“Raffa revolution” al teatro Donizetti di Bergamo ovvero l’introduzione spettacolo all’opera “Raffa in the sky” la cui attessisima “prima” sempre al Donizetti si terrà il prossimo 29 settembre è stata letteralmente fantastica. Ed altrettanto fantastico è stato Francesco Micheli, ideatore e regista dell’opera, in vesti inedite, a raccontare. A raccontare i contorni di un’opera che su libretto di Renata Ciravino e Alberto Mattioli e la musica di Lamberto Curtoni, ora ci aspetta per scoprire i segreti di quella che sarà una fantaopera ispirata alla grande e mai dimenticata Raffaella Carrà che verrà interpretata da una talentuosa Chiara Dello Iacovo. E, badate bene, siamo ancora soltanto all’anteprima…
E che la Raffaella nazionale sia rimasta nel cuore di tantissime persone lo dimostra un teatro pieno, le molte generazioni a confronto e poi innumerevoli giovani (che piacere vederli!) che si son divertiti alla stessa stregua, se non di più, di tutti coloro che li precedevano all’anagrafe.
A questo appuntamento non han poi voluto mancare il sindaco Giorgio Gori e sua moglie Cristina Parodi, che tra gli altri, curiosissimi, abbiamo avuto la sensazione che quest’autentica chicca, non avrebbero voluto perdersela per nessuna ragione al mondo. Intanto lo spettacolo inizia.
Luci soffuse sul palcoscenico a diretto contatto col pubblico e dinanzi a quest’ultimo un coro di adulti, ragazzi e bambini formato da genitori e figli ed un Maestro prodigo e attento nel guidarlo. E poi accanto al coro un pianoforte a cui s’alternano due valenti musiciste che intona subito: “Ma che musica maestro!” fino a “Rumore” giungendo finanche al “Tuca tuca sì”. E chi se li scorda questi pezzi di storia musicale! Sorrisi e risate per un remake che ti trasporta indietro quasi come un’ideale macchina del tempo!
Bravo, naturalmente, Micheli a riannodare i fili della memoria di uno spettacolo di cui ne sentiva l’esigenza perché lui come parecchii di noi s’è cresciuto col mito della Carrà! L’esperimento portato avanti da Micheli per la nuova produzione della Fondazione per Bergamo Brescia capitale italiana della cultura 2023, è stata e rimane una bella scommessa tutta da vivere. E da vincere! E’ la rappresentazione plastica del racconto di una donna antesignana dei tempi che portò in atto convintamente le istanze del gentil sesso in un momento di “apparente” apertura nella straordinaria portata dei programmi di prima serata dinanzi alla tv dell’epoca. Lo scoprire l’ombelico dinanzi al pubblico dello studio televisivo e soprattutto di rimando a quello di casa, il toccare le giunture degli uomini con il suo sensuale “Tuca tuca sì”, la capacità di sdrammatizzare situazioni che altri non avrebbero potuto saper gestire meglio di lei difronte ad una censura incombente, è indubbiamente il salto di qualità di una persona che sapeva bene quel che voleva e che ha “sfidato” con grande coraggio le convinzioni di quella fase storica; riuscendo ad “educare” il popolo a stare con la mente proiettata più in avanti rispetto ai suoi governanti.
Che a dispetto dei tempi a soli 23 anni lasciò Hollyood per rientrare in Italia e, per così dire, “reinventarsi” il varietà! E’ un modo, questo, nell’intento di Micheli e non soltanto evidentemente, di rendere – per dirla col grande Donizetti – “l’opera fantastica” qualcosa di popolare, o per dir meglio: rendere l’opera lirica in generale più popolare, e “riavvicinare” così questo genere alla grande platea del pubblico di qualsiasi età e provenienza.
Per questo ed altri diversi motivi, Raffa revolution” prima e “Raffa in the sky” a partire dal 29 settembre, con a seguire le date del 1, 6 e 8 ottobre rappresenteranno il frutto di un’operazione innovativa sicuramente, ma che si lega indissolubilmente come una sorta di elastico al passato, alla storia, alle tradizioni, sancendo un passaggio fondamentale in avanti a livello culturale.
In un’epoca in cui tutto cambia e dove le difficoltà aumentano e conseguentemente pure i pericoli, ciò che deve accrescersi più di tutte, per dirla sempre con Micheli – che indossava una maglietta rossa con lo sfondo l’immagine della grande Raffa – deve essere “l’educazione sentimentale”, e tutto ciò al fine d’evitare d’assistere alle brutture di questo mondo.
Insomma, per noi, l’esperimento è riuscitissimo! Oltretutto, se immaginiamo che con il bis di “Ballo, ballo” il pubblico in platea, in galleria, dai balconcini s’è alzato tutto in piedi a cantare, a dimenarsi, a danzare, sorridendo e ridendo, facendo divenire per qualche minuto il teatro Donizetti un’inedita discoteca, beh, pensiamo che tutto ciò, avrebbe fatto pure piacere al grande compositore bergamasco!