Nel mese di novembre continua l’attraversamento delle “geografie del nostro tempo” del Romaeuropa Festival 2023 che prosegue con il suo programma internazionale fino al 19 novembre.
Un viaggio che si articola attraverso le differenti tappe nei territori del teatro italiano (con i debutti di VicoQuartoMazzini, Forced Entertainment/ALDES, Fabiana Iacozzilli e Ascanio Celestini), in quelli della danza internazionale (con gli spettacoli di Igor x Moreno, Jon Maya, Andrés Marin e Julen Achiary, Kor’sia e Christos Papadopoulos), i numerosi focus sulla musica contemporanea (con Fabrizio Ottaviucci, l’Atom String Quartet e Leszek Mozdzer, l’omaggio a Nina Simone firmato da Luigi De Angelis di Fanny&Alexander, il doppio appuntamento dell’Ensemble Modern, impegnato in Fantasie meccaniche e poi al fianco di Alva Noto, e ancora l’omaggio a Romitelli della PMCE e Tovel), le creazioni per l’infanzia nella sezione REF Kids & Family. Il 19 novembre Qudus Onikeku, Ballaké Sissoko e Lorenzo Bianchi Hoesch, Bombino e Fatoumata Diawara chiudono il festival con un’intera giornata di danza e musica in tutte le sale dell’Auditorium Parco della Musica.
Prima tappa di questo percorso è la prima nazionale della nuova creazione del collettivo pugliese VicoQuartoMazzini, in scena con La Ferocia dal 31 ottobre al 2 novembre al Teatro Vascello.
Fondata da Michele Altamura e Gabriele Paolocà, scoperta dal pubblico del REF nell’ambito della sezione Anni Luce del festival e premiata nel 2021 con il prestigioso Premio Hystrio, la compagnia porta in scena l’omonimo romanzo di Nicola Lagioia (Giulio Einaudi Editore), vincitore nel 2015 del Premio Strega e del Premio Mondello e, con la sua saga familiare, tra i più apprezzati e acclamati romanzi della narrativa contemporanea italiana.
Vittorio Salvemini – interpretato da Leonardo Capuano – costruttore pugliese arrivato a Bari poco più che trentenne, dagli anni Settanta in poi ha inanellato una serie di successi professionali che l’hanno portato a essere proprietario di cantieri edili su cui non tramonta mai il sole, da Bari a Phuket, passando per Parigi e Istanbul. Solo le contraddizioni di qualunque ascesa sfrenata riusciranno a mandare in frantumi le sue sicurezze. A queste è legata la morte della figlia Clara, trovata nuda e ricoperta di sangue sulla provinciale che collega Bari a Taranto. Ecco che il ritratto della violenza del Sud Italia si schiude allo sguardo di Michele, il fratellastro di Clara, tornato a ricostruire la vita della sorella per scoprire le cause della sua morte. È la sua vicenda a racchiudere la storia di una famiglia, di una città, delle colpe dei padri che si specchiano nelle debolezze dei figli e nella ferocia del potere e del denaro che marchia il tempo che stiamo vivendo. Nutrendosi delle atmosfere noir e gotiche del romanzo, Altamura e Paolocà danno vita ad uno spettacolo dall’estetica dirompente e tagliente che, con medesima lucidità e ironia, restituisce un ritratto del nostro Paese.
Firma l’adattamento del testo Linda Dalisi, una delle penne più interessanti del panorama teatrale contemporaneo. Un cast quasi interamente al maschile per raccontare la ferocia del mondo patriarcale: unica attrice in scena, Francesca Mazza nei panni di una mater familias non meno spietata. Intorno a lei, una galleria di personaggi atrocemente realistici agiscono all’interno di una scena (firmata da Daniele Spanò e realizzata da Officina Scenotecnica Gli Scarti con le luci di Giulia Pastore) che da luogo realistico (l’interno della villa dei Salvemini) si trasforma, col procedere dello spettacolo, in paesaggio metafisico delle vicende narrate.
La Ferocia prende così la dimensione di una tragedia contemporanea, particolare e universale allo stesso tempo, e si nutre delle parole di un grande romanziere, nato e cresciuto in un Sud da sempre attraversato da grandi narrazioni.
Lo spettacolo è prodotto da SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione (insieme a Elsinor, Romaeuropa Festival, LAC – Lugano Arte e Cultura, Teatri di Bari e Teatro Nazionale di Genova).
NOTE DI REGIA
Nel pensare la regia dello spettacolo abbiamo scelto di mettere al centro, nella sua assordante assenza, il corpo di Clara, chiuso nello sguardo di tutti quelli che hanno creduto di poterlo possedere. Intorno, l’abissale e cruenta vanità del potere rappresentata dagli altri membri della famiglia e da tutti coloro che sono coinvolti nei loro affari. A fare da contraltare un figliastro tornato come un Oreste contemporaneo a gridare vendetta e un giornalista ossessionato da una frenetica fame di verità e da un amore sconfinato per la terra in cui è nato.
Con La Ferocia ci concediamo la possibilità di raccontare il Sud non come un’eccezione ma come la regola. E di conseguenza ci chiediamo: il Sud può essere una sineddoche? Può assurgere al ruolo di protagonista del dramma di un mondo fuor di squadra, dove il crollo economico dell’occidente e l’incomunicabilità tra sostenibilità ambientale e progresso siano soltanto alcuni dei sottotesti che ci rifiutiamo di interpretare? In fondo il Sud conosce bene questa parte, l’ha imparata a memoria molti secoli fa, ripetendola sottovoce, e ora è pronta a rivelarla a un’umanità che ha smesso di allungare i suoi tentacoli per avvinghiarsi attorno a narrazioni di sistemi economici, sociali e politici stantii, incapaci ormai di tradurre i cambiamenti del presente.
«Una musica entra nei paesi e raccoglie il dolore di ogni singolo per disperderlo di nuovo tra le rocce e gli uliveti, simile alle ceneri delle generazioni morte, in modo che su ognuno gravi la stessa pace. In questo è l’infelicità del Sud, il suo intoccato privilegio».
Bio VicoQuartoMazzini | Nata dall’incontro tra Michele Altamura e Gabriele Paolocà, VicoQuartoMazzini (Premio Hystrio 2021 come miglior compagnia emergente) attraversa scritture originali e rivisitazioni di grandi classici del teatro e della letteratura. L’intento del suo lavoro è quello di rivelare le grandi storie capaci di indagare le impellenze del nostro tempo e raccontarle attraverso le infinite possibilità dell’arte scenica e performativa. Tra gli ultimi lavori: Livore. Mozart & Salieri (2020), prodotto da SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione e Festival delle Colline Torinesi; Vieni su Marte (2018) sostenuto da Mibact e SIAE nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina”; Leave the Kids Alone (2018), installazione prodotta da Fabulamundi Playwriting Europe; Karamazov (2017), progetto speciale ospitato al debutto dal Teatro Petruzzelli di Bari; Little Europa (2016) riscrittura de “ll piccolo Eyolf” di Henrik Ibsen, selezionato dall’Ibsen Festival di Oslo; Amleto Fx (2015), Premio In-box e Direction Under 30. Per Rai Radio3 realizzano Chi semina vento (2019), radiodramma originale ispirato a “La guerra dei mondi” di Orson Welles e Vivere è guerra con i troll del cuore e del cervello (2015), un omaggio a Henrik Ibsen.
AL VIA IL 31 OTTOBRE CON
PRIMA NAZIONALE / COPRODUZIONE REF2023
VICOQUARTOMAZZINI / NICOLA LAGIOIA
LA FEROCIA
Dal 31 ottobre al 2 novembre h 21
Teatro Vascello – Roma