Secondo e ultimo titolo, dopo La Traviata, dedicato all’anno verdiano, Rigoletto chiude il Caracalla Festival 2023: dopo sul debutto del 3 agosto, tre le repliche previste fino al 10 agosto.
In scena, al Teatro Grande, l’apprezzato allestimento con la regia Damiano Michieletto, creato nel 2020 in chiave anti Covid per gli spazi del Circo Massimo, che viene riadattato per gli spazi e le esigenze di Caracalla.
Un allestimento che in qualche modo ha segnato la storia (primo spettacolo dal vivo dopo la chiusura per la pandemia che doveva necessariamente rispettare le distanze interpersonali imposte dall’emergenza sanitaria) e che adesso viene ripensato senza perdere nulla della sua inventiva originale.
L’idea di Michieletto è ancora geniale, contraddistinta da una forte idea di fondo il regista pensa un Rigoletto moderno, contemporaneo, ambientato in un fantomatico, ma simil realistico mondo di criminali in stile Anni Ottanta 80 (costumi di Carla Teti fra abiti in paillettes, doppiopetto, pantaloni ampi e camicie floreali) in una indistinta periferia di mondo: un vero e proprio noir cinematografico ambientato in un mondo popolato da criminali, killer e prostitute. Sempre imponenti le scene di Paolo Fantin con le auto d’epoca dislocate sul palco, il luna park, le luci, la roulotte, ma ovviamente a essere ritoccata è anche la regia che adesso consente il contatto e l’intimità fra i personaggi seguendo le linee drammaturgiche dell’opera.
Sul podio dell’Orchestra del Teatro dell’Opera, il maestro Riccardo Frizza, specialista non solo del repertorio operistico dell’Ottocento, ma specialista verdiano (al debutto a Caracalla) particolarmente legato proprio al Rigoletto di cui ha regalato una rilettura molto equilibrata tutta tesa soprattutto alla drammaticità e alla cupezza della partitura senza tralasciare i dettagli e con qualche slancio significativo.
Un trionfo la prima affollatissima del 3 agosto salutata dal pubblico con generosi applausi: sempre più bravo Roberto Frontali, una certezza vocale e interpretativa nel ruolo del deforme buffone Rigoletto, archetipo shakespeariano, incattivito dalla vita, cui riesce a regalare tratti di crudeltà, ma anche di misera e profondissima umanità
Una prima contraddistinta da un imprevisto con l’arrivo del tenore Francesco Demuro che ha egregiamente sostituito all’ultimo momento l’indisposto Piero Pretti (confermato per le successive recite) nel ruolo del Duca di Mantova: poche le indicazioni di regia per Demuro che si distingue non solo per la voce, ma anche per la spavalderia che regala al suo personaggio. Angelica la voce e la presenza scenica di Zuzana Marková (al debutto all’Opera di Roma e a Caracalla) nel ruolo di Gilda, sprovveduta adolescente in cerca della propria libertà. Bene il resto del cast, tra cui Riccardo Zanellato, nel ruolo di Sparafucile, Martina Belli come conturbante Maddalena, Irida Dragoti nel ruolo di Giovanna.
Resta invariata l’idea di Michieletto, fra i più corteggiati e ricercati registi a livello internazionale, di costruire la narrazione attraverso tre piani diversi, l’opera dal vivo sul palcoscenico, la regia camere live di Filippo Rossi che proiettano sul grande schermo alcuni momenti dell’opera offrendo un approccio del tutto cinematografico all’allestimento, i video che rappresentano ricordi e pulsioni dei protagonisti in scena, visioni oniriche (il commovente video amatoriale di Gilda e della madre al mare). Come in un vero e proprio film, Michieletto sfrutta anche tecniche cinematografiche come i flashback (mostrando quello che non si è visto, come la fuga di Gilda) e i flash forward (come la morte di morte di Gilda) e si qualche qualche altra libertà, con Monterone (Dario Russo) che viene ucciso e torna come fantasma shakespeariano, il tremendo coro di cortigiani che viene trasformato in aggressori stile Arancia Meccanica con tanto di maschere.
A distanza di tre anni il Rigoletto di Michieletto convince sempre: ricco di inventiva con qualche libertà mai gratuita, coglie tutta la tragicità dell’opera verdiana in moderna chiave cinematografica. Tripudio finale del pubblico. Si replica domenica 6 (recita anticipata alle 19 al Teatro del Portico dal concerto aperitivo jazz del Gabriel Marciano Quartet ) martedì 8 e giovedì 10 agosto (ore 21). Biglietti in vendita e al botteghino e su operaroma.it.
Fabiana Raponi