All’interno della stagione del Teatro Stabile di Torino va in scena “Uno spettacolo di fantascienza” scritto, diretto e interpretato da Liv Ferracchiati, giovane drammaturgo e regista, fra i più stimati della nuova generazione teatrale, insieme al talentuoso Andrea Cosentino e alla brillante e luminosa Petra Valentini. Quando il pubblico entra due microfoni sono allineati sul fondale scuro, tirato da una cantinella lungo tutto l’asse longitudinale del palco, dei blocchi squadrati a raffigurare del finto ghiaccio solido, un pezzo di balaustra montata su ruote a lato del palco. Scende la neve, luce soffusa, il dialogo fra i due personaggi in scena, un uomo e una donna, li connotano come una coppia in attesa di un figlio, citano un divano che non c’è, presente in una finzione teatrale annunciata e agita, meta-descritta e posizionata in una dimensione evocata, cancellata e riproposta come un’interpolazione fra reale, rappresentato e fittizio. La scena ci trasporta su di una nave rompighiaccio laddove sono presenti solo tre personaggi, la donna, il protagonista ed un signore con un bellissimo cappotto vintage. La missione è cruciale, salvare il mondo dallo scioglimento dei ghiacci, portando le poche centinaia di trichechi sopravvissuti dal polo nord al polo sud. I tre personaggi si incontrano, intrecciano i destini, seducono e vengono sedotti, rappresentano il drama con le convenzioni del teatro borghese, con le sue categorie aristoteliche, mentre Liv, personaggio e interprete, ma anche artista e persona, cerca di stare dentro alla finzione sfidando le convenzioni e il patto con il pubblico, fino a squarciare definitivamente l’ordito della finzione. Ed ecco che da un certo punto in poi lo spettacolo passa da uno stadio drammatico ad uno post-drammatico, attraverso il simbolico cambio di giacca di registro rappresentativo. I personaggi si sciolgono come ghiaccio al sole, Liv si interroga insieme agli attori sul senso di rappresentare la fine del mondo e come raffigurarlo in un’opera dal vivo, si domanda cosa sia la fine del mondo e di quale mondo ne descrive la fine, il mondo delle etichette, dei confini e delle convenzioni, di una struttura logico-linguistica che crea descrivendo con parola e razionalità, distorcendo i confini di una realtà che non esiste. E alla fine sarà proprio il tricheco prendendo voce e forma a dare il segno spartiacque a rivelare il modo antropocentrico di stabilire i confini alla fine di un orizzonte dell’essere che esiste solo perché esso è detto e agito all’interno di una visione unitaria necessaria per un’utilità di perpetuazione della specie. Uno spettacolo ironico, divertente, surreale e sorprendente per la schiettezza dello stare in scena, per l’immediatezza e la verità di porre questioni profonde, filosofiche ed essenziali, con la stupefacente libertà di giocare con registri, codici, linguaggi artistici ma anche con il contesto del reale che si sfalda e scioglie quando le matrici dell’essere vengono smantellate in uno spettacolo di fantascienza.
Visto il 15 aprile 2023
Teatro Gobetti – Torino
Uno spettacolo di fantascienza
scritto e diretto da Liv Ferracchiati
con (in ordine alfabetico) Andrea Cosentino, Liv Ferracchiati, Petra Valentini
aiuto regia Anna Zanetti
dramaturg Giulio Sonno
scene e costumi Lucia Menegazzo
luci Lucio Diana
suono Giacomo Agnifili
lettore collaboratore Emilia Soldati
Marche Teatro – CSS Teatro Stabile d’Innovazione del Friuli Venezia Giulia
Teatro Metastasio di Prato