IL BARBIERE DI TRIESTE – 7 aprile, ore 20.30
STRACAPIRSE – 19 aprile, ore 20.30
GHIRIBIZ – 18 maggio, ore 20.30
TEATRO ORAZIO BOBBIO – TRIESTE
Tre date uniche, tre serate per divertirsi ed emozionarsi col grande spettacolo in triestino e una carrellata di amatissimi interpreti: è la mini rassegna “Tris Trieste” proposta dalla Contrada al Teatro Orazio Bobbio tra aprile e maggio. Si parte venerdì 7 aprile alle ore 20.30 con “Il Barbiere di Trieste” basato sulla celebre commedia “Il Barbiere di Siviglia” di Beaumarchais (1775), e sull’opera omonima di Gioachino Rossini, riadattata e ambientata da Giacomo Segulia nella Trieste del Settecento, e interpretata da Simone Debenedetti, Enza De Rose, Daniele Molino, Davide Rossi e Giacomo Segulia. Mercoledì 19 aprile alle ore 20.30 tocca invece a “Stracapirse” di Luciano Santin, brillante pochade sulla storia d’amore tra una vispa ragazza di Cittavecchia e un ufficiale napoletano, con Marzia Postogna, Valentino Pagliei, la partecipazione straordinaria di Ariella Reggio e Aleksander Ipavec alla fisarmonica. Giovedì 18 maggio alle ore 20.30, infine, arriva al Teatro Bobbio lo “Sghiribiz” di Domace con un nuovo spettacolo che Flavio Furian, Maxino, Ornella Serafini, Elisa Bombacigno, insieme a Raffaele Prestinenzi e Gualtiero Giorgini, faranno nascere proprio dall’interazione col pubblico in sala.
IL BARBIERE DI TRIESTE
Adattamento di Giacomo Segulia
Produzione La Contrada in collaborazione con Artifragili
con Simone Debenedetti, Enza De Rose, Daniele Molino, Davide Rossi e Giacomo Segulia
Violino: Alessio Venier
Clarinetto: Giacomo Cozzi
Fisarmonica: Mitja Tull
VENERDÌ 7 APRILE ORE 20.30
TEATRO ORAZIO BOBBIO – TRIESTE
Trieste, 1775. Carlotta, giovane della nobiltà viennese, vive reclusa nella casa del suo tutore, il ricco mercante greco Bartolo Andrulaki, deciso a sposarla quanto prima. A rovinare i suoi piani, arriva in città Sua Altezza Illustrissima il Conte Maximilian von LebendeSeele, alla ricerca della misteriosa ragazza che gli ha rapito il cuore alla corte di Vienna. Riuscirà il barbiere Figaro a realizzare il sogno d’amore del Conte e di Carlotta e liberare la fanciulla dalle grinfie di Bartolo, sabotando il malefico piano orchestrato da Don Antonio? A Siviglia ce l’ha fatta, ma a Trieste?
«Lo spettacolo si basa sul testo “Il Barbiere di Siviglia” di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais (1775) e sull’opera omonima di Gioachino Rossini», spiega Giacomo Segulia, «ed è stato riadattato e ambientato a Trieste proprio quando è stato scritto, momento che coincide con un periodo di grande splendore per la città e per i territori circostanti, sul finire della grande esperienza di Maria Teresa d’Austria sul trono imperiale e l’inizio della definitiva affermazione della città di Trieste moderna come la conosciamo. Siamo in un’epoca di prosperità per Trieste e i territori circostanti, un’epoca caratterizzata dalla pacifica convivenza di popoli e culture differenti grazie al porto e ai suoi traffici che univano il mare e la terraferma, una sorta di laboratorio mitteleuropeo che aveva già in sé alcuni principi dell’Europa unita di oggi, un luogo senza confini, di libera circolazione delle persone, di crescita sociale e culturale insieme. Ecco quindi che questo testo teatrale, un grande classico celebre in tutto il mondo, mi è sembrata l’opera ideale per affrontare temi quali la convivenza pacifica tra le diverse culture presenti oggi in un mondo senza confini. Ma non solo. Analizzando il testo e scavando nelle dinamiche tra i personaggi, è emerso fin da subito un conflitto che ha sempre bisogno di essere affrontato a viso aperto, senza pregiudizi: quello generazionale. L’eterna lotta tra i vecchi e i giovani, tra visioni del passato e visioni del futuro, con una presenza femminile volitiva come quella di Carlotta, unica donna in questo spettacolo, giovane e pronta a tutto pur di liberarsi dalla schiavitù in cui è reclusa. Uno scontro aperto tra generazioni che lotta per il proprio spazio nel mondo, anche e soprattutto adesso, in questo difficile momento storico, specialmente a Trieste».
- STRACAPIRSE
Di Luciano Santin
Produzione Associazione Internazionale dell’Operetta in collaborazione con La Contrada
Con Marzia Postogna e Valentino Pagliei
Con la partecipazione straordinaria di Ariella Reggio e con Aleksander Ipavec alla fisarmonica
MERCOLEDÌ 19 APRILE ORE 20.30
TEATRO ORAZIO BOBBIO – TRIESTE
Tra i problemi del neocostituito stato italiano, vi fu (e in piccola parte permane) quella disomogeneità linguistica che si manifestò anche un secolo fa, nell’Alto Adriatico, alla fine della Grande guerra. A Trieste e dintorni, oltre allo sloveno e al tedesco, circolava un dialetto diverso dall’italiano standard. Basicamente veneziano ma infarcito di termini provenienti da altri idiomi, era il frutto della funzione marittima della città. Il problema non stava nelle parole incomprensibili, quanto nei trabocchetti costituiti dai «false friend», vocaboli simili ma dal significato affatto diverso. Il notissimo verbo pomigar, ad esempio, avrebbe il suo corrispettivo fonetico ma non semantico nell’italiano pomiciare. Struccarsi, ancora oggi, qui vale stringersi, abbracciarsi, e nel resto d’Italia, invece, ripulirsi il viso dal make up, mentre l’avverbio volentieri continua a generare inutili attese e delusioni tra i visitatori ignari. Non voglio che mi copi, invece, può evocare una paura che va oltre il timore di un’imitazione, anche perché i cortei, invece che sfilare, possono rivelarsi micidiali armi bianche. La pochade “Stracapirse” è ambientata nella Trieste appena annessa all’Italia, e racconta la storia d’amore tra Jole, una “ragazza di Trieste”, e Gennaro, un ufficialetto napoletano della Sanità. Lui, figlio di un luminare della medicina partenopea, e lei, vispa ragazza di Cittavecchia, si incontrano, si piacciono, ma si comprendono sino a un certo punto. Cercano inutilmente, di “assestare” nel proprio contesto espressivo, termini che paiono familiari, ma generano insensatezza. La successione di gag ed equivoci dei quali entrambi sono preda, è decorata da un mélange di musiche e canzoni popolari, triestine e napoletane.
SGHIRIBIZ – Dove el publico comanda!
Di Flavio Furian e Maxino
Produzione Petit Soleil
Con Flavio Furian, Maxino, Ornella Serafini, Elisa Bombacigno, Raffaele Prestinenzi e Gualtiero Giorgini
GIOVEDÌ 18 MAGGIO ORE 20.30
TEATRO ORAZIO BOBBIO – TRIESTE
“Sghiribiz” è la triestinità, nella sua forma più spontanea. “Sghiribiz” è l’idea, l’illuminazione, la matada. Flavio Furian, Maxino, Ornella Serafini ed Elisa Bombacigno caratterizzano il format targato Domace, in cui l’improvvisazione ed interazione con il pubblico avranno un ruolo fondamentale. Parte della trama dello spettacolo sarà scritta proprio dalle persone in sala: all’inizio dello spettacolo verrà fornito agli spettatori un numero whatsapp al quale scrivere suggerimenti, frasi, parole, idee.
Tutto questo si ripercuoterà su sketch, trama dello spettacolo, canzoni ed improvvisazioni, creando qualcosa di delirante ed irripetibile. “Sgiribiz” avrà come superospiti il poliedrico Raffaele Prestinenzi, assiduo collaboratore dei protagonisti, e Gualtiero Giorgini, granitica presenza del teatro triestino. Cossa succederà? Dipenderà dal vostro Sghiribiz del momento!
«Ogni ospite verrà coinvolto in questo delirio: lo spettacolo potrebbe avere come sottotitolo “Vietato spegnere il cellulare”, perché attraverso whatsapp ci sarà uno scambio continuo con il pubblico. È un nostro classico, ma stavolta lo implementiamo: ci sarà per esempio un attore che dovrà leggere un testo serissimo inserendo le parole del pubblico. Anche i nostri personaggi storici, Uolter, Trump e Di Piazza, raccoglieranno dei temi consigliati dalle persone: ogni tipo di sketch avrà un’interazione o delle scelte multiple da parte del pubblico. È qualcosa che non abbiamo mai fatto prima: ogni volta che metteremo in scena questo spettacolo sarà diverso, perché dipenderà dalle persone».
I biglietti per gli spettacoli sono acquistabili singolarmente:
€ 20 intero
€ 18 over 65 / carta giovani
€ 16 abbonati
€ 10 under 14
Oppure collettivamente tramite la CARD TRIS TRIESTE da €42
Biglietti in vendita presso la biglietteria del Teatro (Via del Ghirlandaio, 12 • tel. 040.390613/948471), presso TicketPoint (Corso Italia, 6/c • tel. 040.3498276), sulla App gratuita della Contrada e on line sui siti contrada.it e vivaticket.it.