E’ allerta squali in questi giorni in Italia lungo le coste del mar Mediterraneo. Sarà perché è in uscita il nuovo singolo del cantautore Lorenzo Santangelo dedicato a “Lo squalo della Groenlandia”? Ovviamente no, anche se nel nostro immaginario ci piace pensare che questi meravigliosi pesci cartilaginei possano aver deciso di riunirsi per “protestare” contro la pesca industriale delle proprie pinne. Gli squali comparsi nelle acque appartengono, infatti, alla specie nota con il nome di Verdesca e sono purtroppo a rischio estinzione. Santangelo, da sempre attento alle cause ambientali e convinto che la musica possa offrire il proprio contributo per comunicare con il grande pubblico rispetto a temi importanti e delicati come questo, ha deciso di scendere in campo e lanciare il suo singolo, un brano estivo ma di grande spessore, dedicato appunto allo squalo più longevo del mondo che può vivere tra i 252 e i 512 anni. Uno straordinario animale che ha dato spunto all’artista, vincitore della XX edizione del premio Fabrizio De Andrè con il brano “L’arancio”ed inserito nel nuovo album “Musick” in uscita in questi giorni, di riflettere sul concetto di evoluzione: “Questi squali sono apparentemente fermi mentre noi stiamo andando avanti, ma siamo veramente migliorati? – prosegue Santangelo – La ragione ci ha portato realmente ad essere creature più avanzate? L’essere umano, travolto dalle sue stesse invenzioni tecnologiche (“millenni di progresso per migliorarci un po’ persi in un secondo in un balletto su TikTok”), a volte oppresso dalle convenzioni sociali e forse colpevolmente inconsapevole del valore del tempo, ha perso di vista anche l’importanza del rispetto del mondo che lo circonda e delle sue creature”.
Il cantautore romano, che ha vissuto diversi anni in Australia, molto apprezzato dal pubblico per il valore e l’autenticità dei suoi testi, sottolinea come la scoperta dell’esistenza dello squalo della Groenlandia lo abbia fatto sentire piccolo piccolo in tutti i sensi: “La longevità di questo animale mi ha fatto riflettere sul fatto che questo mondo è molto più loro che nostro, e il paradosso non è soltanto che noi percepiamo erroneamente l’esatto contrario, ma anche il fatto che invece loro, gli animali, non ci pensano proprio”. Da qui l’idea di lanciare il singolo con il patrocinio della Fisa, la Federazione Italiana Sport Acquatici Aps, presieduta da Giuliano Salvatori, l’associazione nazionale che si occupa di attività sportive legate al mare e agli ambienti acquatici con grande attenzione agli interventi di tutela e di ripristino ambientale effettuati, e di accompagnare l’uscita del video con un piccolo vademecum sull’importanza di osservare le norme di attenzione e sicurezza in acqua o fuori:
Le specie marine pericolose per l’uomo sono numerose, tuttavia quelle più temute, come lo squalo, sono tra quelle che hanno mietuto meno vittime. Nel Mediterraneo, in particolare, non si ha alcuna notizia certa di vittime addebitabili ad assalti da una delle cinque specie di squalo (su centinaia di specie esistenti) considerati potenzialmente pericolose per l’uomo. Pungersi con le spine dorsali di una tracina, di uno scorfano o con gli aculei del riccio o con le chete (setole biancastre urticanti) del vermocane, ad esempio, sono incidenti molto più frequenti e spesso molto dolorosi e – anche se in casi molto rari – pericolosi. Nuotare con una maschera o con degli occhialetti da nuoto può evitare il contatto accidentale (e comunque raro) con una di queste specie.
Se si viene accidentalmente a contatto con una medusa e non si ha a disposizione un prodotto specifico, posizionare e mantenere per qualche minuto sulla parte colpita qualsiasi materiale molto caldo (sabbia, pietre o anche oggetti metallici esposti al sole): le capsule urticanti delle meduse sono infatti termolabili.
Dando per scontato l’aver partecipato ad un corso d’immersione, è importante non immergersi quando non si sia in perfetto stato di salute. E’ importante (poco prima dell’inizio della stagione) effettuare una visita medica di controllo.
Per chi fa attività subacquea: Non immergersi mai da soli e, quando è possibile, utilizzare uno dei numerosi “Diving Center” presenti lungo gran parte delle nostre coste.
Fare molta attenzione a non danneggiare (in particolare con le pinne) gli organismi animali e vegetati presenti sui fondali.
Non asportare dal fondale alcun organismo. Anche se si tratta di organismi morti si apporta comunque un danno ambientale.