Glauco Mauri
è la voce recitante del Manfred, il poema drammatico op. 115 di Robert Schumann tratto da George Byron in scena al Teatro dell’Opera di Roma giovedì 20 aprile (ore 20, in diretta su Radio3).
Sul podio dell’Orchestra della fondazione capitolina, il direttore musicale Michele Mariotti (in questi giorni ancora impegnato anche nel Tabarro/Il castello del Principe Barbablù) al debutto per uno grandi capolavori della letteratura musicale tedesca su libretto di Richard Fohl tratto da George Byron.
«Manfred è un antieroe che, sconfitto dalle sue colpe, compie un percorso ascetico di allontanamento dal mondo terreno. I meravigliosi elementi musicali che all’interno del poema richiamano la natura sottolineano il rapporto tormentato del protagonista con il mondo da cui vuole separarsi – le parole di Mariotti – Con l’Ouverture, la pagina più celebre del poema, Schumann esprime perfettamente il dolore e la sofferenza di Manfred usando la tetra tonalità di mi bemolle minore. Altro elemento fondamentale è lo stretto rapporto tra musica e parola, che acquisisce senso drammaturgico: il Manfred evidenzia l’esigenza di Schumann di creare una composizione molto vicina all’opera, proprio nel momento storico di maggiore espansione del sinfonismo».
Protagonista del Mandred, è il attore e regista Glauco Mauri, che si misura per la prima volta, a 93 anni e dopo una straordinaria carriera fra teatro, cinema e televisione, nel ruolo dell’antieroe byroniano per eccellenza.
Composto nel 1816, quando Lord Byron aveva 28 anni e aveva da poco dovuto lasciare l’Inghilterra, in seguito alla presunta relazione incestuosa con la sorellastra Augusta Leigh, Manfred è stato rappresentato una sola volta al Costanzi, nel 1966 con la regia di Mauro Bolognini, le scene e i costumi di Pier Luigi Samaritani, Piero Bellugi come direttore e la voce recitante Enrico Maria Salerno.
Manfred rappresenta il più autobiografico dei personaggi di Byron, una sorta di idealizzazione del poeta, maledetto e tormentato, estremamente dotto per i suoi studi infiniti, alla ricerca di una morte che sembra non trovare, ma che finirà per coglierlo, anche se non in solitudine, come avrebbe sempre desiderato.
Schumann compose il Manfred fra il 1848 e il 1851 e la sua prima esecuzione avvenne il 13 giugno 1852 all’Hoftheater di Weimar, con la direzione di Franz Liszt, ma Schumann non riuscì mai ad ascoltarlo, travolto dai tormenti che lo avrebbero portato alla pazzia. Dopo il Requiem di Verdi, il Manfred rappresenta il secondo dei concerti in cartellone al Costanzi: il Coro è istituito da Ciro Visco. Biglietti in vendita sul sito operaroma.it e al botteghino del teatro.
Fabiana Raponi