Teatro de Gli Incamminati
Una Tazza di Mare in Tempesta
dal “Moby Dick” di Herman Melville
in compagnia di Johannes Schlosser
musiche originali Fabio Besana
da martedì 20 settembre fino a sabato 30 settembre – Teatro Massimo di Cagliari
“Una Tazza di Mare in Tempesta” di e con Roberto Abbiati in scena con Johannes Schlosser fino al 30 settembre al Teatro Massimo di Cagliariper un’anticipazione della Stagione de La Grande Prosa e Danza 2023-2024 firmata CeDAC Sardegna
COMUNICATO del 25.09.2023
Una spettacolare “caccia alla Balena Bianca” con “Una Tazza di Mare in Tempesta”, un “viaggio in mare” di e con Roberto Abbiati in compagnia di Johannes Schlosser, dal “Moby Dick” di Herman Melville, per una inedita e coinvolgente versione del celebre romanzo, impreziosita dalle musiche originali di Fabio Besana (produzione Teatro de Gli Incamminati) in cartellone da martedì 26 settembre fino a sabato 30 settembre con due repliche al giorno, rispettivamente alle 17.30 e alle 18.30 al Teatro Massimo di Cagliari per un’anticipazione della Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa e Danza sotto le insegne del CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.
“Una Tazza di Mare in Tempesta” rievoca la straordinaria epopea dell’equipaggio e degli ufficiali a bordo del “Pequod”, agli ordini del capitano Achab, sulla falsariga del capolavoro di Melville – per un pubblico di grandi e piccini – mescolando differenti registri e stili, dalla recitazione alla narrazione, al teatro di figura, per far apparire i personaggi fondamentali di una vicenda emblematica e ricca di suggestioni, ispirata alle cronache dell’epoca, ma densa di rimandi e excursus filosofici, scientifici e letterari, dalla Bibbia alle opere di William Shakespeare. La pièce condensa in meno di venti minuti la materia incandescente del romanzo, incentrato sull’eterno conflitto tra il Bene e il Male, trasfigurandola attraverso i linguaggi della scena e offrendo differenti livelli di lettura, dalla pura e semplice, per quanto avvincente, ricostruzione degli eventi agli spunti di riflessione sugli stati d’animo, i pensieri, le azioni, i sogni e le ambizioni, i desideri e le scelte, spesso ardue e difficili, degli uomini impegnati in un’impresa (quasi) disperata dettata dall’ossessione di Achab, dal suo desiderio di vendetta che conduce all’ultima, fatale sfida.
Tra le righe di “Moby Dick”, pubblicato nel 1851 in due differenti edizioni, quella londinese, uscita in ottobre per i tipi della Bentley con il titolo “The Whale” (“La Balena”) con varie modifiche apportate dall’autore e dall’editore per emendare il testo dei passaggi che avrebbero potuto apparire blasfemi o osceni come delle note satiriche sulla Corona Britannica e quella americana uscita in novembre a New York, presso Harper & Brothers, con il titolo definitivo “Moby-Dick, or The Whale” (“Moby Dick, ovvero la balena”) pur con varie imprecisioni e refusi, affiorano questioni cruciali come il dilemma dell’ignoto e la tensione verso l’assoluto. Tra timori e speranze, ansia di riscatto, segrete inquietudini e superstizioni, emergono anche la curiosità e la sete di conoscenza, oltre allo stupore davanti alle meraviglie del cosmo e alla bellezza e la potenza della natura, distruttrice e salvifica, inserita in un più ampio disegno: il romanzo, dedicato all’amico Nathaniel Hawthorne, diventa così un’allegoria della condizione umana, della fragilità e delle contraddizioni di un essere in balia delle proprie passioni, ma anche della determinazione, del coraggio, perfino della temerarietà dei marinai che si accingono ad affrontare il mostro scaturito dagli abissi.
Il romanzo non fu compreso né apprezzato dai contemporanei, con poche eccezioni tra cui Hawthorne, e l’insuccesso di pubblico e critica pose fine alla carriera letteraria di Herman Melville: la riscoperta del valore e dell’importanza di “Moby Dick”, ormai riconosciuto come uno dei capolavori della letteratura modiale, a partire dagli Anni Venti del Novecento si deve, tra gli altri, a scrittori come D. H. Lawrence e Carl Van Doren e al sociologo Lewis Mumford. La prima traduzione italiana è del 1930, a cura di Cesare Pavese, ma la prima edizione, pubblicata da Carlo Frassinelli, è del 1932, nella collana Biblioteca Europea diretta da Franco Antonicelli; a seguire una nuova traduzione di Cesarina Minoli per UTET nel 1958, poi ripresa nel 1986 dagli Oscar Mondadori. Nel 2010 Giuseppe Natali ha curato per UTET una traduzione basata sulla Longman Critical Edition di John Bryant e Haskell Springer, che mette a confronto le due edizioni del 1851 e infine nel 2015 è stata pubblicata la traduzione di Ottavio Fatica per Einaudi.
Il protagonista, Ismaele descrive così quella particolare condizione del suo spirito, che lo induce a imbarcarsi su una nave: «Ogni volta che mi accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che. nell’anima scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me… allora dico che è tempo di mettermi in mare al più presto, questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola». Il romanzo è in un certo senso il diario di una traversata degli oceani all’inseguimento della fantomatica e famigerata Balena Bianca, il capodoglio che sembra dotato di una sorta di malizia e di una certa dose di crudeltà nel prendersi gioco e poi nell’infierire sui vascelli che gli danno la caccia, cui corrisponde la ferocia dell’inflessibile Achab, impegnato con quell’apparentemente invincibile e imprendibile avversario in un duello mortale.
“Una Tazza di Mare in Tempesta” racchiude l’essenza del romanzo, le atmosfere e le storie, perfino il rumore del mare: nella stiva di una nave dove gli oggetti si animano e risuonano racconti e canti, in una dimensione quasi onirica o nel tempo sospeso della memoria, compaiono i personaggi del romanzo in tutta la loro umanità, con i loro caratteri e le loro stravaganze. In un sogno a occhi aperti, attraverso la magia del teatro, si viaggia attraverso le pagine di “Moby Dick” in una forma di teatro esperienziale e multisensoriale, con l’illusione di trovarsi davvero per mare, alla mercé delle correnti, tra la quiete della bonaccia e la violenza delle tempeste, come naufraghi della vita, ma pure con la rassicurante certezza di poter alla fine ritrovarsi al sicuro sulla terraferma, serbando il ricordo di un’avventura.
INFO & PREZZI
Una Tazza di Mare in Tempesta
Biglietti:
posto unico: 5 euro
prevendite online: www.vivaticket.it
Una Tazza di Mare in Tempesta
LINK: https://www.vivaticket.com/it/
prevendite: Biglietteria del Teatro Massimo di Cagliari – via E. De Magistris n. 12 (aperta da lunedì a venerdì, dalle 17 alle 20 – info: cell. 345.4894565 – biglietteria@cedacsardegna.it)
e BoxOffice-Sardegna – viale Regina Margherita n.43 – Cagliari