Concerti del ROF 2023 al Teatro Sperimentale di Pesaro
A cura di Giosetta Guerra
Cantata in onore del Sommo Pontefice Pio IX
(Martedì 15 agosto 2023)
foto Amati Bacciardi
La cantata in onore di Pio IX di Rossini, su testo di Giovanni Marchetti, porta in scena personaggi astratti come L’Amor Pubblico, La Speranza, Il Genio Cristiano, Corifeo, che intessono le lodi del Sommo Pontefice per il suo spirito liberale.
La musica è un insieme di autoimprestiti da Ricciardo e Zoraide, Ermione, Armida, Le Siège de Corinthe.
Sono presenti belle pagine scoperte per coro, orchestra e singoli strumenti.
L’Orchestra Filarmonica Rossini, diretta dal maestro Cristopher Franklin, esegue con professionalità la partitura, mettendo in evidenza la bella voce del corno, sostiene le voci e si amalgama bene con il bravo Coro del Teatro Ventidio Basso preparato da Giovanni Farina.
Il tenore Pietro Adaini, che interpreta l’Amor Pubblico, esibisce un timbro vocale alla Florez, una voce chiara ed estesa ma un po’ rigida anche nei sopracuti. Il cantante fa uso della messa di voce, ma ha poca fluidità nell’emissione che rimane piuttosto robusta.
Il soprano di coloratura Marina Montò, nel ruolo della Speranza, è una belcantista dal timbro vocale interessante. È in grado di modulare una voce estesa, agile e svettante. Gorgheggia e trilla con facilità esibendo acuti taglienti e belle scale cromatiche.
Il tenore Antonio Garés, come Corifeo, ha una vocalità robusta.
Bel corpo vocale quello del basso Michael Mofidian, nel ruolo del Genio Cristiano. La voce roboante e ampia è capace di piegarsi alla morbidezza del canto, di proiettare bene i suoni con appoggi gravi di spessore. La cantata comincia in sordina e finisce a tempo di danza in allegria.
Concerto lirico-sinfonico del soprano Rosa Feola
con l’Orchestra Sinfonica G. Rossini
(Giovedì 17 agosto 2023)
foto Amati Bacciardi
È molto piacevole ascoltare un concerto rossiniano in cui si alternano brani orchestrali e arie famose.
L’Orchestra Filarmonica Rossini, diretta da Sesto Quattrini, ha eseguito brillantemente e nel rispetto di tutte le dinamiche le più note ouverture delle opere di Rossini: La gazza ladra, Il Turco in Italia, Semiramide, Tancredi. Il soprano Rosa Feola ha interpretato i brani più famosi di queste opere: cavatina di Ninetta “Di piacer mi balza il cor”, cavatina di Fiorilla “Non si dà follia maggiore”, cavatina di Semiramide “Bel raggio lusinghier”, cavatina di Amenaide “No, che il morir non è”.
Rosa Feola è un soprano di coloratura, dotato dell’agilità necessaria per eseguire il virtuosismo della scrittura rossiniana, è inoltre capace di porgere con morbidezza e far uso delle mezze voci. Grazie ad una notevole estensione vocale, il soprano si libra in bellissimi slanci acuti e sopracuti, sia filati sia rinforzati.
Il concerto si conclude con un bis sempre rossiniano, ma dall’atmosfera più dolce e distesa: l’aria dì Mathilde “Sombre forêt” da Guillaume Tell.
Madre e figlia in concerto: Cecilia Gasdia e Anastasia Bartoli
Una chicca per il festival
(Martedì 22 agosto 2013)
Ritrovare una brava cantante dei primi anni del ROF, adesso in veste di pianista accompagnatrice, è stata una sorpresa; trovare sua figlia come cantante è stata una vera chicca.
Il binomio vincente Cecilia Gasdia (al pianoforte) e Anastasia Bartoli (soprano) ha destato nel pubblico una vera curiosità. Il concerto ha alternato pagine per solo pianoforte e brani cantati.
La Gasdia si è rivelata una brava pianista solista e un’attenta accompagnatrice.
Sua figlia, Anastasia Bartoli, ha confermato le doti di belcantista evidenziate nell’opera di apertura del festival Edoardo e Cristina, ed ha mostrato la sua capacità di affrontare altri compositori tra loro molto diversi. La voce è possente, estesissima e robusta, in grado di affrontare acuti estremi e taglienti e di scendere con facilità al registro grave, che presenta qualche suono chiuso. Il canto di forza viene a volte smorzato con delicate mezze voci e suoni morbidi, che rendono più gradevole l’ascolto.
Il soprano, infatti, dovrebbe arricchire la sua linea di canto con filati e mezze voci, per esprimere le atmosfere e le sensazioni che differenziano i vari compositori.
Come bis, il soprano si è cimentata in un brano virtuoso di vocalizzi e ha cantato l’aria “O mio babbino caro” dal Gianni Schicchi di Giacomo Puccini. La Bartoli può cantare tutto ma, secondo me, dovrebbe scegliere su quale compositore affinare la sua arte di canto (io comincerei da Rossini), per poi passare ad altri in seguito.
(Giosetta Guerra)