Quattordici spettacoli live e cinque on demand: questi i numeri della XXII edizione di Trend – nuove frontiere della scena britannica, il festival a cura di Rodolfo di Giammarco che offre il meglio della drammaturgia anglosassone, in scena dal 1 a novembre al 17 dicembre al Teatro Belli di Roma.
Un’edizione che si concentra soprattutto sui pericoli sociali odierni, fra irreversibile cambiamento climatico, guerre, disagi governativi, problemi di assistenza sanitaria, ma anche conflitti sulle pratiche dell’accoglienza e dissensi sulla diversità e sulla diversità LGBTQIA+.
Evento emblematico di questa edizione 2023 è 2071, testo del 2014, una lezione drammatizzata dello scienziato del clima Chris Rapley e dall’autore teatrale Duncan Macmillan che racconta e approfondisce il terribile fenomeno del cambiamento climatico affidato a Paolo Triestino (il 13 novembre).
Consistente spazio è affidato all’analisi spietata della famiglia e alle alienazioni negli schemi del convivere, in Wide Beyond di Nathan Ellis, spettacolo inaugurale della rassegna (dal 1 al 4 novembre), in Pale sister di Colm Tóibín, l’Antigone di Sofocle visto dalla prospettiva di sua sorella Ismene (dal 10 al 12 novembre), The Animal Kingdom di Ruby Thomas (dal 17 al 19 novembre) sulla comunicazione di una famiglia con l’introduzione di un estraneo, in Island Town di Simon Longman (dal 4 al 6 dicembre) toccante storia di amicizia. Spietata l’analisi della società consumistica nel quadro umano di Love and money di Dennis Kelly (dal 7 al 9 dicembre), speranzoso No One is Coming to Save You di Nathan Ellis, viaggio nella mente di due insonni con Giorgia Salari e Francesco Bonomo (15 e 16 novembre).
Fra i pericoli odierni, il revenge porn al centro di Blush di Charlie Josephine (dall’11 al 13 dicembre), le stranianti conseguenze post-belliche di Belongings di Morgan Lloyd Malcolm (dal 27 al 29 nonovembre), ma è estremamente ricca la sezione dedicata non solo alla cultura inclusiva, ma anche agli orientamenti arcobaleno con Gently Down the Stream di Martin Sherman, messi in scena Piero Maccarinelli e affidato a Massimo De Francovich Francesco Bonomo Pietro Giannini nel ruolo di di tre maschi omosessuali di tre diverse generazioni (il 2 e il 3 dicembre).
Spazio al tentativo di emancipazione di due ragazze in Autopilot di Ben Norris (dal 20 al 21 novembre) o Riot act di Alexis Gregory diretto e interpretato da Massimo Di Michele in tre monologhi che raccontano sei decenni e due continenti.
Completano l’edizione il ritratto carico di ottimismo di Every Brilliant thing (Le cose per cui vale la pena vivere) di Duncan Macmillan e Johnny Donahoe interpretato da Filippo Nigro, ma anche le immancabili tensioni della tradizione pinteriana in The waiting di Simon Bovey (dal 23 al 26 novembre) che racconta la tensione dell’attesa del loro capo da parte di tre gangster.
Pops di Charlie Josephine, Cuckoo di Suhayla El-Bushra, Yen di Anna Jordan, Fucked di Penny Skinner, Three Kings di Stephen Beresford gli spettacoli on demand.
Spettacoli ore 21, info e dettagli su teatrobelli.
Fabiana Raponi