Ancona, Teatro delle Muse
La tragédie de Carmen di Marius Constant, Jean-Claude Carrière e Peter Brook
Carmen priva di sex – appeal
(Domenica 15 Ottobre 2023)
A cura di Giosetta Guerra
Avevo visto un allestimento particolare di quest’opera tanti anni fa al Teatro Costanzi di Roma, dove la platea era stata sgombrata dalle poltrone ed era stata ricoperta totalmente di sabbia. Lì si svolgeva l’azione di questa Carmen, tratta dalla opera di Bizet, ma ridotta alle arie principali e agli avvenimenti più noti. I personaggi avevano mantenuto
il loro carattere specifico e i costumi tradizionali, quindi non si era perso nulla del colore spagnolo e delle forti emozioni contrastanti presenti nella vicenda. Al Teatro delle Muse di Ancona la regista Francesca Lattuada evita l’aspetto sensuale di Carmen sia nell’abbigliamento che nella gestualità. Carmen è senza temperamento e per nulla sensuale, è spesso statica e si muove flemmaticamente, indossa un abito bianco, lungo, aderente, con fodera interna rossa, di foggia più monacale che gitana, ha i capelli biondi, lisci e lunghissimi. Anche il rapporto con gli uomini della vicenda è tenuto a distanza e
l’erotismo non trapela mai. Non si capisce il significato delle due figuranti identiche a Carmen che si muovono per la scena. Spesso i cantanti sono affiancati da danzatori o da contorsioniste che si avvinghiano. Carmen e Micaela indossano scarpe rosse. I protagonisti di questo allestimento sembrano anime bianche vaganti in un’atmosfera cupa,
si muovono a passi di danza. Micaela, che dovrebbe essere lo spirito più gentile dell’opera, ha degli aggressivi capelli corti, rossi e ricci. Anche il duetto finale non ha nulla di violento e di tragico: Carmen e Josè passeggiano mollemente
davanti ad un lungo specchio mobile che avanza con loro verso il boccascena; lì i due si fermano affiancati e cala il sipario, quindi Josè non uccide Carmen. Costumi di Bruno Fatalot, scene e luci di Lucio Diana, assistente Eleonora Diana.
Tutto poco credibile sul versante scenico.
Sul piano musicale l’Orchestra Sinfonica G. Rossini, diretta da Natalia Salinas, conferma la sua professionalità, dando valore ai brani musicali presenti in questo lavoro e sorreggendo le voci dei cantanti. L’opera si apre e si chiude con un brano per viola sola, che il bravo violista Noris Borgogelli esegue con sensibilità.
Tra i cantati il più passionale è Diego Godoy nel ruolo di Don Josè, il tenore porge bene una voce di bel timbro che dovrebbe essere rifinita nella linea di canto. Martiniana Antonie, nella parte di Carmen canta bene ma si muove male.
Escamillo ha la prestanza fisica del cantante Gianluca Margheri, che entra in scena a petto nudo esibendo un corpo palestrato e aitante. Il baritono ha una bella voce ampia e poderosa, intonata, in grado di tenere il fiato e il suono in modo corretto.
L’attore Filippo Gonnella, il più gitano di tutti i personaggi, con capelli neri lunghi, dorso nudo e una sorta di pareo dalla vita in giù, interpreta i ruoli di Zuniga, Lillas Pastia e Garcia.
Nel ruolo di Micaela il soprano Lucrezia Drei rivela una vocalità morbida e pulita che usa con dolcezza d’emissione e possente nella tessitura acuta.