Prosegue sino a maggio la sesta edizione di FOG Performing Arts Festival alla Triennale di Milano con artisti da tutto il mondo. Performance, Musica, Danza e Teatro sono i protagonisti di questa “perturbazione in corso” dal forte impatto e approccio sperimentale.Dal 30 marzo al 2 aprile è stata la volta di Ant Hampton e Tim Etchells con Not to Scale. Fuori Scala. Not to scale
ha all’origine un progetto pensato e realizzato da più di dieci anni fa dal titolo The Quite Volume. Nasce dall’idea di creare una pièce per matita, carta e gomma all’interno di luoghi extrateatrali, come può esserlo una biblioteca. Immaginata come un momento di “silent reading” attraverso l’uso di cuffie, in uno spazio popolato di persone che leggono o lavorano. Il silent reading diventa silent drawing pensato per due persone sedute l’una accanto all’altra, in occasione di Not to Scale nell’affascinante spazio della Triennale di Milano.
Cos’è l’Autoteatro
Servono solo un foglio, una penna, una gomma e due persone per creare una performance di Autoteatro. Questo è il termine coniato da Ant Hampton insieme all’artista italiana Silvia Melcuriali alcuni anni fa. Si tratta di una performance autocreata in tempo reale attraverso l’ascolto di un’audioguida, ma nessuno sa esattamente cosa accadrà. L’audioguida dalla componente sonora binaurale (a due orecchi) in salsa jazz, è la colonna sonora di una storia di segni e di impronte tracciati su un foglio fuori scala (non serve saper disegnare!).
Not to scale: tracce sulla via del ritorno, un percorso introspettivo
Not to scale è un’esperienza di condivisione di uno spazio, di interpretazione, di conoscenza, di coscienza, di incontro reale e onirico.
Un percorso introspettivo, che si muove tra psicologia e immaginazione, una guida che ti conduce per poi trascinarti nello smarrimento percettivo di una foresta virtuale, dove lo spettatore è il demiurgo di un mondo stilizzato e da cui dipende la sorte di un uomo sul punto di morire. L’ascolto sincrono dell’audioguida con istruzioni diverse, ma unite da un evidente fil rouge – che si evince dalle tracce sui fogli – crea situazioni di teatro nel teatro e di voyeurismo cinematografico dove, ci si guarda reciprocamente e, contemporaneamente, si viene guardati dagli occhi disegnati su un foglio su commissione dell’audioguida. Aperture e chiusure, comparse e scomparse, fogli bianchi e fogli scarabocchiati, conducono dentro un trip della mente, dove l’io si moltiplica sul foglio a partire dalle nostre mani e dai nostri capelli. Il risultato è un meccanismo di immedesimazione, ma che ci costringe sempre a guardarci dal di fuori, per poter mantenere un controllo quasi registico su quanto sta accadendo sul foglio.
Not to scale è una performance dall’approccio sperimentale e che lascia intravedere degli interessanti sviluppi futuri in nuovi contesti, è anche, una percorso di tracce sulla via del ritorno, oppure, è immaginazione di un aldilà oltrepassato e popolato da nostri simili e animali.
Lavinia Laura Morisco