“In questo piccolo spazio vorrei che ogni uomo si sentisse a casa sua, e libero da costrizioni potesse raggiungere la conoscenza di se stesso e incamminarsi nella sua strada forte e fiducioso. Vorrei che fosse una sosta di pace, di riflessione per ogni viandante che vi giunge, un posto dove l’ideale diventa realtà e dove la gioia è il frutto spontaneo.” Giovanni Vannucci
A Firenze, in via de’Macci, nel cuore dell’antico quartiere di Sant’Ambrogio, in un crescente clima di spopolamento, dovuto alla capillare diffusione degli affitti turistici e alla chiusura degli esercizi storici, sotto la preziosa cupoletta affrescata da Vincenzo Dandini, in una chiesa sconsacrata del XIV secolo, lavora un nutrito gruppo di artisti impegnati nella diffusione di percorsi creativi e performativi sperimentali che hanno, anzitutto, la volontà di rianimare spazi dedicati, oramai quasi interamente, alle vetrine commerciali.
Gada Playhouse for contemporary arts ha una lunga storia e il merito di partecipare attivamente alla trama socioculturale della città; per meglio raccontarne le iniziative, abbiamo intervistato Edoardo Groppler, il Direttore dell’Associazione.
GADA è un circolo associativo che anima il centro della città di Firenze con diverse iniziative socio-culturali. Nasce ad opera di alcuni volontari dell’Aurora ONLUS e affonda, dunque, le sue radici nel contesto del recupero di soggetti in marginalità. Come si è sviluppato ed è cresciuto questo spazio di importante aggregazione?
L’associazione L’Aurora, ribattezzata informalmente dopo cambio di C.D.A, GADA (Gli Amici Dell’Aurora) Playhouse, nasce dall’impegno trentennale dell’Aurora Onlus nell’assistenza e nella carità nel quartiere di S. Ambrogio e S. Croce. “Si apre lo scenario degli anni ‘90: tossicodipendenza e tanti minori allontanati dalle famiglie. Per le strade del centro storico fiorentino: droga, senzatetto, sfratti e perdita del lavoro lasciavano sul lastrico persone senza apparenti vie d’uscita se non l’impotenza che dirotta nel circuito della carità. […]” Cito una frase di mia madre, Stefania Micol, mentre descrive la nascita dell’associazione.
Quali sono, oggi, le caratteristiche e gli obiettivi di GADA?
Abbiamo pensato che in questo momento il quartiere di S. Ambrogio e, più in generale, Firenze, abbiano necessità di un presidio socio-culturale che curi e difenda in maniera stabile e costante delle attività culturali e sociali, così da generare momenti di incontro, scambio e condivisione. Noi stiamo lavorando perché via de’ Macci diventi un punto di riferimento per la città e per il quartiere attraverso l’uso di un immaginario alternativo rispetto alle logiche vigenti. Crediamo nella creatività come strumento primario del nostro lavoro. Con il tempo e le risorse sogniamo di creare uno spazio che armonizzi l’architettura della ex-chiesa con un’atmosfera contemporanea e innovativa.
Vorremmo che questo spazio diventi un centro di cultura viva, vicina ai cittadini ma anche capace di trasportarli altrove. Un luogo aperto ma protettivo. Un luogo in grado di fornire dei servizi che noi riteniamo di prima necessità come lo è l’Arte intesa come espressione dell’interiorità e dell’animo umano.
Quali iniziative ed eventi stanno animando, quindi, questo spazio?
Vi sono corsi di espressione creativa, benessere psico-fisico, danza, teatro, musica e disegno aperti a bambini, adolescenti, adulti e anziani. Proposte già collaudate, come lo yoga, il laboratorio di danza “Iniziali” e, alle lezioni di storia, abbiamo affiancato esperienze comunitarie di espressione artistica guidata, cineforum, incontri, passeggiate nel quartiere, e tante altre sorprese che sveleremo ogni mese.
Come può contribuire GADA ad ampliare la rete di iniziative di divulgazione artistica e culturale sul territorio fiorentino?
Molte delle proposte che abbiamo concretizzato sono arrivate da abitanti del quartiere come Silvia, la dirimpettaia che guida il corso di Yoga, o Paolo e Simona, che hanno portato il loro spettacolo “Erre Punto Zero”. In questo senso, GADA occupa un ruolo chiave nella ricezione dei bisogni e desideri di un quartiere e di una comunità che cerca modi diversi di espressione e di incontro.
GADA continua a operare al recupero di soggetti in difficoltà?
Al momento del cambio di CDA, ci siamo chiesti quale fosse ora la necessità di aprire uno spazio come quello in via de’ Macci.
Se negli anni ’90 era visibile il disagio e la droga tra le strade del centro città, ora quello che più è riscontrato sono i “dehors” di bar e ristoranti e l’abbandono dei residenti in favore degli affitti temporanei. I problemi degli anni ’90 non si sono risolti, si sono spostati in periferia o quanto più lontano dai percorsi turistici che “finalmente” dopo la grande paura del Covid-19, sono tornati ad essere ingombrati.
La sensazione è che nella maggior parte dei casi ciò che avviene nel centro di Firenze segue la logica del consumo temporaneo di beni e servizi; alloggi affittati a giornata, ristoranti e bar, e fondi commerciali che diventano lavanderie per gli AirBnb. Da questa riflessione è stata trovata, associandola alla parola “immobile”, la parola “presidio”, un luogo che dia possibilità, a chi lo abita, di avere un ruolo di vigilanza e di difesa.
Parliamo dei progetti di GADA per il futuro. Quali sono i prossimi eventi a cui non mancare?
I prossimi mesi concluderanno il 2023 di GADA con tante collaborazioni delle quali andiamo molto fieri. Solo alcune: la compagnia InQuanto Teatro sarà ospite con le prove e gli incontri col pubblico di alcuni degli spettacoli del loro festival “La fine della fine del mondo”; la presentazione dell’audiolibro in conclusione del progetto di residenza Neutopica, con il supporto di Fango Radio e Physalia; Marta Bellu e Laura Lucioli torneranno per INIZIALI, progetto inclusivo di danza e ricerca espressiva e coreografica, basata sull’incontro tra persone e professionisti con disabilità e non; l’etichetta discografica fiorentina Biodiversità Records presenterà un live di Reptilian Expo. E questo solo fino a fine dicembre.
Abbiamo tante sorprese per il 2024!
Grazie.
Ines Arsì