Con il maestro Michele Mariotti sul podio e il debutto operistico in Italia del regista australiano Simon Stone, il Teatro dell’Opera di Roma inaugura lunedì 27 novembre (ore 18) con il Mefistofele di Arrigo Boito la stagione d’opera 2023/2024.
Realizzato in coproduzione con il Teatro Real di Madrid, per il primo “sconfinamento” dell’omonima stagione, il dramma di Boito, quattro atti fra un prologo e un epilogo, segna il debutto nel titolo del direttore musicale del Costanzi Michele Mariotti, ma anche quello italiano di Stone. Una scelta molto ragionata quella del Mefistofele per l’apertura di stagione, con un importante cast, John Relyea nel ruolo del titolo, Maria Agresta nella parte di Margherita/Elena, Joshua Guerrero in quella di Faust, che coinvolge anche il Coro, diretto da Ciro Visco e il Coro di voci bianche del Teatro.
“Perché Mefistofele? Abbiamo scelto Mefistofele perché rispecchia la nostra idea di teatro: un luogo che parla sia dell’uomo di oggi – esordisce Mariotti, alla sua seconda inaugurazione al Costanzi dove tornerà per dirigere la Tosca a dicembre dopo la trionfale tournée in Giappone – fornisce gli strumenti per conoscere più a fondo la nostra realtà e per interpretarla, sia dell’uomo come archetipo, con i suoi valori psicologici atemporali e le sue pulsioni eterne. L’uomo universalizzato si manifesta in un dualismo, il bene e il male, il mefistofelico e il sublime. Boito esalta proprio questo: l’universalità dell’uomo che è in Faust e la sua implacabile tensione a superare i suoi limiti”.
Il Mefistofele, assente dal Costanzi dal 2010, è opera che coinvolge in modo totale l’Orchestra e le maestranze tutte del teatro avvalendosi delle scene e costumi di Mel Page e delle luci di James Farncombe.
Si preannuncia iperrealista e contemporanea, adattata agli archetipi della nostra società, la rilettura di Stone del mito mefistofelico di Goethe trasformato da Arrigo Boito in un dramma monumentale messo in scena per la prima volta nel 1868 alla Scala dove fu un fiasco: solo la successiva revisione dell’opera consentì a “Boito di far diventare un classico un’opera che era il manifesto di Goethe” spiega Mariotti.
Nell’opera Mefistofele sfida Dio promettendosi di tentare il vecchio Faust, uomo avido di conoscenza, ottenendo la sua anima in cambio di una seconda giovinezza e della sapienza: l’opera rappresenta un viaggio affascinante verso l’utopia, dalla visione soprannaturale e i giorni nostri, ma è importante riuscire ad accettare il dualismo insopprimibile della nostra vita per “è impensabile cercare di raggiungere la purezza e ognuno di noi avrà sempre una parte mefistofelica. Il nostro dualismo non ci consente di poter fare a meno di avere una duplicità – spiega Mariotti – ma dobbiamo trovare una convivenza e un modo di mediazione che deve riflettersi nel nostro modo di essere e di relazionarsi con gli altri”.
Considerato tra gli enfant terrible del teatro australiano, alla seconda esperienza con Mariotti dopo La traviata, Simon Stone è entusiasta di un cast dalle straordinarie doti tecniche e attoriali in grado di poter affrontate le difficoltà psicologiche dei personaggi.
“Non conoscevo il Mefistofele, ma ne sono rimasto rapito al primo ascolto per la musica straordinaria – spiega Stone – Si tratta di un’opera che ha a che fare con il peccato e per poter assistere alla rappresentazione dobliamo anche essere disposti a ragionare sull’idea di peccato e della purezza. Faust passa la sua esistenza cercando di raggiungere la purezza, ma quando incontra Mefistofele emerge la sua parte più egoista e capisce che la vera conoscenza deve passare attraverso l’interazione e il confronto con gli altri essere umani, ma anche con la parte già istintiva ed egoista di sé”.
Imponente il cast che schiera il basso John Relyea nel ruolo di Mefistofele, già nello stesso ruolo per Alex Ollé del 2018 Joshua Guerrero nel ruolo di Faust, al con la Fondazione capitolina, Maria Agresta, già vincitrice del Premio Abbiati 2014, nel doppio ruolo di Margherita ed Elena. Sofia Koberidze, interpreta Marta e Pantalis, Marco Miglietta è Wagner. Nereo è Leonardo Trinciarelli (27 novembre e 30 novembre, 3 dicembre) e Yoosang Yoon (29 novembre, 2 e 5 dicembre).
Jerzy Butryn è Mefistofele, Anthony Ciaramitaro è Faust e Valeria Sepe è Margherita/Elena nelle recite del 29 novembre e del 3 dicembre.
“Si è chiusa una stagione con numeri importanti che riportano le presenza a un numero pre pandemico – sottolinea con orgoglio il Sovrintendente Francesco Giambrone – il teatro è sempre piano e registriamo una crescita significativa degli abbonati e conferma che il pubblico in sala è un pubblico numeroso e fidelizzato”.
Dopo la prima di lunedì 27 novembre alle ore 18.00, trasmessa da Rai Cultura in prima serata su Rai5 alle 21.15 e in diretta su Radio3 Rai alle 18.00, cinque le repliche previste: mercoledì 29 (ore 20.00) e giovedì 30 novembre (ore 20.00), sabato 2 (ore 18.00), domenica 3 (ore 16.30) e martedì 5 dicembre (ore 20.00). L’anteprima giovani è in programma per sabato 25 novembre ore 18.00.
Info e biglietti su operaroma.it.
Fabiana Raponi