Celso Albelo debutta come Rodolfo al Teatro La Fenice
Celso Albelo ha scelto un teatro da lui amatissimo, La Fenice di Venezia, per debuttare come Rodolfo nell’opera tra le più emblematiche di Puccini, La Bohème.
Il teatro veneziano è stato il primo ad omaggiare Puccini nel 100esimo anniversario della sua morte, incentrando il programma di un felicissimo Concerto di Capodanno sulle arie più celebri del compositore e affidandolo alle voci di Eleonora Buratto e Fabio Sartori e alla bacchetta di Fabio Luisi. Quel concerto è stato trasmesso in diretta da Rai 1 e ripreso da altre reti Rai. La collaborazione Fenice/Rai prosegue con questa Bohème che sarà trasmessa in diretta da Radio 3 in occasione della prima del 2 febbraio alle 19. La Fenice ha scelto di continuare l’omaggio riprendendo il proprio fortunato allestimento ideato da Francesco Micheli nel 2011, che si avvale delle scene di Edoardo Sanchi e dei costumi di Silvia Aymonino. Il cast – nel quale oltre a Celso Albelo spiccano Alessio Arduino (Marcello), Armando Gabba (Schaunard), Adolfo Corrado (Colline), Claudia Pavone (Mimì) e Mariam Battistelli (Musetta) – è diretto da Stefano Ranzani, le voci bianche sono quelle dei Piccoli Cantori Veneziani preparati da Alfonso Caiani.
Celso Albelo continua ad ampliare il suo repertorio, questa volta con il ruolo rappresentativo di Rodolfo ne La Bohème di Puccini. Dopo avere calcato i palcoscenici più importanti del mondo per quasi vent’anni con i titoli più rappresentativi del Belcanto, Celso Albelo da un paio di stagioni si sta avventurando in ruoli più lirici come Macduff che ha debuttato la scorsa stagione al Liceu di Barcellona, Manrico lo scorso mese di giugno all’ABAO Opera di Bilbao e Des Grieux nella Manon di Massenet con il quale ha conquistato l’Opera di Oviedo inaugurandone la stagione in corso. E ora Rodolfo, nel momento e nel teatro che sente perfetti per questo debutto.
Il tenore spagnolo affronta questo impegno con “grande emozione”, dice, “soprattutto perché torno in un teatro, La Fenice, dove ho vissuto alcune delle notti più belle della mia carriera. Nuovi ruoli significano nuove sfide e in un momento di maturità vocale e interpretativa come quello che sto vivendo, aggiungere al mio repertorio Rodolfo (che canterò anche a Bilbao in questa stagione) è un sogno che diventa realtà. È il risultato della naturale evoluzione della mia voce, che mi offre l’opportunità di affrontare un repertorio compiutamente lirico con un’orchestra molto più grande. Nel corso degli anni ho imparato a comprendere i segnali che la mia voce e il mio corpo mi hanno dato e ho amato provare quelle nuove sensazioni con i titoli verdiani che ho iniziato a cantare. Non vedo l’ora di lanciarmi nell’universo pucciniano, che durante la fase di studio mi ha fatto venire la pelle d’oca. È una musica meravigliosa che so che mi regalerà grandi momenti in futuro, soprattutto perché non lascerò il Belcanto che è essenza di tutto e del quale continuerò a eseguire quelle opere che mi permetteranno di mantenere la mia voce sana e flessibile, permettendomi di avvicinarmi al repertorio lirico da un’altra prospettiva”.