Stasera alle 19 il Teatro Regio di Torino raggiunge il culmine delle celebrazioni “Regio 50” con l’esecuzione in forma di concerto di gala dell’opera I vespri siciliani diretta da Riccardo Frizza. Il direttore bresciano, che ha appena terminato la registrazione di un disco con la sua amata Orchestra della Radio ungherese e in procinto di dirigere Madama Butterfly (nella poco usuale versione bresciana) proprio al Teatro Grande di Brescia nell’ambito del calendario di “Bergamo Brescia Capitale italiana della cultura 2023”, alla vigilia del concerto torinese ha rilasciato la dichiarazione che riportiamo qui sotto.
«Ho l’onore di dirigere il Concerto di Gala con il quale il Regio rende omaggio alla storica inaugurazione del Teatro, avvenuta nel 1973 con I vespri siciliani di Verdi firmati da Maria Callas: i primi 50 anni di un teatro lungamente atteso dai torinesi, emblema della visione artistica ed imprenditoriale di una città speciale che aveva aspettato troppo a lungo la ricostruzione dello storico Regio andato completamente distrutto nell’incendio del 1936. Il nuovo Regio, firmato da Carlo Mollino e inaugurato il 10 aprile 1973 alla presenza di un pubblico sorpreso e ammirato da un teatro unico al mondo, fu il frutto di un progetto avveniristico e insieme testamento del suo ideatore, protagonista eclettico della storia dell’architettura e del design italiani. La scelta felice di inaugurare nel 1973 l’astronave con i Vespri affidati a Maria Callas per quella che fu la sua prima e unica regia, alle voci di Raina Kabaivanska, Gianni Raimondi e Bonaldo Giaiotti, meritava il rinnovo delle emozioni di allora. Sono felice di dirigere oggi un altro cast stellare che vede tra i protagonisti Roberta Mantegna, Piero Pretti, Vladimir Stoyanov e Michele Pertusi. Il Coro del Teatro Regio è istruito per la prima volta da Ulisse Trabacchin, la versione del grand opéra eseguito in forma di concerto è quella italiana di Arnaldo Fusinato.
Torno al Regio dopo il “Concerto della Memoria” dello scorso mese di gennaio che ha colmato un’assenza dal teatro lunga venti anni, quando appunto diressi qui un’opera che mi è molto cara, Semiramide. Auguro a Torino e al suo Regio le migliori fortune artistiche».