Dopo le uscite discografiche con la Tzadik Records di John Zorn, Gabriele Coen, multistrumentista romano arriva al suo ottavo lavoro da solista (terzo cd per Parco della Musica Records) alla testa di un nuovissimo quintetto in cui il repertorio tradizionale sefardita viene riproposto nell’ottica della moderna improvvisazione jazzistica in un progetto davvero unico e originale. Il sound del gruppo viene forgiato dalla presenza dell’ud e della voce di Ziad Trabelsi, membro storico dell’Orchestra di Piazza Vittorio; Il pianoforte e il live electronics di Alessandro Gwis, fondatore degli Aires Tango e grande esperto di Latin Tinge, le percussioni e la voce di Arnaldo Vacca, probabilmente il più grande percussionista italiano; il basso di Mario Rivera, fondatore degli Agricantus e depositario della musica mediterranea.
Sefarad è il nome con cui gli ebrei chiamavano la Spagna ed è da qui che incomincia il nostro viaggio. Quattordici secoli in cui la cultura sefardita poté progredire a contatto prima con la cristianità e poi, a partire dal 700, anche con l’Islam. Otto secoli di incontro-scontro tra queste tre diverse culture testimoniano un periodo di grande interesse storico e naturalmente anche musicale. A partire dal 1492, anno della dolorosa cacciata delle comunità ebraiche spagnole ad opera dei re cattolici Ferdinando ed Isabella, la cultura sefardita si espanse in tutti i paesi del bacino del mediterraneo: Portogallo, Francia, Italia centro-settentrionale, Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto e in tutto il resto dell’Impero Ottomano, in particolare Turchia, Grecia, Palestina, Siria, ma non mancarono importanti insediamenti anche in Jugoslavia, Paesi Bassi, Austria, Polonia ed Americhe.
Le caratteristiche più peculiari della musica sefardita risalgono alla loro origine spagnola, medioevale e rinascimentale. Nella sua struttura melodica sono presenti tracce arcaiche, si conservano cadenze e forme in uso nella musica dei menestrelli dell’occidente cristiano ma anche similitudini con le coeve Cantigas de Santa Maria raccolte dal sovrano spagnolo Alfonso il Saggio. Si trovano inoltre nella musica sefardita alcuni delle più importanti prassi esecutive che caratterizzano i sistemi musicali islamici: scale, ornamenti, microintervalli, improvvisazioni guidate, stile interpretativo, basti pensare alle assonanze con la tradizione arabo andalusa.
Sassofonista, clarinettista, compositore, didatta, Gabriele Coen si dedica da sempre all’incontro tra jazz e musica etnica, in particolare mediterranea ed est-europea. Già fondatore dei KlezRoym – nota formazione italiana dedita alla riattualizzazione del patrimonio musicale ebraico – con cui ha inciso 6 dischi per l’etichetta CNI, nel 2001 ha dato vita al gruppo “Gabriele Coen Atlante Sonoro” con cui fonde il linguaggio jazzistico con la musica etnica. Nel 2005 inizia la sua attività con il progetto “Jewish Experience” con cui ha inciso quattro lavori (Golem, Awakening, Yiddish Melodies in Jazz, Sephirot).Come compositore e interprete ha realizzato insieme a Mario Rivera diverse colonne sonore per il cinema tra cui “Notturno Bus” (2007) di Davide Marengo, “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio” (2010) di Isotta Toso e “Tornare” (2020) di Cristina Comencini. Dal 2013 Gabriele Coen ha fondato inoltre un altro quintetto a suo nome con cui, dopo gli omaggi a Kurt Weill e John Zorn, propone, un originalissimo omaggio a Leonard Bernstein, uno dei più grandi musicisti del Novecento, compositore, pianista, direttore d’orchestra e didatta. A gennaio 2020 è uscito il loro cd “Leonard Bernstein Tribute” per la prestigiosa etichetta Parco della Musica Records.
GABRIELE COEN sassofoni, clarinetto
ZIAD TRABELSI ud, live electronics, voce
ALESSANDRO GWIS pianoforte, tastiere, live electronics
MARIO RIVERA contrabbasso, basso elettrico
ARNALDO VACCA tamburi a cornice, percussioni, voce