Ukiyo-e
di Sidi Larbi Cherkaoui e Ballet du Grand Théâtre de Genève inaugura la XVIII edizione del Romaeuropa Festival: appuntamento il 6 e il 7 settembre (ore 21, Biglietti da 25 a 40 euro) nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone” con una prima nazionale che inneggia all’essere umano, ma anche la sua duttilità e capacità di reagire alle perpetue mutazioni edel presente, attraversando una geografia fatta di suoni, immagini e movimenti.
Omaggio alla cultura giapponese e al “mondo fluttuante” che da sempre ispira il coreografo fiammingo, Ukiyo-e (dallo stile artistico che si sviluppa in Giappone nei Seicento) è uno spettacolo imponente che punta su 18 interpreti in scena e una crew internazionale che i colori dei costumi disegnati da Yuima Nakazato o del movimento delle scale realizzate dal newyorkese Alexander Dodge. Uno spettacolo fluttuante e in perpetuo movimento che si ispira alle vertiginose geometrie di Escher, con la musica affidata al franco-vietnamita Alexander Dai Castaing, al polacco Szymon Brzóska, alla cantante Kazutomi «Tsuki» Kozuki e al maestro del Taiko Shogo Yoshii.
“Guardare questo mondo che fluttua è come guardare il mare, vorrei che il pubblico sentisse la sua pace, capisse che non sta cercando di dirci nulla se non che tutto è destinato a cambiare – spiega Sidi Larbi Cherkaoui, neo direttore del Ballet du Grand Théâtre De Genève – Ukiyo-e è come una cerimonia carica di speranza. Ci invita ad una posizione di contemplazione e di ascolto. Credo sia necessario osare, collegare idee più grandi e ho cercato di sfidare i compositori a pensare in modo più ampio”.
Dopo l’inaugurazione affidata a uno dei ricercati e acclamati coreografi a livello mondiale che consolida la sua collaborazione con il RomaEuropa, la settimana inaugurale del festival prosegue il 10 e l’11 settembre in Cavea con la prima nazionale di EXIT ABOVE – after the tempest nuova produzione di Anne Teresa De Keersmaeker e della sua compagnia Rosas e il 12 settembre con il live Tomorrow Comes the Harvest di Jeff Mills con Jean-Phi Dary e Prabhu Edouard.
“La trentottesima edizione del Romaeuropa Festival è una fotografia della geografia delle arti, un invito alla scoperta della pluralità delle prospettive offerta dalle sensibilità degli artisti e dal loro racconto di quel “mondo fluttuante” che è il presente” il commento di Fabrizio Grifasi, direttore generale e artistico del Festival che quest’anno propone oltre 500 artisti provenienti da 34 paesi, 90 spettacoli, 300 aperture di palcoscenico distribuiti in due mesi di programmazione, dal 6 settembre al 19 novembre in 13 spazi della Capitale, tra musica, danza, teatro, nuovo circo, creazione per l’infanzia e arti digitali.
Un’edizione che si propone di travalicare ogni confine geografico e temporale attraverso la forza dirompente delle arti per delineare visioni del nostro presente e del futuro attraverso molteplici linguaggi.
Tanti i grandi nomi della danza, dal coreografo anglo-bengalese Akram Khan che torna a Roma con il suo Jungle Book Reimagined (coproduzione REF2023) ispirato a Il Libro della Giungla di Rudyard Kipling, al greco Christos Papadopoulos che presenta la prima creazione per Dance On Ensemble, formazione composta da danzatrici e danzatori professionisti over 40, dalla coreografa Kat Válastur accanto al gruppo vocale femminile Pleiades, una personale indagine intorno alla figura mitologica della dea Diana fino al collettivo italo-spagnolo Kor’sia che rielabora Ascesa al monte ventoso di Francesco Petrarca.
Storie, identità e tradizioni di “altri mondi” sono al centro dello sguardo di numerosi artisti che travalicano ogni confine: Milo Rau prosegue il percorso di coproduzione costruito con il festival e chiude la sua Trilogia degli Antichi Miti con lo spettacolo Antigone in Amazzonia portando la tragedia di Sofocle nello stato brasiliano del Parà, coinvolgendo indigeni, Movimento dei Lavoratori Senza Terra, attori professionisti e non professionisti.
A distanza si dieci anni torna a Roma il neozelandese Lemi Ponifasio con Jerusalem sui canti della tradizione Maori e le parole di Adonis Ali Ahmad Said Esber, il coreografo singaporiano Choy Ka Fai presenta Unbearable Darkness sui temi dell’alienazione e della disumanizzazione che hanno attraversato questa corrente coreografica giapponese.
Il danzatori Jon Maya e il bailaor Andrés Marín in Yarin propongono un dialogo tra tradizione basca e flamenco, il duo Igor & Moreno presenta Karrasekare (coproduzione del REF2023) pièce sui rituali catartici che unisce le tradizioni carnevalesche pagane sarde e dei Paesi Baschi.
Il coreografo Serge Aimé Coulibaly in C la vie racconta forme e ritmi tradizionali del nostro mondo contemporaneo, Princess Isatu Hassan Bangura propone Great Apes of the West Coast sul viaggio che dalla Sierra Leone l’ha portata nei Paesi Bassi. Gran Finale del Romaeuropa Festival 2023 con Qudus Onikeku che inRe:incarnation indaga sui nuovi trend musicali dei nuovi trend musicali che dalla Nigeria conquistano il mondo.
Il teatro riserva non poche perle come la presenza della divina Isabelle Huppert diretta dal regista Ivo van Hove ne Lo zoo di vetro di Tennessee Williams (al Teatro Argentina in corealizzazione con Teatro di Roma), la ripresa di Tempest Project, omaggio del REF al Maestro Peter Brook a un anno dalla sua scomparsa, il debutto al festival di Susanne Kennedy che con l’artista visivo Markus Selg presenta Angela (A strange loop) che indaga sulla costruzione della soggettività nell’epoca digitale.
Spazio alla storica compagnia inglese Forced Entertainment con il cult Tomorrow’s Parties con il premio Ubu Marco Cavalcoli e Caterina Simonelli e ad Ascanio Celestini in Asino e bue “racconto senza spettacolo”.
In scena il nuovo lavoro Francesca Pennini, Abracadabra, VicoQuartoMazzini che porta in scena l’adattamento dell’acclamato romanzo La Ferocia di Nicola Lagioia (Premio Strega 2015) Il Grande Vuoto (presentato in corealizzazione con La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello), della regista Fabiana Iacozzilli che chiude la Trilogia del Vento.
REF 2023 è anche musica con L’imbalsamatore – Monodramma giocoso da camera di Giorgio Battistelli diretto da Massimo Popolizio con il Parco della Musica Contemporanea Ensemble diretto da Tonino Battista, An index of Metals omaggia Fausto Romitelli, a circa vent’anni dalla sua scomparsa, omaggio a Franco Battiato nel concerto di Sentieri Selvaggi, il quartetto folk originario di Kiev DahkaBrakha spazia dal folklore al teatro per in canto contro la guerra.
Ancora musica con Fabrizio Ottaviucci, la rockstar del pianoforte Simon Ghraichy e con la doppia presenza di Ensemble Modern di Francoforte, ma si inaugura quest0anno un focus dedicato al panorama della sperimentazione elettronica con la presenza di star internazionali come Caterina Barbieri, Ben Frost, i Plaid, Tovel.
Numerosi gli appuntamenti del teatro musicale con Elli Papakonstantinou e Ariah Lester che reinventa il mito di Dioniso nello spettacolo The Bacchae, Luigi De Angelis, che con Claron McFadden in Muziektheater Transparant, costruisce una dedica per Nina Simone, Dario Bassolino e il regista Rosario Sparno, che portano in scena Livietta + Tracollo da Giovanni Battista Pergolesi.
Ma il REF si conferma essere stimolante dialogo tra generazioni attraverso l’alternanza fra grandi nomi della scena internazionale e nuove proposte. Il Mattatoio si conferma essere il punto di riferimento per la creatività emergente del REF2023 con La Pelanda del Mattatoio di Testaccio, centro nevralgico con l’allestimento di quattro sale di spettacolo, l’area installazioni e incontri, il servizio di accoglienza e box office.
Diverse le sezioni proposte, LineUp! curata da Giulia Di Giovanni e Matteo Antonaci che racconta in tre giornate dedicate alla musica con le nuove generazioni di artiste (La Niña, Vieri Cervelli Montel, Daniela Pes per il Tanca Records Showcase, Miglio, Ethan, Marta Tenaglia); Digitalive, curata da Federica Patti, che incrocia percorsi musicali, coreografici e virtuali (NONE, Cosimo Damiano, Riccardo La Foresta, il collettivo SPIME.IM, Arssalendo), Anni Luce, a cura di Maura Teofili, punta sulla nuova generazione under 30 del teatro italiano con Giovanni Onorato, Greta Tommesani. Non mancano i progetti speciali e la sezione Kids & Family a cura di Stefania Lo Giudice che adatta l’intero Mattatoio in uno spazio dedicato ai bambini e alle loro famiglie per un festival nel festival con Het Filiaal theatermakers, Het Houten Huis, Meneer Monster.
Gran Finale del Romaeuropa Festival 2023 anche con Ballaké Sissoko in dialogo con il compositore e sound artist Lorenzo Bianchi, la stella Bombino, l’icona Fatoumata Diawara con il live del suo nuovo album London Ko prodotto da Damon Albarn e un appuntamento “extra” presentato dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con Tan Dun che dirige Orchestra e Coro dell’Accademia in Buddha Passion. Info e dettagli su romaeuropa.net.
Fabiana Raponi