Luciano Ganci debutta Gabriele Adorno a TokyoLuciano Ganci
il 15 novembre debutta come Gabriele Adorno al New National Theatre Tokyo che, a sua volta, porta in scena per la prima volta Simon Boccanegra: l’allestimento, coprodotto con la Finnish National Opera e il Teatro Real, è firmato da Pierre Audi, le scenografie di Anish Kapoor danno al progetto una preziosa visione contemporanea. La direzione musicale, invece, è affidata al giapponese Ono Kazushi che dirige la Tokyo Philharmonic Orchestra, la New National Theatre Chorus e un cast di grande rilievo comprendente, oltre a Luciano Ganci, Roberto Frontali, Irina Lungu e Riccardo Zanellato.
A pochi giorni dalla prima, un emozionato Ganci – che cantando come Adorno raggiunge un record straordinario di parti -, ha parlato di questo suo debutto:
«Quello di Gabriele Adorno nel Simon Boccanegra è il mio diciottesimo ruolo verdiano e anche uno dei debutti più attesi e sospirati per via di un’aria davvero completa ed emozionante che caratterizza l’essenza di questo personaggio: idealista e appassionato, permeato dal senso di giustizia, dal desiderio di libertà e di benessere del suo popolo genovese. Il personaggio di Gabriele Adorno incarna lo spirito di un nobile ribelle che combatte contro il sistema oppressivo in cui si trova e innegabilmente suscita empatia nel pubblico per la sua passione, la sua determinazione e soprattutto la sua lealtà. Vocalmente rappresenta un bel banco di prova perché gli viene richiesto di dipingere ogni stato d’animo nel dettaglio, così ogni parola e ogni suo intervento necessita della massima attenzione interpretativa per interpretarlo nel migliore dei modi. È una sfida intrigante che poggia le basi su pagine di assoluta bellezza lirica e musicale. La sua aria non ha cabaletta e questo la rende oltremodo complessa perché quel che prima d’allora avrebbe avuto uno sfogo nella cabaletta, è messa all’inizio. Infatti l’aria inizia con uno sfogo rabbioso per finire quasi in una dichiarazione di resa, frutto di una meschina trama che viene ordita durante quasi tutta l’opera, fino alla redenzione di Gabriele stesso».