo alla ricerca del Mago che possa realizzare i loro sogni? Si tratta, nelle intenzioni dell’Autore, di una fiaba senza una vera e propria morale. Nel momento in cui i protagonisti, dopo aver superato ogni ostacolo, trovano il mago, si scopre che non hanno più bisogno della sua magia. Oz è un’illusione. Ciò che è reale è il valore autentico, ingenuo dei viaggiatori e il cameratismo del viaggio.
Maxim Romanov dirige con efficace fluidità narrativa il cast di 25 artisti composto da cantanti, danzatori e alcuni tra i maggiori acrobati del circo contemporaneo mondiale, in cui il linguaggio del musical e del circo contemporaneo si fondono in una nuova dimensione.
Nel complesso, “Il mago di Oz” è stato eseguito con molta professionalità in termini di qualità delle performance con danze, recitazione e canto brillanti e il divertimento è assicurato. E’ tecnicamente efficace, ma un po’ carente nell’umanità, manca di un vero calore empatico e di quell’ingrediente magico che fa credere al pubblico di essere nello stesso viaggio emotivo dei personaggi. Tuttavia, è una serata incredibile – intrattenimento fantastico sia per i bambini che per gli adulti.
Roberta Daniele