Venezia, 16 maggio 2023 – Cinque momenti per riflettere sui temi cruciali dell’Architettura oggi con alcuni dei protagonisti più rilevanti e innovativi della scena internazionale: è Mondo Novo, il Public Program del Padiglione Italia alla 18. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della cultura, che si svolgerà al Teatrino Grassi, a Venezia, tra il 20 maggio e il 26 novembre 2023.
Mondo Novo, a cura di Fosbury Architecture in collaborazione con Palazzo Grassi – Punta della Dogana, Pinault Collection, è realizzato con il sostegno di Bottega Veneta.
Il titolo, Mondo Novo, fa riferimento all’omonimo quadro di Giandomenico Tiepolo dipinto dall’artista veneziano nel 1791, tra la Rivoluzione francese e la caduta della Serenissima, in un momento di instabilità che preannunciava grandi cambiamenti.
Nel quadro si vede una folla di persone di schiena, ammassate, che cerca di farsi spazio come può per vedere cosa sta succedendo, lontano, verso l’orizzonte. Con uno stratagemma formale Tiepolo opera un capovolgimento della rappresentazione: la calca che si affollain primo piano ci impedisce di vedere cosa c’è dietro, nascosto dai loro corpi, e la frenesia dei personaggi diventa la vera protagonista della composizione. Il quadro mette in scena una sensazione di profonda inquietudine e di fine imminente di un’epoca: trepidazione che sembra la stessa di oggi, del mondo in profonda trasformazione in cui viviamo. Come i protagonisti del dipinto anche noi cerchiamo di guardare lontano, di contemplare l’orizzonte in cerca di qualche indizio che ci aiuti a decifrare il futuro, nella speranza che sia uno spazio in cui Ognuno appartiene a tutti gli altri1.
“I risvolti globali degli ultimi vent’anni hanno prodotto degli evidenti contraccolpi sulla nostra professione – sottolineano i Fosbury Architecture – se la stagione dell’esuberanza architettonica è terminata con la crisi finanziaria del 2007-2008, la pandemia ha esacerbato la coscienza diffusa dell’esaurimento totale di risorse. Queste mutate condizioni al contorno, anziché aiutarci a serrare i ranghi, hanno prodotto una ritirata strategica. Come ci suggerisce Rory Hyde in Future Practice: “Tutte le crisi hanno conseguenze spaziali che gli architetti sono ben preparati ad affrontare, eppure, invece di tuffarcisi, sembra che stiamo vivendo la nostra crisi: una crisi di rilevanza”. Il rischio evidente è che l’ennesimo discorso interno alla disciplina ci faccia perdere di vista come l’Architettura, anziché soluzione, sia spesso parte del problema.”
La semplice interpolazione di dati facilmente accessibili ci restituisce un quadro singolare dello stato dell’arte.
Da un lato, il settore delle costruzioni è responsabile a livello mondiale del 39% della quantità di anidride carbonica dispersa nell’aria, del 36% del consumo di energia elettrica, del 50% dell’estrazione di materie prime e del 33% del consumo di acqua potabile. Dall’altro,specialmente in Italia, all’aumentare del consumo di suolo corrispondono una contrazione del mercato e un’insoddisfazione cronica degli addetti ai lavori. Una relazione inversamente proporzionale tra crescita e sviluppo che pone le basi per un’inedita alleanza tra ambiente e operatori del settore.
Nei cinque appuntamenti di Mondo Novo gli invitati cercheranno di delineare possibili traiettorie collaterali della pratica insieme ai curatori e ai progettisti e advisor protagonisti del Padiglione.
Ogni appuntamento sarà tematico, incentrato su una serie di momenti di confronto tra diverse generazioni di soggetti e pratiche provenienti sia dalla disciplina, che da altri campi delle scienze e della creatività: con l’obiettivo comune di codificare nuovi linguaggi per descrivere e affrontare le sfide della contemporaneità.
Cinque temi per cinque appuntamenti: paradigmi, edifici, ecologie, economie, maestri. Cinque questioni da sempre presenti nel dibattitodella disciplina, ma che necessitano di costante aggiornamento del loro senso.
Il 20 maggio 2023, il primo appuntamento, Paradigms, sarà dedicato ai paradigmi.
“Quando mutano i paradigmi, il mondo stesso cambia con essi. Guidati da un nuovo paradigma, gli [scienziati] adottano nuovi strumenti e guardano in nuove direzioni. Ma il fatto ancora più importante è che, durante le rivoluzioni, gli [scienziati] vedono cose nuove e diverse anche guardando con gli strumenti tradizionali nella stessa direzione in cui avevano guardato prima.” Thomas S. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, 1962
Non utilizzare strumenti classici per un architetto può risultare tanto destabilizzante quanto non usare le parole per esprimersi ma, come sempre, è proprio nello smarrimento che cambiano i paradigmi. Non vedere l’Architettura in un progetto non significa che questo ne sia sprovvisto, ma semplicemente che l’osservatore non sia ancora pronto a riconoscerla e descriverla.
Dalle 17:00 alle 18:00, nel foyer del Teatrino Grassi, l’architetta, ricercatrice EPFL e docente ETH Natalie Donat Cattin modererà una conversazione dal titolo Verso un’architettura alternativa che coinvolgerà Markus Bader, membro del collettivo d’architetturaraumlabor, Scott Lloyd, membro del collettivo d’architettura TEN studio, e i progettisti coinvolti nel Padiglione Italia: un dialogo aperto tra pratiche collaborative consolidate o emergenti, radicate in Italia o provenienti da altri contesti europei.
Dalle 18.15 alle 20.00, all’interno del teatro, dopo un momento di presentazione del Padiglione Italia nella sua articolazione da parte di Maria Vittoria Marini Clarelli, dirigente servizio III – Architettura contemporanea architettura DGCC, dei curatori Fosbury Architecture, della casa editrice Humboldt Books, e della design agency Giga Design Studio, tre figure prominenti – proveniente da diverse generazioni e campi della ricerca – si confronteranno sul loro contributo al catalogo del Padiglione. Mirko Zardini parlerà dell’evoluzione della disciplina in relazione alle crisi che si sono succedute nel recente passato; Anna Puigjaner di quali possano essere i nuovi strumenti di comunicazione dell’architettura; Charlotte Malterre-Barthes di come gli studi professionali dovrebbero essere ripensati in maniera più etica ed empatica.