Sapere che prima di noi sulla Terra abbiano vissuto 107 miliardi di persone in un arco temporale di 200 mila anni da quando è comparso l’homo sapiens è stato illuminante. Sapere ancora che ben 8 mila siano state le generazioni che ci abbiano preceduto è stato altrettanto affascinante. Alla fin fine, sebbene il nostro “caro” pianeta abbia quasi quattro miliardi di anni di vita, l’uomo non è ci sia stato chissà quanto.
Tutto ciò è “emerso” se vogliam dir così, nel corso di uno spettacolo unico nel suo genere e che è diventato quasi una sorta di una full immersion nei meandri della scienza per scoprire e capire i tanti “misteri” che contraddistinguono il genere umano. Ebbene, la “prima” della XXIII edizione di “Armonie d’arte festival” – fondato da Chiara Giordano – nella tradizionale cornice del parco archeologico di Scolacium a Roccelletta di Borgia (Catanzaro) con i “DeProducers” ha contrassegnato le varie fasi dei passaggi delle spiegazioni fornite con molta semplicità e competenza dallo scienziato Telmo Pievani, nella divulgazione scientifica di tanti dati che hanno fatto riflettere non poco la numerosa platea di curiosi interessati a comprendere qualcosa di più della sostanza di cui siamo composti. Un viaggio unico dunque tra musica e scienza con il gruppo musicale dei “DeProducers in Dna” in uno spettacolo straordinario in cui i cinque musicisti (Riccardo Sinigaglia, Vittorio Cosma, Gianni Maroccolo, Adriano Viterbini e Simone Filippi)
hanno fornito un’esperienza immersiva fatta di brani musicali inediti a sfondo elettronico e immagini suggestive con il filosofo evoluzionista a chiarire aspetti particolari del nostro vissuto e della nostra vita. Si è trattato di un progetto realizzato in co-produzione con la fondazione Airc per la ricerca sul cancro che è servito, in qualche modo, a farci rendere conto, semmai avessimo avuto dubbi al riguardo, di quanto infinitesimali siamo nell’universo mondo. Di come la nostra struttura comprenda 20mila geni ed oltre decine di migliaia di miliardi di cellule e di come la nostra esistenza sia partita inizialmente da un semplice quanto banale batterio, ovvero un organismo unicellulare che è rimasto tale per troppo tempo prima che gli organismi pluricellulari facessero la loro prima comparsa. Di come il nostro Dna non sia poi tanto dissimile dalla sostanza di cui è fatto il lombrico che ne possiede l’85% e la banana il 45%. In pratica, abbiamo semplicemente “riscoperto” nella nostra unicità perché è stato più volte detto che un individuo tra gli otto miliardi di persone che ci sono oggi sulla Terra non sia uguale ad un altro, eppure come il genere umano, sia, per così dire, il “combinato disposto” di tutto ed un pò.
La serata è stata grazie al professor Pievani coinvolgente, ha fatto capire come il cancro abbia fatto parte e faccia ancora parte del vivere di ciscuno di noi (anche Pievani ha rivelato di esser stato vittima di quattro melanomi, ndr) perché se non personalmente, tante sono state le persone care o amiche che siano state interessate da quest’esperienza difficile. Ma, contestualmente, ha rassicurato su come ogni giorno si scoprano attraverso la ricerca nuove soluzioni per guarire da queste malattie che scaturiscono tra le varie ragioni, in generale, o da un “impazzimento” di una nostra cellula, o dalle problematiche derivanti dall’ambiente in cui viviamo, oppure, infine, dall’ereditarietà di cui ciascuno è portatore. Uno spettacolo dunque che per come è stato concepito che potrebbe incuriosire molto i giovani e che nelle scuole, in particolare, potrebbe essere grandemente formativo.