l circo ha una capacità straordinaria: sapersi trasformare, innestando modernità e nuove tecnologie su un tracciato artistico di lunga e sempre apprezzata tradizione. Il “Circus Atmosphere”, in scena a Roma fino al 18 febbraio (in viale di Tor di Quinto, zona ex Mondo Fitness; dal giovedì alla domenica, con due spettacoli giornalieri in orari pomeridiani) è un luminoso esempio di questa compresenza di innovazione e mito.
La presenza degli animali, per esempio. La nostra sensibilità collettiva su questo tema sta cambiando, e il circo diretto da Franco Vassallo, erede di una storica famiglia circense, ha colto l’occasione per presentare, sotto il grande chapiteau (36 metri di diametro) a cupola rotonda, uno show in cui “l’illusione diventa realtà”.
All’inizio dello spettacolo, intorno alla pista centrale si alza una grande rete circolare, e qui scatta la meraviglia: su questa sorta di maxi-schermo appaiono magicamente delfini e balene, mante e pesci pagliaccio, otarie e tartarughe. Un racconto delle origini del mondo composto di enormi immagini olografiche, una fantasia marina di proiezioni in 3D incredibilmente realistiche.
“Non siamo certo contrari alle tradizioni, ma dopo ricerche, attente riflessioni e la consulenza di esperti, abbiamo trovato un giusto equilibrio nel realizzare uno spettacolo che abbini la tradizione alla modernità”, si legge nella presentazione dello spettacolo. La grande novità viene anche riproposta in un altro momento dello show: stavolta compaiono tigri e leoni, elefanti e giraffe, orsi polari e cavalli, suscitando gli ohhh di meraviglia di adulti e bambini.
Accanto all’innovazione, ritroviamo la tradizione. Ecco allora un gruppo di artisti di comprovato talento (Claudio Vulcanelli, Claudio Bellucci, Diletta Murru, Ricky e Karla Martinez Sanchez, Gabriel Arata) impegnati in esercizi di giocoleria con clave e cerchi, incredibili numeri da mago, voli da trapezisti su strisce di tessuto, buffonerie da pagliacci con piatti cinesi e automobile immaginaria.
E ancora: giochi con raggi laser, “danze” con numerosi hula hoop, numeri di verticali e al palo fisso, esibizioni di contorsionisti. Alla fine della prima parte dello spettacolo entra in scena anche un gigantesco gorilla (per rifare la famosissima scena del film “King Kong”), sulle cui enormi mani ci si può sedere per farsi fotografare. Chiudono lo spettacolo l’impressionante numero alla ruota del verticalista Claudio Vulcanelli e la parata finale, in un profluvio di applausi e di divertita approvazione.