Fino al 12 novembre a Verona è ancora possibile visitare la mostra TOMORROWS – Notes on the future of the Earth, a cura di Jessica Bianchera e Marta Ferretti, ospitata da Fondazione Cariverona nelle suggestive sale della fortezza di Castel San Pietro che campeggia sulla città. L’esposizione, incentrata su video e immagine in movimento, sta registrando un’affluenza da record, che ad oggi supera i 5.000 visitatori, tra cui più di 600 presenze alla serata inaugurale e una media di 170 visitatori al giorno negli infrasettimanali con picchi che superano le 800 presenze nei weekend. Tra questi molti i bambini e ragazzi, studenti delle scuole di città e provincia, che partecipano alle attività didattiche proposte.
I numeri confermano il vivo interesse per la tematica affrontata dal percorso espositivo, che presenta la riflessione tra arte e sostenibilità di sei noti artisti contemporanei provenienti da Europa, America e Asia: Sophia Al Maria, Mo Kong, SITESIZE (Elvira Pujol Masip e Joan Vila Puig), Jonas Staal, Natália Trejbalová e Driant Zeneli si sono interrogati sul presente e sul futuro della Terra, immaginando scenari possibili o impossibili a partire dai problemi urgenti della nostra quotidianità, come gli effetti della globalizzazione, la crisi ambientale, lo sfruttamento del suolo e delle risorse, l’impatto dell’uomo sul pianeta.
I sei lavori video esposti, appartenenti a collezioni e archivi internazionali, hanno quindi come comune denominatore la riflessione transdisciplinare tra arte, ecologia e sostenibilità, con temi come l’interconnessione tra gli esseri viventi, la biodiversità, le dinamiche socioculturali, l’interazione dell’umanità con l’ambiente, il concetto di ecoansia. Il risultato sono opere che vanno dal documentario alla fantascienza e alla fiction, dall’ucronia all’utopia, tra vasti tempi storici ed ere geologiche, riflettendo su possibilità, perplessità e alternative immaginifiche alle attuali dinamiche estrattive su cui si basa una non più sostenibile relazione uomo-Terra.
«Attraverso letture antropologiche e scientifiche – hanno dichiarato le curatrici Jessica Bianchera e Marta Ferretti – gli artisti in mostra mettono alla prova le nostre capacità di osservazione e interpretazione, per formulare un’ecologia condivisa in cui varie forme di vita più egualitarie possano sopravvivere, vivere e morire in armonia. In generale, attraverso mostra, programma pubblico e premio, il progetto Tomorrows intende sottolineare quanto il contributo dell’arte possa essere fertile nel dibattito contemporaneo sul futuro del nostro pianeta, proprio in virtù della capacità immaginifica e di ricerca transdisciplinare che gli artisti mettono in campo unendo competenze e linguaggi differenti, oltre a favorire il dialogo con il grande pubblico. Senza la pretesa di dare risposte, intendiamo piuttosto porre domande e tentare una mappatura, seppur parziale, di realtà e personalità che si sono finora interrogate su questi temi, favorendo la conoscenza di nuove iniziative e progetti che stanno nascendo e crescendo in maniera esponenziale sia in termini quantitativi che qualitativi».
La mostra, inaugurata nell’ambito di ArtVerona 2023, si inscrive, infatti, in un progetto di ampio respiro che ci accompagnerà fino all’edizione 2024 della storica fiera d’arte contemporanea scaligera. Il progetto Tomorrows presenta, quindi, anche un fitto public program rivolto al grande pubblico e dal contenuto multidisciplinare, che comprende talk, tavole rotonde, workshop, screening e progetti per le scuole, con il coinvolgimento di scienziati, antropologi, sociologi, ricercatori e artisti di varie discipline. Inoltre, il premio di residenza e produzione Tomorrows UniCredit residency and production award, sostenuto da UniCredit e a cui è possibile candidarsi entro il 15 dicembre 2023, invita artiste e artisti, o collettivi, a operare riflessioni transdisciplinari in collaborazione con esperti nel campo dell’ecologia e della sostenibilità, durante un periodo di residenza in Italia e/o all’estero; il fine è produrre un’opera o un ciclo di opere da presentare ad ArtVerona 2024, lavori che entreranno a far parte della prestigiosa UniCredit Art Collection.
L’esposizione a Castel San Pietro, patrocinata da Regione del Veneto e Comune di Verona, è promossa da Fondazione Cariverona, ArtVerona, Contemporanea – Università di Verona con Urbs Picta, in collaborazione con partner nazionali e internazionali, quali Accademia di Belle Arti statale di Verona, AGIVERONA, Careof, Finemateria, LOOP Barcelona, MA*GA Museo Arte Gallarate e la media partnership di exibart.
Le opere in mostra
In The Magical State (6’09’’, 2017) l’artista, scrittrice e regista qataro-americana Sophia Al Maria (USA, 1983) esplora il processo estrattivo del carbone nella regione di La Guajira in Colombia associandola all’esorcismo violento di un corpo femminile. Siamo vicini al confine con il Venezuela, dove si trova uno dei più grandi impianti di estrazione mineraria a cielo aperto dell’America Latina e una delle aree più colpite del pianeta dalla rivoluzione industriale e dalla globalizzazione. Metà demone, metà eroina, la giovane protagonista del film è sia la sostanza che il risultato dell’estrazione mineraria, ma anche una forte metafora femminista di ogni donna ed essere oppresso, soffocato nei limiti di una condizione forzata e della sua violenza, che finisce per sfogare il suo panico contro chiunque incontri sul suo cammino.
Con l’installazione See Sun, and Think the Shadow (11’11’’, 2016), Mo Kong (Cina, 1990), artista multimediale e ricercatore che oggi vive e lavora a Brooklyn, New York, condivide la propria ansia rispetto alle attività minerarie in Cina, suo paese natale. Un collage digitale, in cui immagini di repertorio, animazioni video, suoni e simboli della cultura contemporanea dei social media si fondono in una giostra di dati reali e immaginari, che a tratti assomiglia a un viaggio attraverso un videogioco. Il lavoro, come sostiene l’artista, è una “replica in miniatura” della sua reazione fisica ed emotiva al mondo reale e al mondo virtuale, una proiezione sull’abuso della terra, sulla corruzione, sulla censura governativa e l’inquinamento ambientale vissuto in prima persona, fino alla domanda finale se sia possibile che le identità virtuali della rete possano rappresentare o, ancora più importante, arrivare a sostituire figure e sistemi politici.
SITESIZE, collettivo nato in Spagna nel 2002 e composto da Elvira Pujol Masip e Joan Vila Puig, propone TERRApolis (1h45’, 2021), trilogia parte del progetto europeo “A-PLACE. Linking places through networked artistic practices”. Dedicato alla città spagnola di L’Hospitalet de Llobregat, in Catalogna, il film si divide in tre parti che esplorano i tre paesaggi corrispondenti alla sua geografia: Puig d’Ossa, El Samontà e La Marina. Ne risulta un viaggio che indaga la vita fisica, spirituale, umana e non umana del territorio, tra presenze naturali immutabili, storie scritte dai segni del tempo e azioni compiute sui luoghi visitati.
94 Million Years of Collectivism, Video Study (13’14’’, 2022) dell’artista visivo olandese Jonas Staal (Paesi Bassi, 1981) è, invece, una sorta di video lezione incentrata sul periodo geologico Ediacarano, precedente il Cambriano, che è stato ritenuto culla delle forme di vita complesse con un’ecologia interconnessa e interdipendente, non predatoria. Da qui la messa in discussione delle attuali condizioni del capitalismo globale, che attraverso narrazioni neodarwiniane sostengono la predazione estrattiva come spinta evolutiva primordiale; al contrario l’Ediacarano ci parla di un’ecologia collettivista possibile, durata 94 milioni di anni, tutta da immaginare per un futuro della Terra più egualitario.
Con l’opera About Mirages and Stolen Stones (18’50’’, 2020), l’artista slovacca formatasi a Milano Natália Trejbalová (Slovacchia, 1989) restituisce una versione speculativa della nostra Terra che, per ragioni sconosciute, è diventata piatta. Tra teorie terrapiattiste e la responsabilità dell’uomo nella distruzione del pianeta e dei suoi ecosistemi, la protagonista del film è una ricercatrice che indaga su questo impossibile cambiamento avvenuto cinque anni prima e che ha portato con sé anche un impoverimento della conoscenza umana, incapace ormai di comprendere la complessità del mondo. Il lavoro è diviso in tre capitoli che sfidano le capacità di osservazione e interpretazione dello spettatore, chiamato a mettere continuamente in discussione la fisicità della materia e le sue proporzioni durante questo viaggio immaginifico ai confini della Terra, in cui si immerge, ritrovandosi alla fine solo ad interrogarsi sulla perdita del mondo così come lo conosciamo.
Nella video installazione And then I found some meteorites in my room (22’, 2018), secondo capitolo della trilogia Beneath a surface there is just another surface (2017-2019), Driant Zeneli (Albania, 1983), artista di origine albanese residente a Torino, coinvolge Bujar e Flora, padre e figlia raccoglitori di carbone nell’area dell’ex stabilimento della Metalurgjiko, vicino a Elbasan, a circa cinquanta chilometri da Tirana. Nonostante le loro condizioni di vita Flora è una DJ, mentre Bujar coltiva il grande interesse per lo spazio che l’ha portato a sviluppare una sua teoria sul sistema solare e la materia oscura. Bujar è, quindi, invitato da Zeneli a illustrare le proprie teorie, mentre Flora si esibisce con suoni misti sotto il nome d’arte “DJ Sulejmani” e sullo sfondo passano immagini trasmesse dalla Stazione Spaziale Internazionale. In bilico tra realtà e possibilità, l’artista esplora così la distanza tra gli abitanti della Terra e lo shuttle, come metafora del tentativo di sfuggire alla gravità. Il video affronta il tema ricorrente dell’infinito che risiede nell’animo umano e di quella parte di mondo spodestata ed espropriata, ma ancora capace di desiderare e immaginare, che rischia di essere lasciata indietro dalla modernità.
Coordinate mostra
Titolo TOMORROWS – Notes on the future of the Earth
A cura di Jessica Bianchera e Marta Ferretti
Un progetto di Fondazione Cariverona, ArtVerona, Contemporanea – Università di Verona
con Urbs Picta
In collaborazione con Accademia di Belle Arti statale di Verona, AGIVERONA, Careof, Finemateria, LOOP Barcelona, MA*GA Museo Arte Gallarate
Con il patrocinio di Regione del Veneto e Comune di Verona
Media partner exibart
Date 14 ottobre – 12 novembre 2023
Sede Castel San Pietro, Piazzale Castel San Pietro, Verona
Orari da martedì a venerdì ore 10-13 e 15-18 | sabato e domenica ore 10-18
Ingresso libero
Incontri gratuiti in mostra per il pubblico il sabato e la domenica alle ore 10.00, 14.00 e 16.00.
Si consiglia la prenotazione scrivendo a corsi@urbspicta.org oppure chiamando il numero +39 349 0713192
Info pubblico tomorrowsproject.org | progetti@urbspicta.org
Social Facebook e Instagram Urbs Picta