“Don’t tell Sting, but he’s a Genius”… Così Stewart Copeland ha commentato al pubblico di Musart parlando del processo creativo nel riarrangiare le canzoni dei Police da suonare con un’ orchestra. E ha saputo ironizzare sulle leggendarie incomprensioni con il cantante, echi lontani degli anni d’oro dei Police.
Il risultato di questo esperimento è stato di ottimo gradimento per una platea di nostalgici ma intenditori della buona musica. E Copeland, accompagnato anche da tre cantanti, un pianista, un chitarrista e un bassista, ha messo in mostra la sua riconosciuta maestria alla batteria e la sua abilità a incantare il pubblico.
A parte i primi due pezzi in cui il tecnico del suono ha dovuto faticare non poco per trovare quella giusta amalgama tra tutti gli elementi sul palco, il resto del concerto è scivolato via in un crescendo di emozioni che ha portato, in conclusione, l’educato pubblico di Piazza S.Maria Annunziata ad avvicinarsi al sottopalco e ballare sulle note del pezzo di chiusura, “Every Little thing She does Is Magic”.
Di particolare gusto e pregio il riarrangiamento di “Roxanne”, molto diversa dall’originale mentre per la versione di “Message in a Bottle” Copeland si è tenuto fedele ai fasti dell’originale. Ottimo esperimento la versione di “Don’t Stand so Close to me”, un po’ meno riuscite Demolition Man e King of Pain. Solite lacrime e sorrisi per Every Breath You take e grande spasso per la versione di Can’t Stand Losing You con i cori di Reggatta de Blanc.
Peccato che allo scadere della scaletta, Copeland non abbia premiato il pubblico fiorentino con dei Bis. Sarebbero stati la ciliegina sulla Torta!!