Con Within the Golden Hour di Christopher Wheeldon una serie di piccoli dipinti o schizzi ispirati al tramonto, in Chacona di Goyo Montero uomini e donne che interagiscono costantemente sul palco, nel Bolero di Krzysztof Pastor la rappresentazione di diverse forme di bellezza nel rapporto fra uomini e donne.
Questi i tre titoli della Serata Coreografi Contemporanei in scena al Teatro dell’Opera di Roma (repliche fino al 24 settembre) nuovo successo per il Corpo di Ballo del lirico capitolino e per la sua direttrice, l’étoile Eleonora Abbagnato che dal 2015, anno della sua nomina, ha voluto inaugurare quella che è diventata una formula sempre attesa dal pubblico, una sfida per i danzatori che si misurano con coreografie al di là del classico.
Nel trittico in scena i tre coreografi contemporanei regalano tre pezzi che sembrano essere più neoclassici che contemporanei: il contemporaneo diventa classico o meglio neoclassico, in tutta la sua piacevolezza, in tutta la sua astrattezza, in una rassicurante bellezza attraverso tre coreografie dall’animo diverso.
La serata coreografi contemporanei rappresenta sempre una sfida per il Corpo di Ballo che deve misurarsi con nuove coreografie e i protagonisti della serata, le étoiles Alessandra Amato, Rebecca Bianchi e Alessio Rezza, i primi ballerini Claudio Cocino e Michele Satriano, i solisti Federica Maine, Marianna Suriano e Giacomo Castellana, il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma si confermano anche in questa occasione artisti sempre più versatili e sempre più capaci di padroneggiare un repertorio sempre più ampio unendo alla capacità tecnica l’interpretazione.
Sette coppie che si rincorrono e si avviluppano in sognanti pas de deux, movimenti fluidi morbidi che dipingono con gentilezza e pacatezza l’ora del tramonto, cogliendo la serenità di un momento magico della giornata: è Within the Golden Hour di Wheeldon, coreografia accarezzata dalle calde luci di Peter Mumford e lo scintillio dei costumi di Anna Biagiotti sulle note della partitura per archi composta da Ezio Bosso (omaggio a compositore a tre anni dalla sua prematura scomparsa) e sul Movimento andante del Concerto per violino in si bemolle maggiore RV583 di Vivaldi. Creato nel 2008 per il San Francisco Ballet, Within the Golden Hour è considerato a ragione uno dei più bei lavori di Wheeldon, coreografo con un importante passato da danzatore che regala una coreografia – atto unico delicata e sognante tratteggiando piccoli schizzi impressionisti che cullano il pubblico nell’ora dorata del tramonto: emozionano i gesti e i movimenti poetici e impalpabili affidanti all’eleganza dei danzatori in scena.
“I danzatori sono sempre sul palco per tutto il tempo in sostanza interagiscono. Si amano.si odiano. Si combattono. Alla fine tutti i protagonisti devono diventare un tutt’uno.devono interagire seguendosi l’un l’altro e allora succede qualcosa di magico”. È così che il madrileno Goyo Montero, dal 2008 direttore del Balletto dello Staatstheater Nürnberg, parla della sua Chacona: toni e colori (costumi dai tagli asimmetrici di tulle neri disegnati dallo stesso Montero con Verena Hemmerlein, luci da Nicolás Fischtel) cambiano radicalmente nella coreografia con musica di Bach dal vivo con Vincenzo Bolognese al violino solo, Enrica Ruggiero al pianoforte e Sergio Segato alla chitarra, accompagna una coreografia dai toni tesi, dalle luci cupe con fasci azzurre dove dalla colonna unica dei danzatori si staccano e si staccano i ballerini fra assoli, passi a due o passi di gruppo che travolgono lo spettatore in una continua interazione.
Si chiude con l’ipnotico Bolero di Ravel con la coreografia di Krzysztof Pastor, al 2009 direttore del balletto al Teatr Wielki, incalzante e sensuale, creato nel 2012 e già proposto con successo questa estate nel festoso Gran Gala di Danza al Caracalla Festival.
“Volevo fare qualcosa che celebrasse davvero legami tra le persone. L’intenzione di questo balletto è di rappresentare diverse forme di bellezza” spiega Pastor nelle note di sala a suggerire il rapporto fra uomini e donne.
Anche su un palco di dimensioni più ridotte, tutto si sviluppa intorno alla coppia principale, Rebecca Bianchi e Claudio Cocino, intenti a sedursi e a rincorrersi in aderentissime tute minimal rosse (di Tatyana van Walsum con le luci di Bert Dalhuysen): è in uno spazio rettangolare che si muove anche il Corpo di Ballo che ora li ingloba, ora li rilascia. Un trittico dalle atmosfere diverse costellata dalla bravura del Corpo di Ballo che anima il successo della serata. Repliche fino al 24 settembre.
Fabiana Raponi