Nonostante la Brexit, le esportazioni italiane nel Regno Unito vanno alla grande; tra i prodotti più richiesti il prosecco, le commedie di Dario Fo e l’estro di un giovane attore nato a Roma, ma bilingue dalla nascita, Simon d’Aquino, ora noto come Simon Allder avendo preso come nome d’arte quello più anglosassone della madre londinese (e quindi meno storpiabile oltremanica di quello del celebre santo, suo avo da parte di padre).
Dopo le esperienze teatrali più disparate, dal Bell Boy in un allestimento interattivo della compagnia Secret Cinema di Grand Budapest Hotel, a Oscar Wilde, e con un continuo casting in capolavori russi, da Cechov a Dostoievsky, Simon Allder approda ora, e quasi per diritto di italianità, al ruolo del magistrato in Clacson, trombette e pernacchi nella celebre commedia di Dario Fo e Franca Rame. Tolti dal titolo quei fastidiosi clacson italiani, che in Inghilterra si suonano poco, Trumpets and Raspberries, debutta tra pochi giorni al piccolo e caratteristico Barons Court Theatre nel quartiere londinese di West Kensington (a pochi passi dal suo appartamento in una casa vittoriana dalle bianche colonne, costruita nel 1890, e dai campi da tennis del Queens Club dove Matteo Berrettini si conferma campione nel giugno 2022) . Si tratta di una satira politica, scritta nel 1981 durante gli ultimi Anni di Piombo, in cui Fo stesso interpretava la parte dell’Avvocato Agnelli, rapito da non si sa quale organizzazione terroristica. Al Barons Court Theatre, per la regia di Gerrie Skeens, sarà in scena dal 18 aprile al 6 maggio. Una produzione Wayward Theatre Productions.
Ci dice Simon Allder: “Nello spettacolo di fine corso alla Court Theatre Training Company di Londra, dove mi sono diplomato alcuni anni fa, avevo recitato, ovviamente in inglese, un monologo tratto dal Giuoco delle parti di Pirandello. Ho sempre desiderato portare sulle scene inglesi un autore italiano per cui, per me oggi, è una gioia, oltre a motivo di orgoglio, avere la possibilità di recitare in una commedia di Dario Fo qui a Londra. È quasi più facile oggi trovare un inglese che conosca Dario Fo, piuttosto che uno che conosca Dante Alighieri; complice, il Premio Nobel per la letteratura del 1997 a Fo, ma anche perché se la Commedia del Divino Poeta non è mai stata rappresentata nel West End londinese, le commedie dell’autore lombardo hanno avuto, e continuano ad avere, un discreto successo in Gran Bretagna.”
All’inizio degli Anni ’80 il nome di Dario Fo era sulla bocca dei sudditi di Sua Maestà frequentatori di teatro grazie alla presenza nei cartelloni di lavori come Morte accidentale di un anarchico. Un esilarante adattamento per la TV inglese, diretta e interpretato da Gavin Richards nel 1983, è tuttora visibile su YouTube a dimostrare come quello stile “commedia dell’arte”, così lontano dalla composta recitazione scespiriana, avesse curiosamente preso piede oltremanica. Il coronamento della carriera di Fo rappresentata dal Nobel coincise, tuttavia, con un declino della sua popolarità nel Regno Unito nel corso del decennio successivo quando il terrorismo e le vicende politiche italiane degli Anni ‘70 sembravano non interessare più il pubblico inglese.
Inaspettatamente la Brexit, votata dalle frange più diseredate della società (e che saranno quelle a cui arriverà più salatamente in conto del distacco dall’Unione Europea), rende stranamente attuale una commedia come Non si paga, non si paga! che nel 2018 viene ripresa dopo 12 anni e trasposta nello Yorkshire con il titolo They Don’t Pay? We Won’t Pay! Chi fosse passato per Londra un mese fa avrebbe potuto assistere al Lyric Theatre di Hammersmith a una felice ripresa di Accidental Death of an Anarchist (all’origine dedicata alla “morte accidentale” di Giuseppe Pinelli) ambientata in una police-station inglese anziché nella Questura di Milano, con i celebri “Bobby” al post dei più vanesi agenti italiani (la polizia inglese ha un rapporto meno sensuale con le proprie divise dei nostri poliziotti o carabinieri, e guardando i loro copricapo a cupola si può capire perché, come ebbe a scrivere il traduttore della commedia Simon Nye in un articolo per il quotidiano The Guardian nel 2003).
Trumpets and Raspberries si inserisce nella scia di questo revival e ricreerà, per il pubblico londinese, in un’ottica farsesca, quel clima politico di cui qui in Italia si sta perdendo invece la memoria.