Parterre delle grandi occasioni per lo spettacolo di Francesca Reggiani che, col solito spirito caustico, stigmatizza anche le categorie cui appartengono i personaggi accorsi ad applaudirla.
Infatti, nella precarietà di sentimenti e di relazioni in cui tutti oggi viviamo, siamo perennemente agitati prima di qualunque uso.
L’ironia pungente e la capacità di cogliere gli spunti che offre la vita contemporanea, la rendono un’autentica mattatrice del palcoscenico, capace di intrattenere fustigando i costumi, come nello stile dell’attrice romana cresciuta alla corte di Gigi Proietti
La capitale caotica e meravigliosa, il mondo del lavoro che offre prospettive illusorie e perfino ingannevoli ai giovani che tentano di approcciarsi alla vita ma vengono sfruttati e costretti a lavorare gratis, l’amore che è una cosa meravigliosa, ma ci si interroga se dura tutta la vita e spesso l’orizzonte delle coppie è la separazione, in un’epoca in cui i sogni sono di breve durata e alle favole non credono più nemmeno i bambini.
Le frustrazioni contemporanee, lo stress che pervade le nostre giornate, le aspettative e le delusioni, le nevrosi quotidiane sono messe a fuoco anche con incursioni nell’infanzia, descrivendo la disillusione di quando i coetanei più informati rivelano la non esistenza di Babbo Natale, rivelazione che intacca indelebilmente la fiducia negli altri.
L’attrice volge il suo sguardo acuto, ironico e dissacrante sulla realtà che ci circonda in questi tempi difficili, dalla città malconcia alle relazioni instabili, dalla società dissestata e priva di riferimenti ai sentimenti lacerati e sfibrati.
Veicola arguzia provocatoria con la levità di chi si rivolge confidenzialmente agli ospiti di un salotto più che all’uditorio di una sala teatrale, con l’aria di condividere piccole confidenze con persone amiche.
Popola il palcoscenico di personaggi femminili, resi estremamente verosimili con l’abilità di imitatrice: inforcati un paio di occhiali parla con la voce di Maria De Filippi che conduce i suoi programmi, atteggia le mani accompagnandole con la voce di Patty Pravo, si pone dietro un leggio declamando col piglio e la postura del Presidente Giorgia Meloni.
Il flusso dei pensieri e delle riflessioni scorre sull’onda sarcastica e leggera della vis comica garbata che fa affiorare una presa di coscienza sul mondo in cui siamo immersi, sulle nostre nevrosi e le manie che ci accompagnano, sempre più agitati…prima dell’uso.
La fustigazione finale è per la chirurgia estetica e le donne che ne fanno abuso trasformandosi in prodotti di laboratorio, tirate e siliconate all’inverosimile.
Le signore delle prime file avranno sorriso a denti stretti, sentendosi coinvolte!
La sceneggiatura è scritta da Francesca Reggiani con Enrica Accascina e Nicola Capogna, la messa in scena è di Umberto Fiore e Enrica Accascina, il disegno luci e tecnica di Gloria Mancuso, la produzione è curata da Ge.A.
Tania Turnaturi