Antonio e Cleopatra nella visione di Valter Malosti
Tra le opere shakespeariane Antonio e Cleopatra è forse quella meno rappresentata in Italia. Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale con Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura coproducono la nuova messa in scena diretta da Valter Malosti, coautore anche di una nuova traduzione insieme a Nadia Fusini.
Ad interpretare il potente Antonio è lo stesso Malosti, direttore di ERT / Teatro Nazionale, nei panni della regina egiziana troviamo invece Anna Della Rosa, già finalista ai Premi Ubu 2021 per lo stesso ruolo.
«Politicamente scorretti e pericolosamente vitali, al ritmo misterioso e furente di un baccanale egiziano essi vanno oltre la ragione e ai giochi della politica», afferma lo stesso regista.
La vicenda si svolge fra Roma e l’Egitto, mentre infuria la guerra fra i triumviri succeduti a Cesare: lo stesso Marco Antonio, Ottaviano e Lepido. Shakespeare narra l’incontro/scontro fra Oriente e Occidente, un conflitto politico ma anche scientifico e culturale. Una riflessione importante sulla lotta fra dovere professionale e desideri personali.
La messa in scena non ha connotazioni storiche e territoriali specifiche, preferisce giocare sui piani del surreale e del metafisico grazie alla scenografia geometrica di Margherita Palli, che si sviluppa fra cerchi e angoli, mura asimmetriche e pedane mobili che trasferiscono l’azione in un aldilà metaforico ma anche concreto.
La regia di Malosti punta tutto sull’importanza e la bellezza della parola shakespeariana, enfatizzata però da una recitazione ritmata e sillabata, spesso gridata, che non le restituisce tutta la poesia di cui è intrisa. Gli attori si avvicendano pomposi e incasellati in un’interpretazione classica, che ammicca al mito puntando allo stesso tempo su un effetto da sit com americana (con tanto di risate registrate). Unica eccezione, e infatti degna di nota, la caratterizzazione di Enobarbo (Danilo Nigrelli), scanzonato e ironico. Neanche la
caratura attoriale di Della Rosa riesce completamente a emergere dalla sua Cleopatra, svampita e leggermente appiattita dal contesto.
Una messa in scena ardita e appesantita dalle oltre due ore e trenta di spettacolo senza interruzione che, al di là della non facile scelta di rappresentare un’opera così poco gettonata, non brilla per originalità di realizzazione.
Erika Di Bennardo