Una celebrazione non da poco, un appuntamento importante e una festa per gli artisti e i loro fan. Gli Oblivion sono tornati per due recite straordinarie al Teatro Duse di Bologna per il traguardo delle prime 1000 repliche della loro carriera. Il quintetto bolognese formato da Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli torna live con Oblivion Rahpsody più carico che mai, orgoglioso di festeggiare con vecchi e nuovi fan vent’anni di spettacoli, creazioni e un musical originale. Definire gli Oblivion non è compito facile: cantanti, attori, musicisti, cabarettisti, mimi, imitatori e clown. I cinque hanno fatto della versatilità la loro forza, creando veri e propri tormentoni online, condensando secoli di storia, letteratura, cinema e cultura popolare nelle sette note musicali, rimaneggiate e centrifugate in mille modi diversi. Ironia, grande comicità, nonsense e tante, infinite idee. Per la prima volta in acustico, gli Oblivion portano sul palco la summa delle loro creazioni, senza scenografia né costumi. Solo il loro immenso talento e tanta voglia di far divertire il pubblico. Oblivion Rhapsody, diretto da Giorgio Gallione, è un lungo e fantasmagorico mash-up delle performance più amate e imitate della compagnia e alcuni nuovi pezzi, ammiccante quindi sia per i vecchi fan che per gli spettatori della prima sera. Si comincia con l’iconico e applauditissimo I promessi sposi in 10 minuti, passando per le sintesi stringate delle più famose opere di poeti come Pascoli e Leopardi, arrivando all’Inferno del povero Dante, condannato ad ascoltare i drammi dei cantanti più disparati. Non mancano momenti più declamatori come le telecronache di battaglie famose o gli eventi di cronaca nera estrapolati direttamente dalle tragedie shakesperiane. Spazio anche per la satira religiosa, con la versione disco dell’Ave Maria ma soprattutto con un estratto della loro Bibbia riveduta e scorretta. Acclamati a gran voce, dopo quasi due ore di show, regalano infine anche un nuovo gioiellino: la storia del rock in 5 minuti, oltre cinquanta riff in acustico. Insomma, lunga vita agli Oblivion e auguri per questo allegro, importante traguardo.