Si accende sotto i riflettori dell’indimenticabile Hollywood cinematografica degli Anni Trenta la Cenerentola di Rudolf Nureyev su musiche di Sergej Prokof’ev che ha inaugurato il cartellone di danza del ricco cartellone estivo del Caracalla Festival 2023.
Uno spettacolo accolto calorosamente dal pubblico, tre le recite previste, per un allestimento per la prima volta affrontata dal Corpo do Ballo capitolono: un successo l’allestimento storico con la coreografia di Nureyev che ha trasportato la celeberrima fiaba di Perrault in un universo abbagliante, fatto di luci e di ombre, tra il sogno e l’amarezza che tutto possa svanire rapidamente.
Creato nel 1986 per l’Opéra di Parigi, con la firma di Petrika Ionesco (scene), di Hanae Mori (costumi), le luci di Jean-Michel Désiré, i video da Igor Renzetti e Lorenzo Bruno in una versione ripresa da Aleth Francillon, Gillian Whittingham e Benjamin Pech con la supervisione di Eleonora Abbagnato, Cenerentola è uno spettacolo ancora molto moderno che risente inevitabilmente della fascinazione dalla settima arte, subìta anche da Nurayev.
Lo stesso Nurayev fu nel 1977 Valentino nel controverso film di Ken Russell, dimostrando di essere stato affascinato dalla settima arta, pur consapevole dei contraddittori aspetti dell’industria cinematografica potente, effimera come la bellezza, in grado di regalare un improvviso quanto fuggevole momento di celebrità di cui può godere la novella Cenerentola.
Tutto il fascino che il cinema esercita su Nureyev viene proiettato nell’omaggio all’asta d’oro del cinema in un allestimento che diventa una sorta di film muto fra innumerevoli a Charlot, Groucho Marx, King Kong o alle piroette di Fred Astaire.
In uno spettacolo sontuoso, arricchito della scenografia di Caracalla, ma trasportato nella modernità, Cenerentola è la deliziosa, esile ed elegante Rebecca Bianchi, Étoile del teatro che aggiunge un altro ruolo del suo repertorio. Pronta a incarnare il sogno delle bambine in tutta la sua inconfondibile dolcezza, Rebecca Bianchi – Cenerentola è una ragazza che vuole diventare una star del cinema. Relegata fra le faticose faccende domestiche in un grigio abito, Cenerentola sogna il cinema, balla con la scopa, improvvisa una danza con l’attaccapanni, vestita da Charlot, si rifugia nel mondo dei sogni in fuga da un padre debole e alcolizzato e vessata dalla matrigna e dalle due sorellastre.
Resta inalterata la sua bontà Cenerentola, carattere distintivo del personaggio, l’unica che aiuta il Produttore, il sempre sorprendete Alessio Rezza, vittima di incidente e che viene ripagata con un provino sul set degli studi cinematografici (che sostituisce il ballo reale), arrivando in Rolls Royce (che sostituisce la tradizionale zucca).
Non mancano numerose piccole perle nello spettacolo, dalla matrigna, divertente ruolo con Giuseppe Depalo, nello spassoso ruolo en travesti della matrigna con tanto di passi sulle punte, insieme alle due goffe e maldestre sorellastre, le strepitose Alessandra Amato e Susanna Salvi, brave nel trasformarsi in esseri sgraziati e indisponenti incapaci di cogliere gli insegnanti del raffinato maestro di Ballo, l’elegante Claudio Cocino.
In un attimo, come per magia, Cenerentola viene catapultata nel mondo hollywoodiano con tanto di abito da sogno, mantello e trucco, in un mondo da favola, fra le danze delle quattro stagioni e le scarpe di paillettes.
Ma il tempo, tiranno, incombe su di lei, rappresentato dai dodici danzatori inguainati in striminziti costumi colorati.
Il terzo atto è tutta una concitata ricerca della misteriosa attrice in un continuo omaggio al balletto classico con numerose variazioni e pas de deux, scene d’insieme del Corpo di Ballo, ma anche danze spagnole, orientali e tzigane, la coreografia è al tempo stessa vivace e brillante.
In questa nuova versione è Cenerentola a svelarsi, conquistando non solo un contratto cinematografico, ma anche l’amore dell’attore-principe, il giovane Michele Satriano, suggellato dall’incantevole pas de deux finale finale fra i due protagonisti.
Ora, che si tratti solo di amore nella finzione dello schermo, ma anche nella realtà, poco conta perché il lieto fine è quello che viene immortalato nella pellicola cinematografica che chiude lo spettacolo costruito in un continuo alternarsi fra finzione, proprio come il cinema con la sua suadente capacità di regalare celebrità, fama e ricchezza.
Tutta la favola viene tratteggiata sulle note della partitura di Prokof’ev ben diretta da Alessandro Cadario, al debutto con l’orchestra del Lirico capitolino, che disegna con profondità i tre temi distintivi di Cenerentola.
Un bel successo per la Abbagnato ma anche per la compagnia del teatro capitolino applaudito con affetto dal pubblico. Prossimo appuntamento con il triplice appuntamento del Roberto Bolle&Friends8 (11,12 e 13 luglio) e il 23 luglio con il Gran Galà di Danza.
Fabiana Raponi