“Alle mie scarpe sporche”
Questa dedica probabilmente è una delle cose più dolci e di carattere che abbia letto ultimamente. In quattro semplici parole si nasconde un intero mondo fatto di passione e fatica, di strade sterrate, di fango e soddisfazione.
Emiliano Cribari: scrittore, poeta, fotografo e camminatore. Un animo sensibile dal passo riflessivo e contemplativo, riesce ad immortalare istanti anche senza la macchina fotografica, congelando il momento in un silenzio o in un verso poetico. Con il suo ultimo libro ‘Sull’Appennino di Dino Campana‘ ci permette di riscoprire la vita del poeta attraverso i sentieri da lui battuti. Emiliano dal 2019 organizza anche escursioni letterarie nei boschi toscani.
Emiliano ben trovato, in cosa consistono queste tue escursioni letterarie?
Ciao Daniela, te lo spiegherò in poche parole: sono occasioni per stare in silenzio nei boschi, a tratti rapiti da pagine di libro: mi piace leggere Pavese, Fenoglio, Rigoni Stern, Antonia Pozzi, Campana, Bobin. Poeti e scrittori che amo, e che hanno inseguito il sublime nell’erranza, alla ricerca di altri (e alti) sentieri oltre quelli fatti di terra.
In questo tuo ultimo libro presenti al grande pubblico Dino Campana, poeta errante dall’inusuale temperamento; come ti sei appassionato alla sua storia?
Pagina dopo pagina vai alla ri-scoperta dei sentieri battuti da Campana, quasi come a voler sottolineare l’importanza che assume il contesto naturale nel quale ha vissuto e girovagato il poeta.
Una ‘vita errabonda’ la sua, come la descrivi tu, ad ogni sua fuga seguiva un ricovero coatto in manicomio. Le foto in bianco e nero che accompagnano la lettura, sembrano suggerire quell’irrefrenabile bisogno di fuggire e la ricerca incessante di un luogo al quale aggrapparsi. Ma quali sono i percorsi del Campana?
Direi quasi tutto l’Appennino tosco-romagnolo: da Marradi, dove Dino ebbe i natali nel 1885, fino ai confini più remoti della Valle del Falterona, dove tra il 1910 e il 1917 Dino fece almeno tre incursioni. La più nota è senz’altro la prima (datata 1910), quando infatti partì da Campigno (un paese vicino a Marradi) diretto al santuario francescano della Verna: qui, camminando, osservando, origliando l’autunno piovoso delle montagne “di casa”, presero vita alcune tra le pagine migliori dei Canti.
“…il cammino come cura del corpo delle parole…”
Emiliano che cos’è un camminatore?
Un’eccezione. E, anche per questo, un cercatore, un inventore di domande (più che di risposte). Una creatura dedita all’arte – sacra – del silenzio. Dati i tempi in cui viviamo, direi anche un domatore di spettri. Cammina chi ha pace nel silenzio, chi sfiora l’equilibrio col pensiero.
Secondo te, ai giorni nostri, Dino avrebbe avuto decine di migliaia di followers sui social?
Emiliano Cribari
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