Piccolo Teatro Strehler, 9 ottobre 2023
nel sessantesimo anniversario
VajontS 23
Un racconto, cento racconti di acqua e di futuro
Azione partecipata di teatro civile
con un coro di 200 persone e 20 narratrici e narratori
accompagnati da Marco Paolini
in contemporanea con 130 teatri in Italia e all’estero
Lunedì 9 ottobre 2023, nel giorno in cui ricorre il sessantesimo anniversario
della tragedia del Vajont (9 ottobre 1963), il Piccolo si unisce al comitato
promotore La Fabbrica del Mondo e ad altre istituzioni culturali e civili del
Paese per un grande ricordo collettivo in forma di racconto, per evocare il
passato guardando al futuro, al tema della crisi idrica, alle politiche e ai
comportamenti individuali che chiedono di essere adottati oggi, allo scopo di
prevenire il disastroso peggioramento della disponibilità di acqua potabile.
In scena, al fianco di Marco Paolini, del Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e di
Francesca Caruso, Assessore alla Cultura della Regione Lombardia, che porterà
i saluti del Presidente Fontana, 20 narratori e un coro di 200 persone,
espressione e voce della società civile, del mondo della cultura e dell’impegno
ambientalista, con il coordinamento artistico di Michele Dell’Utri.
Dal 9 al 16 ottobre, nei foyer del Teatro Strehler, sarà allestita la mostra
fotografica Vajont, per non dimenticare a cura della Pro Loco Longarone,
organizzata dall’Associazione Bellunesi nel Mondo.
Infine, lunedì 16 ottobre – sempre nella sala di largo Greppi, alle 20.30 – a
trent’anni dalla sua prima rappresentazione, Marco Paolini riporta in scena, per
una sola eccezionale serata, lo storico spettacolo Il racconto del Vajont.
Il Piccolo Teatro di Milano raccoglie l’appello di Marco Paolini e si unisce alla cordata di teatri
coordinati dal comitato promotore La Fabbrica del Mondo.
Lunedì 9 ottobre, alle ore 20.30, sul grande palcoscenico dello Strehler, andrà in scena VajontS 23, racconto corale partecipato per onorare la memoria di quella comunità montana spazzata via, in una manciata di minuti, dalla faccia della storia e dalle mappe geografiche.
Per riflettere su alcuni temi oggi cruciali, quali il dissesto idrogeologico, l’acqua come bene comune e il cambiamento climatico, le cui ferite la stessa Milano e la Lombardia hanno recentemente sperimentato sulla propria pelle, il Piccolo ha chiamato a raccolta, al fianco di Paolini – che trent’anni fa diede, per la prima volta, voce e corpo a Il racconto del Vajont –, personalità della società civile, del mondo della cultura, delle realtà impegnate sui temi dell’ambiente.
I narratori e il coro Il testo del Racconto del Vajont, firmato allora da Marco Paolini, insieme a Gabriele Vacis, si fa, oggi, azione corale di teatro civile, si fa racconto, anzi cento racconti di acqua e di futuro.
Nell’adattamento, curato dallo stesso Paolini insieme a Marco Martinelli, drammaturgo e regista del Teatro delle Albe, appositamente pensato per questa inedita costruzione collettiva e declinato artisticamente per il Piccolo Teatro dalle immaginazioni di Michele Dell’Utri, si snoderà una sorta di lettura a staffetta, interpretata da 20 narratori. In scena, accanto a Marco Paolini, al Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a Francesca Caruso, Assessore alla Cultura della Regione Lombardia,
che porterà i saluti del Presidente Fontana, saranno presenti rappresentanti delle comunità colpite dal disastro, come Samanta Cornaviera dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, il musicista Lorenzo Manfredini, in scena con Paolini anche in Boomers (allo Strehler dall’11 al 22 ottobre),
attrici e attori – Sandro Buzzatti, Marta Cuscunà, Marco D’Agostin, Federica Fracassi, Lino
Guanciale, Arianna Scommegna –, scrittrici e scrittori, giornaliste e giornalisti – Marco Balzano, Claudia De Lillo, Loredana Lipperini, Federico Taddia, Benedetta Tobagi –, personalità della società civile, del volontariato e dell’impegno ambientalista – Don Colmegna, Don Rigoldi, Caterina Sarfatti, Pierluigi Stefanini.
A queste voci farà da controcanto un coro di 200 persone provenienti da istituzioni, realtà,
associazioni, attive sul territorio o a livello nazionale, da tempo in dialogo con il Piccolo o frutto di nuove intersezioni, accomunate dalla sensibilità e dall’impegno con cui attraversano il presente e cercano di immaginare e costruire un futuro sostenibile (C40, Fridays For Future, ASviS, Protezione Civile, ANPI, Italia Nostra, Casa della Carità, Comunità Nuova, Casa delle Donne, Croce Rossa Italiana – Comitato di Milano, Vigili del fuoco – Comando di Milano, Centro Milanese di Psicoanalisi, Scuola di Teatro del Piccolo e Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi,
Associazione Cori Lombardia, Comunità di Longarone, biblioteche, ma anche studentesse e
studenti delle scuole secondarie, delle accademie e degli atenei milanesi, docenti e animatori,
cittadine e cittadini, gli stessi spettatori, una parte dei quali saranno seduti in scena come testimoni o
portavoce della parte in platea). Ad armonizzarle, nel ruolo di corifeo, l’attrice Diana Manea.
Il racconto a più voci seguirà il movimento dell’acqua, che sale e scende costantemente prima di
esondare: artisti scenderanno quasi in platea, cittadini e rappresentanti istituzionali saliranno sulla
scena, creando una corrente di voci singole e corali che emergeranno e spariranno continuamente
nel più ampio flusso della narrazione. Alle spalle del coro, una parete di cemento, altissima, che si
riempie di nomi, date, fatti (videoproiezioni di Riccardo Frati) per fissare momenti e dettagli della
storia del Vajont, per disegnare le trasformazioni della natura, anche pionieristiche, ad opera
dell’uomo e i presagi di equilibri violati.
Una lavagna in cui dialogano passato e presente, elementi naturali ed esseri umani, su cui prendere
nota dei segni che hanno annunciato la catastrofe e che ammoniscono, in un tempo della narrazione
che si fa tempo presente, a non aspettare più, ad agire ora, come ha detto recentemente, in occasione
della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, Sergio Mattarella.
La mostra
Nei foyer del Teatro Strehler, dal 9 ottobre, sarà allestita la mostra fotografica Vajont, per non
dimenticare, a cura della Pro Loco Longarone, organizzata dalla Famiglia Milanese
Associazione Bellunesi nel Mondo. Il percorso fotografico è un excursus storico che racconta,
attraverso immagini d’epoca, la Longarone agli inizi del ‘900, la progettazione, costruzione,
realizzazione della Diga del Vajont, il disastro del 9 ottobre 1963, le opere di soccorso, la
ricostruzione urbanistica, la fase processuale e la ricostruzione della cittadina attuale.
La mostra sarà visitabile, in occasione degli spettacoli, fino al 16 ottobre, giornata nella quale
tornerà in scena lo storico spettacolo di Marco Paolini, Il racconto del Vajont, rappresentato
per la prima volta nel 1993 e trasmesso in diretta televisiva, proprio dai luoghi del disastro, in
una storica serata di ottobre del 1997.
Prima Dopo Vajont
Un dialogo politecnico a 60 anni dalla catastrofe
Sempre lunedì 9 ottobre, alle 16.30, al Politecnico di Milano (Via Bonardi 13, edificio Trifoglio –
Aula T.2.2), una conversazione tra Renzo Rosso, già Professore Ordinario di Idrologia e
Costruzioni Idrauliche Politecnico di Milano, e Giovanni Beretta, Professore Ordinario di
Geologia Applicata presso l’Università degli Studi di Milano, tornerà sulle ragioni e le
responsabilità tecniche e civili all’origine del fatto, interrogandosi su come oggi la cultura tecnica,
civile e politica si rapporti con condizioni di fragilità territoriale, di rischio e pericolosità legate ai
grandi invasi.
Conduce e modera il dialogo, Valeria Fedeli, Coordinatrice DASTU Progetto Dipartimento di
Eccellenza sulle Fragilità Territoriali 2023-2027. Introduce Massimo Bricocoli, Direttore DASTU,
Dipartimento di Architettura e studi Urbani.
Il dialogo sarà accompagnato da Letture da VajontS 23 a cura degli allievi della Scuola di Teatro
“Luca Ronconi”.
In collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa in occasione di VajontS 23 – Azione corale di teatro
civile, un progetto di Marco Paolini per La Fabbrica del Mondo.
L’iniziativa, si inquadra nelle attività del Dipartimento di Eccellenza DASTU sulle Fragilità Territoriali ed è promossa e
coordinata da Antonio Longo (DASTU). In collaborazione con i Laboratori di Analisi della Città e del Territorio del
Corso di Laurea in Urbanistica Città Ambiente e Paesaggio Scuola AUIC Politecnico di Milano, Docenti: Elena Granata
e Stefano Zenoni; Valeria Fedeli e Gabriele Rabaiotti.
L’ingresso è libero, fino a esaurimento posti
VajontS 23 in Italia e in Europa
Quanto accadrà al Piccolo è parte di una programmazione più ampia, che, grazie al coordinamento
di La Fabbrica del Mondo, coinvolgerà in contemporanea 130 teatri in Italia – dall’Alto Adige
alla Sicilia – e in Europa, chiamati a realizzare, nella stessa sera del 9 ottobre e sulla base delle
peculiarità del proprio territorio, un allestimento originale sul tema dell’acqua e della crisi
climatica.
VajontS 23 sarà come un canovaccio: qualcuno lo metterà in scena integralmente, qualcuno lo userà
come uno spunto e lo legherà alle tante tragedie annunciate che si sono succedute dal 1963 a oggi:
in Toscana, l’alluvione di Firenze del 1966, in Piemonte si racconterà di quando il Po e il Tanaro
esondarono nel 1994, in Veneto delle alluvioni del 1966 e del 2010, in Campania della frana di
Sarno del 1998, in Friuli degli incendi del Carso nel 2022, in Alto Adige della valanga della
Marmolada del 3 luglio del 2022 e in Romagna dell’alluvione dello scorso maggio.
E poi, tutti si fermeranno alle 22.39, l’ora in cui la montagna franò nella diga.
Noi non siamo scienziati, né ingegneri, né giudici. Non raccontiamo per giudicare ma perché
sappiamo che il racconto muove, attiva un algoritmo potente della nostra specie: i sentimenti, le
emozioni. Non c’è Ragione senza Sentimento. Le emozioni sono leve che lasciano segni durevoli,
avvicinano chi è lontano, le emozioni sono la colla di un corpo sociale. Il Vajont appartiene alla
storia d’Italia anche grazie al teatro, dobbiamo usarlo e cercare di far entrare altri racconti nella
nostra storia. Perché? Perché ci servono per affrontare quel che ci aspetta. Non per far le
Cassandre, ma non è difficile immaginare le prossime emergenze, e dovremo limitare l’uso della
parola emergenza. Allora non è difficile immaginare che serva una Prevenzione Civile e non solo
una Protezione Civile. (…) La storia del Vajont ci serve perché insegna cos’è la sottovalutazione di
un rischio affrontato confidando sul calcolo dell’ipotesi meno pericolosa tra tante. Tra tante
scartate perché inconcepibili, non perché impossibili. Non essere capaci di concepire nasce dal non
saper vedere un disegno, dal non riuscire a immaginare. Un difetto d’immaginazione, insomma. A
noi non viene chiesto di indicare soluzioni: ma di immaginare, raccontare e disegnare. C’è un
accumulo di storie che se raccontate bene, in modo etico, possono aiutarci a immaginare l’ignoto
per affrontarlo.
Marco Paolini
Pensare e progettare il futuro, in quanto orizzonte del possibile, richiede etica e responsabilità, tra
coscienza del passato e legame col presente. VajontS 23, nella sua natura di iniziativa aperta e
reticolare, racchiude tutte queste prospettive: si radica in una sacra commemorazione per
comporre, grazie al coinvolgimento della collettività, uno sguardo lucido sulle problematiche
ambientali della nostra “società del rischio”, in cui risulta sempre più destabilizzante e deleterio
l’impatto degli interventi umani sulle risorse del pianeta Terra, a partire dall’acqua. Davanti al
delicatissimo equilibrio tra la natura e la nostra specie, con negli occhi le fragilità di un territorio
“antropizzato” e spesso ferocemente sfruttato, il teatro, che muta e si trasforma, può indicare la
strada per promuovere modelli di crescita sostenibili. Per noi, che viviamo nello spazio ristretto del
“qui e ora”, e per chi verrà dopo di noi.
Claudio Longhi
Piccolo Teatro Strehler (largo Greppi – M2 Lanza)
Lunedì 9 ottobre, ore 20.30
in contemporanea con oltre 100 teatri
VajontS 23
Azione corale di teatro civile
Un racconto, cento racconti di acqua e di futuro
curato da Marco Paolini con la collaborazione di Marco Martinelli
con Marco Paolini e personalità della società civile e del mondo della cultura
coordinamento artistico Michele Dell’Utri
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
un progetto di Marco Paolini per La Fabbrica del Mondo
realizzato da Jolefilm in collaborazione con Fondazione Vajont
La mostra fotografica Vajont, per non dimenticare, ha ricevuto il patrocino da
Comune di Milano, Comune di Longarone, Fondazione Vajont,
ABM Associazione Bellunesi nel Mondo, Regione Veneto, Provincia di Belluno.
Per maggiori informazioni e per l’elenco dei teatri aderenti lafabbricadelmondo.org
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria su piccoloteatro.org