“Tu sei calabrese? Io ho frequentato le scuole elementari a Serra San Bruno e le scuole medie a Palmi perché mio padre era maresciallo dei carabinieri. Proprio a Serra San Bruno compravo i fumetti di fantascienza. Ricordo il proprietario della cartolibreria, ora c’è il figlio. Ogni volta che posso ci torno…”.
Le parole sono di Michele Kalamera, proferite tantissimi anni fa e raccolte da chi lo ha conosciuto bene e lo ha frequentato per un bel periodo negli anni trascorsi. Ebbene, forse a tanti il suo nome: Michele Kalamera, potrà dir poco. Ma era un gigante in tutti i sensi. Alto quasi due metri di statura, era soprattutto grande per aver doppiato, tra gli altri, attori del calibro di Clint Eastwood, Steve Martin, Robert Duvall, Micheal Caine, Roger Moore. Attori di cinema e teatro o, contestualmente, di entrambi. Ed ancora senza soluzione di continuità: Leslie Nielsen, Robert Redford, Martin Landau e davvero tanti altri: stiamo parlando di un’autentica leggenda del doppiaggio italiano che è scomparso il 25 luglio scorso a Roma all’età di 84 anni. Ebbene, a disvelarci queste dichiarazioni del doppiatore di Conegliano Veneto che visse l’infanzia in Calabria è stato proprio un signore calabrese il cui nome è Domenico Palazzo di Lamezia Terme ed i cui signori della cartolibreria a cui faceva riferimento Kalimera erano esattamente: “Michele, il signore della cartolibreria era mio nonno – ha spiegato Palazzo – e quello che gestiva la cartolibreria era mio zio!”.
Dunque addio alla voce italiana di Clint Eastwood e di tanti altri, “ma per noi appassionati – ha continuato Palazzo – sarà per sempre l’indimenticabile voce del comandante John Koenig (ovvero Martin Landau) in “Spazio 1999”. Kalamera era nato nel febbraio del 1939 e gli anni che racconta lo riguardavano qualche anno prima della fama di doppiatore ed attore di cui si contraddistinse negli anni a venire. Oltrettuto, Palazzo, che l’aveva conosciuto bene e con il quale aveva avuto modo d’assistere ai suoi convegni nella nostra regione e non soltanto, della Calabria e dei calabresi non se n’è mai dimenticato. “Era un grande affabulatore – ha dichiarato sempre Palazzo con una certa nostalgia ricordando che quando iniziava a parlare non la finiva più – l’ultima volta che lo vidi è stato nel 2009 quando ci ritrovammo insieme in un B&B con altri amici sul lago di Garda”.
Kalamera aveva frequentato l’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio d’Amico” iniziando in gioventù il suo lavoro di doppiatore. E’ stato anche attore di teatro e nel ‘63 aveva fondato, con Gigi Proietti, il teatro stabile dell’Aquila.
Ha lavorato anche per la radio. E il suo esordio da doppiatore nel ‘66, diretto da Fede Arnaud nel doppiaggio di Mark Damon nel film “Dio, come ti amo!”. È noto soprattutto per essere il doppiatore ufficiale di Clint Eastwood, scelto per questo lavoro dallo stesso attore statunitense che nel “76 lo aveva sentito in un provino per il film: “Il texano dagli occhi di ghiaccio”.
Kalamera ha quindi doppiato più di 50 anni di storia del cinema e oltre questi grandi volti di Hollywood ha anche dato spazio all’animazione, regalando al pubblico la sua voce come narratore per tanti episodi de “Le avventure di Winnie The Pooh” oppure “Le dodici fatiche di Asterix” oltre ad altre produzioni Disney. Insomma un grande se n’è andato e, pensare che in Calabria ci ha persino vissuto!
Nella foto, Kalamera, ultimo a destra, in un incontro del 2006 a Roma, insieme a Gianni Garko (al centro) e Orso Maria Guerrini, due attori che parteciparono alla prima stagione di “Spazio 1999”.