Le attese sono state tutte ampiamente ripagate al parco archeologico Scolacium di Roccelletta di Borgia (Catanzaro) nella kermesse itinerante: “Armonie d’arte festival” ideata dalla direttrice artistica Chiara Giordano che ha registrato il sold out per il concerto di Stefano Bollani assieme a Trilok Gurtu in un’esclusiva del Centro- Sud d’Italia. Per una perfomance che ha soddisfatto non soltanto il palato fine di chi nel jazz ha individuato il proprio genere musicale per antonomasia, ma anche per chi non vi era, evidentemente e completamente avvezzo.
Il neo duo Bollani – Gurtu, “questo è il nostro secondo concerto in assoluto” ammetterà Bollani quasi al termine (il primo è stato il 29 luglio scorso sull’altopiano del Montasio a Sella Nevea in provincia di Udine, ndc), è stato un’autentica esplosione di colori in una serata che ben s’è prestata al suono del pianoforte a coda di Bollani ed alle percussioni di Gurtu, alla sua batteria, a tutti gli oggetti che aveva intorno e che il musicista indiano ha saputo far assurgere alla dignità di strumenti musicali come la cassa acustica che aveva lì vicino sulla quale dopo esservi seduto sopra, flettendosi leggermente su di essa e percuotendola con le mani, è divenuta, come d’incanto, in due momenti diversi della serata, una bella cassa armonica dal suono profondo ed intenso.
Per il resto su questo duo inedito, il pubblico s’è trovato dinanzi a due generazioni a confronto con Gurtu già operativo quando Bollani non era neanche nato e la freschezza di un talentuoso atleta della tastiera mai domo come il compositore milanese che tra un pezzo e l’altro non s’è mai risparmiato. Con Bollani e Gurtu a guardarsi sorridenti e divertiti l’un con l’altro nella ricerca di un’intesa costante nel loro moto d’improvvisazione incessante.
Bollani ha iniziato con “Radici” il brano tratto dal suo ultimo album: “Blooming” uscito quest’anno, poi è stato un alternarsi con i brani di Gurtu fino all’assolo di quest’ultimo con l’armamentario dei suoi strumenti improvvisati collocati su un tavolo accanto e la voce, con i quali ha trasmesso timbri tipici della tradizione indiana.
Ebbene, il pubblico s’è lasciato andare al suono dei due musicisti quasi con candore, in un silenzio interrotto volta per volta soltanto dagli applausi scroscianti e convinti, tra un pezzo e l’altro. Bollani naturalmente ama scherzare col suo pubblico, da sempre, ci gioca, ed a conclusione di un suo pezzo dichiara: “l’ho realizzato tanti anni fa, nel ‘95 e l’ho intitolato “Sicilia”, ma intendevo – sorridendo sornione – la Calabria… voi non fateci caso!”.
Naturalmente il bis c’è pure stato ed anche qui tra l’ilarità generale, conclude: “Dedichiamo a tutta la Calabria un pezzo scritto da un grande calabrese: Paul McCartney, non fate domande…” e roteando il braccio, si rimette seduto iniziando a suonare con Gurtu, divenutogli a stretto giro di posta, per un attimo: “un valido complice!”, quasi come se suonassero da lustri insieme. Poi i saluti e l’abbandono del palco del duo. Con il pubblico oramai in piedi nella speranza di un’altra comparsa sul palcoscenico che i due sì, riguadagnano, ma soltanto per prendersi l’ennesimo applauso e per riabbracciarsi, anche se un altro pezzo però, purtroppo, non arriva, come si sarebbe sperato. Di certo, il concerto, il duo l’ha tenuto davanti ad una platea sterminata di persone che ha riempito tutto lo spazio circostante di una location fantastica che ora ha chiuso i battenti e che si darà appuntamento per l’estate prossima, anche se “Armonie d’arte festival” continuerà ancora il suo percorso musicale – il 23 agosto nello suggestivo scenario de La Grangia di Sant’Anna a Montauro (Catanzaro) con la grande Lina Sastri – tra i vari teatri all’aperto individuati in altre speciali location di diversi luoghi magici di questa bella regione, in quest’altrettanto bella estate musicale calabrese, che ancora, per fortuna, non è finita…