Beppe Rosso, figura iconica del teatro di narrazione, apre il “secondo tempo” della stagione di Florian Metateatro riportando in scena “Dei Liquori fatti in Casa”, storico successo concepito esattamente trent’anni fa all’interno del Laboratorio Teatro Settimo di Gabriele Vacis.
La tecnica e la forma della narrazione, allora allo stadio seminale, avrebbe caratterizzato fortemente la produzione teatrale nazionale nei decenni a seguire, connotandosi sempre più di tratti di valore civico e sociale.
In quest’ottica retrospettica, lo spettacolo di Beppe Rosso assume un interesse peculiare, ripristinando lo sguardo su di un codice che oggi possiamo assimilare al mainstream.
“Dei Liquori fatti in Casa” è un lavoro che colpisce per l’apparente semplicità performativa, una deliberata e per nulla facile lievità, raggiunta per contro tramite una composizione densa ed elaborata (proprio come si addice all’antica ricetta di un liquore tradizionale …)
L’allestimento, asciutto e pulito, persegue il mandato di un progetto che pone al centro il racconto, ridisegnando il concetto dello spazio scenico come territorio d’incontro diretto, non intermediato tra attore e spettatore. Sul fondale, brillano in curvilinee i profili di panciuti contenitori per la mescita di vini pregiati e sublimi elisir, ordinatamente allineati come ballerine di vetro: un’essenzialità stilistica che non diffonde però alcun senso di rigore o austerità.
L’elemento fisico è materiale per la pura allusione, l’elemento visivo non è che strumento per lo sprigionamento della visione, chiave per accendere l’immaginazione. Beppe Rosso dipana i fili di un racconto caldo, che aggrega come storia nuova eppure sempre conosciuta in qualche modo, in qualche zona sepolta del nostro sentire, antecedente al nostro sapere.
Una misura trattenuta cadenza la recitazione come anche la drammaturgia, in cui un mix di lingua standard e lingua popolare dissimula la grammatura pregevole del testo. Il palcoscenico viene lentamente “abitato” da una piazza di paese del settentrione nell’Italia degli anni ‘60 (aleggia tra le righe l’ombra fantasmatica di un Paolo Conte), prima che il boom economico giungesse ad annacquare le culture territoriali, fatte di tipicità genuine e di iperbolica naiveté. Sciamanicamente, l’attore si trasfigura in una coralità di personaggi e di tipi, tanto inediti quanto universali o archetipici, mentre la parola si intreccia sempre più con il corpo della musica.
Paolo Verlengia
CREDITS:
“DEI LIQUORI FATTI IN CASA”
di Remo Rostagno, Gabriele Vacis, Beppe Rosso
con Beppe Rosso
regia Gabriele Vacis
scene Lucio Diana
produzione ACTI Teatri indipendenti/AMA Factory
Florian Metateatro Stagione 2023/24, rassegna “Teatro d’autore ed altri linguaggi”